Ecuador, attivisti contro Governo: no allo sfruttamento petrolifero

Nonostante la vittoria alle urne riportata lo scorso 20 agosto, in cui la maggioranza ha votato “sì” alla tutela della foresta amazzonica dalle trivellazioni di combustibili fossili, sembra che il Governo stia rinnegando questo risultato. Il presidente ecuadoriano ha infatti affermato di non voler arrestare la produzione del giacimento petrolifero del Blocco 43. Dall’altro lato, gli attivisti climatici hanno annunciato la volontà di vigiliare sul rispetto del mandato popolare. I timori per l’economia, da sempre dipendente dalle estrazioni, si scontrano apertamente con il rispetto del risultato referendario.

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Sindrome Italia, il dramma delle badanti straniere e le loro famiglie

Ansia e depressione interessano spesso le lavoratrici domestiche assunte dalle famiglie italiane: la lontananza da casa, il senso di colpa per aver lasciato la famiglia e il difficile compito di badare agli anziani non autosufficienti sono i fattori alla base di una condizione medica che prende il nome dal nostro Paese. Anche i loro figli, rimasti a casa, soffrono per la lontananza della figura materna e alcuni di loro giungono perfino al suicidio. Alla genesi di tale situazione contribuiscono situazioni famigliari complicate, dove ci si scontra con la violenza domestica.

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Fermare il cemento, difendere l’acqua; al via il Climate Social Camp

Il capoluogo torinese ospiterà il CSC, un campeggio internazionale ecologista e anticapitalista nato dal lavoro di diverse realtà associative locali. Per due giorni, nel Parco Artiglieri da Montagna si susseguiranno dibattiti e seminari con interventi di attivisti e associazioni da tutto il mondo. Al centro della discussione ci saranno la crisi idrica e a cementificazione. Voci Globali ha dialogato con gli organizzatori riguardo a diritti sociali, cambiamento climatico e intersezionalità. Oltre ai dibattiti e all’aspetto formativo, poi, ci sarà ampio spazio per riflessioni di natura pratica e politica.

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Ambiente, la carbon border tax voluta dall’UE danneggia l’Africa

Il prossimo ottobre entrerà in vigore una nuova legge europea che impone la prima tassa al mondo sul carbonio alla frontiera. Si tratta di un’imposta sulle emissioni di gas a effetto serra e mira a incoraggiare le aziende verso metodi di produzione ecologici. Eppure, non tutti i Paesi del mondo l’hanno accolta all’unanimità. Ad esempio, nel Sud globale viene vista come una misura di protezione dell’industria che avrà ripercussioni negative sul Continente africano. Attraverso la differenziazione dei mercati, insieme a finanziamenti idonei, i Paesi africani riuscirebbero in parte ad arginare il problema.

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Migranti climatici, cresce il numero ma manca una tutela giuridica

Il prossimo 28 luglio sarà l’anniversario dell’adozione della Convenzione di Ginevra sullo Status dei Rifugiati. Ciò ci ricorda come l’ambito di applicazione di tale strumento non sia stato ampliato adeguatamente: particolarmente problematica è la situazione di coloro che migrano a causa degli effetti del cambiamento climatico, i quali non ricadono sotto la protezione di tale Convenzione. Emblematico è il caso Teitiota contro Nuova Zelanda, considerato come uno spartiacque, ma che in realtà è stata un’opportunità mancata.

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Ambiente: estreme le proteste, estrema la repressione dei Governi

Le contestazioni recenti sulle questioni ambientali hanno scatenato un’aspra risposta delle istituzioni. In tutti i Paesi d’Europa e non solo, le pene che si riservano agli attivisti raccontano una propaganda che fa della contestazione un atto violento e vandalico, spostando di fatto l’attenzione alla forma delle manifestazioni dal loro stesso contenuto. La risposta non traduce quest’esigenza e quest’ansia verso il cambiamento climatico in politiche concrete e attente, ma in repressione e impulsi antidemocratici. Dove la legge non fornisce sostegno alla causa, l’appello è alla giustizia.

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India, le ondate di calore inaspriscono povertà e diseguaglianze

Nei mesi di marzo e aprile sono state registrate temperature molto elevate nel subcontinente indiano. Lo studio presentato nell’articolo illustra come i periodi di caldo rovente abbiano, nell’arco degli ultimi decenni, provocato migliaia e migliaia di decessi e ricoveri, e il deterioramento della qualità della vita di milioni di cittadini indiani. A rischio la disponibilità dei prodotti agricoli e dunque l’accesso al cibo, la salute, i posti di lavoro e l’intera economia del Paese. Per contrastare gli effetti devastanti di tali eventi climatici estremi è necessario implementare efficaci piani d’azione.

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Vestire insostenibile: industria tessile e fast fashion, impatto letale

Siamo ciò che facciamo, ciò che mangiamo. Ma siamo anche quello che indossiamo. Il comparto vestiario determina un impatto ambientale in ogni fase del suo processo produttivo: dietro un solo paio di jeans si nascondono emissioni, sprechi, inquinamento, sfruttamento. Il fenomeno in vertiginosa crescita del mercato del design a basso costo, inoltre, peggiora il quadro complessivo. I vestiti e il loro utilizzo durano sempre meno, in proporzione ad un maggiore impatto. Anche il lavoro umano dietro questa produzione rivela abusi. L’inversione di rotta del settore tessile necessita una messa in discussione totale.

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Ciclo globale dell’acqua fuori equilibrio, è a rischio la vita umana

La Giornata internazionale dell’acqua compie trent’anni, e non c’è niente da festeggiare. Cambiamento climatico e sfruttamento incontrollato trainano una crisi idrica globale. Già un quarto della popolazione di questo Pianeta non ha accesso ad acqua pulita e sicura, ogni 80 secondi muore un bambino sotto i cinque anni per malattie causate dall’acqua inquinata, e i disastri climatici legati all’acqua si fanno più devastanti ogni anno che passa. E per la fine del decennio toccherà quota 40% lo scarto tra la domanda e la disponibilità dell’oro blu. È tempo di ripensare la gestione dell’acqua come bene comune dell’umanità.

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Crisi climatica, l’impatto sul diritto al cibo e la sicurezza alimentare

L’effetto dell’innalzamento delle temperature e degli eventi meteorologici disastrosi sta interferendo in diverso modo sulla vita di ciascuno. Non è esente da questo impatto la possibilità di godere in modo sicuro e stabile delle risorse alimentari, per intere popolazioni. Nelle dimensioni di accesso, utilizzo e stabilità, essa scarseggia e sovrabbonda in maniera disomogenea nel globo e affligge chi maggiormente già paga lo scotto dei cambiamenti climatici in atto.La fruizione del diritto al cibo richiede un approccio sostenibile soprattutto del sistema alimentare, con strategie che rivedano gli attuali modelli di produzione.

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