27 Aprile 2024

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Grecia: violenza di Stato, da Alexis ai fatti di Nea Smyrni

Il pestaggio avvenuto a marzo in un quartiere periferico di Atene per mano di alcuni agenti di polizia ha avuto risonanza internazionale, gettando luce su un contesto contrassegnato da un’esasperazione che ha radici ben più profonde di quanto possa apparire. A partire dall’uccisione del quindicenne Alexandros Grigoropoulos nel 2008, il modus operandi della polizia greca è infatti andato delineandosi con sempre più brutale precisione. E il Governo conservatore di Mitsotakis, entrato in carica nel 2019 al grido di “law and order“, non ha fatto altro che acutizzare la tensione.

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Amazzonia, la lotta dei nativi per proteggerla dalla distruzione

Agevolate da politiche che sembrano non preoccuparsi del deterioramento ambientale e dei problemi sociali ad esso legati, le attività di estrazione mineraria e l’industria agro-alimentare minacciano la sopravvivenza della Foresta Amazzonica e dei popoli che la abitano da secoli. I Guardiani della Foresta del popolo Guajajara, nel Nord-Est brasiliano, sono uno tra gli esempi di resistenza quotidiana attuata dalle comunità native nel mondo. Senza alcun supporto dal Governo, si trovano a dover contrastare un sistema criminoso. In gioco c’è la stessa vita degli attivisti, alcuni assassinati nell’impunità.

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Acqua, quando un bene vitale genera diseguaglianza globale

Secondo il presidente dell’Assemblea Generale ONU è un “fallimento morale” il fatto che miliardi di persone vivano ancora senza acqua pulita o potabile. Timide ammissioni del Governo etiope circa la possibile commissione di crimini di guerra in Tigray. La Corte Suprema canadese dichiara la legittimità costituzionale della “carbon tax” contro il cambiamento climatico. Intanto, si complica il dialogo tra NATO e Russia. Mentre, l’Arkansas approva una legge per impedire ai minori transgender di sottoporsi a trattamenti di “affermazione del genere”.

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Mine anti-uomo, dai pappagalli verdi a quelle costruite in casa

“Ho visto intere famiglie distrutte dalle mine, rovinate da amputazioni di gambe e braccia operate al fine di salvare vite”. Con queste parole Emanuele Nannini – Director Emergency and Development Area di Emergency – ci ha introdotto alla sua lunga esperienza sul campo in Paesi martoriati dalle presenza di mine anti-uomo. Ordigni utilizzati ancora oggi in aree del mondo coinvolte in conflitti interminabili o disseminati in un passato di violenza. Esistono le armi – e le mine – perché esiste la guerra, la guerra va ripudiata come strumento di risoluzione delle controversie. Perché la guerra – per dirla con Erasmo da Rotterdam – “piace solo a chi non la conosce”.

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Cina, Uiguri oppressi in nome di una strana “guerra al terrore”

La minoranza turcofona di religione islamica è vittima – sin dagli anni ‘90 – di una violenta repressione da parte del Governo cinese. Pechino, dopo l’11 settembre, ha giustificato i provvedimenti adottati contro gli Uiguri (e non solo) in termini di misure legittime all’interno dell’ampia “campagna antiterroristica” tesa a fermare – tra l’altro – ogni aspirazione separatista. In realtà, la lista dei diritti umani violati dalle autorità cinesi è lunga e articolata. Un recente report indipendente si spinge a definire la persecuzione contro gli Uiguri “genocidio” in senso giuridico.

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Schiavitù, in una “work song” il passato che riflette sul presente

In occasione della Giornata Internazionale in Ricordo delle Vittime della Schiavitù e della Tratta Transatlantica pubblichiamo un intervento di Sara Piolanti, musicista che insieme a Marco Vignazia pubblica oggi il video di una work song, forma di espressione e protesta, interpretata da prigionieri neri nei penitenziari americani. Dedicato a tutte quelle persone oggi ridotte in schiavitù: si parla di oltre 40 milioni di vittime in ogni parte del mondo, nella maggior parte dei casi donne, ragazze e bambini.

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Libertà di espressione: il caso Hasél, come l’Europa limita l’arte

La controversa figura di un cantautore arrestato in Spagna per insulti alla monarchia, alle forze dell’ordine e per aver glorificato il terrorismo, fornisce lo spunto per una riflessione sui “crimini ideologici” a livello continentale. Il dibattito sulla libertà di espressione, tra leggi che mandano in galera i rapper, mirano a controllare le discussioni negli Atenei e puniscono le rappresentazioni dissacranti, ha molto più a che fare con l’esercizio del potere che con i limiti da imporre all’estremismo. La sicurezza nazionale è troppo spesso il pretesto per limitare il dissenso politico radicale, la satira ma anche l’attivismo.

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Covid-19, a rischio la salute mentale di 332 milioni di bambini

Secondo l’Unicef, i lockdown nazionali e le restrizioni di movimento legate alla pandemia potrebbero generare gravi effetti sul benessere psicosociale di bambini e ragazzi. Intanto, la Fenacoca – organizzazione indigena – denuncia il coinvolgimento delle autorità locali nella “distruzione” dell’Amazzonia peruviana. Un report indipendente rileva la responsabilità per genocidio di Pechino in relazione agli Uiguri. Il presidente algerino ha firmato il decreto di convocazione alle urne per il 12 giugno prossimo. Mentre la Gran Bretagna sanziona 6 alti ufficiali del regime di Assad.

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Nel 2020 persi 114 mln di posti di lavoro. E avanza la povertà

Tra le emergenze venute a galla con la pandemia c’è quella dell’occupazione a livello globale. L’esplosione della crisi innescata dal Covid, infatti, ha aggravato la posizione di lavoratori già fragili e di Paesi in lotta costante contro povertà e disuguaglianza. Da impieghi sottopagati e senza tutele, all’incremento di persone senza reddito fino alle disparità di genere sempre più marcate, il quadro mondiale del lavoro è drammatico. Anche in nazioni apparentemente ricche, come gli USA, c’è un crescente allarme legato alla disoccupazione. Troppo spesso le storie dei lavoratori raccontano di indigenza e mancanza di dignità.

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Il tabù delle mestruazioni nel mondo tra isolamento e punizioni

Secondo uno studio condotto dall’ONG Action Aid, 1 ragazza su 10 in Africa non va a scuola quando ha le mestruazioni. Ma non si tratta di un problema che riguarda solo il continente africano, anzi. In tutto il mondo la mancanza di accesso ai prodotti mestruali a prezzi accessibili, o addirittura gratuiti, continua ad avere un impatto negativo su donne e ragazze, soprattutto sulla loro educazione. Tutto ciò è accompagnato dal senso di vergogna e isolamento (anche per dettami religiosi) legato alle mestruazioni. Come si può dunque abbattere la cosiddetta povertà mestruale e il tabù che l’accompagna?

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