Cuba, emigrazione record per la crisi più grave degli ultimi 30 anni

Dopo sessant’anni di adesione al modello socialista e di embargo, la nazione insulare ha vissuto una parentesi di prosperità nel 2016 grazie al florido turismo e all’avvio di nuove imprese e attività. La parentesi si è però rivelata tale quando, in seguito all’insediamento del presidente USA Trump, l’embargo è stato rinnovato e i rapporti tra i due Paesi si sono nuovamente raffreddati. Da allora la nazione è precipitata in una crisi che si è fatta sempre più profonda e insidiosa, facendo crollare gli standard di vita e inducendo i cubani a un esodo di massa soprattutto verso gli Stati Uniti.

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Tigray, minoranze etniche a rischio nonostante gli accordi di pace

A più di 24 mesi dallo scoppio della guerra nel Tigray, il futuro dei rifugiati che sono stati costretti con la forza a fuggire è ancora incerto. Essi non credono più nella sicurezza, nella protezione e nella rappresentanza politica una volta rientrati nel loro Paese. Il timore inoltre è che la vicina Eritrea continui la sua occupazione e cancelli le comunità minoritarie tramite l’istituzione di una zona cuscinetto militare sugli altipiani strategici. Pertanto, alcuni gruppi politici minoritari si sono uniti in una coalizione federalista insieme al TPLF al fine di proteggere le loro diversità.

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Ucraina, il ruolo dei media russi a un anno dall’inizio del conflitto

Se in passato la stampa aveva la possibilità di giocare un ruolo fondamentale anche nel dialogo tra le nazioni, l’attuale situazione bellica nell’ex repubblica sovietica lascia emergere un quadro totalmente diverso. Il regime autoritario di Putin dà prova di forza applicando restrizioni d’altri tempi agli organi di stampa e, d’altra parte, l’UE blocca la trasmissione delle principali emittenti russe – impedendo così ai cittadini europei di conoscere il tipo di informazione ricevuta dalla popolazione e quindi le motivazioni dietro il consenso intorno alla cosiddetta “operazione militare speciale”.

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Perù, le proteste guidate dagli indigeni scuotono il Paese in crisi

Le proteste che negli ultimi mesi hanno infiammato le strade dello Stato dell’America Latina si sono scatenate dopo la destituzione del presidente Castillo per impeachment da parte del Congresso. Però, questa mobilitazione su larga scala della popolazione indigena ha le sue motivazioni in una storia di lunga data che riguarda le divisioni che spaccano in due il Paese sul piano economico, sociale, politico ed etnico. In questa fragilità trovano terreno fertile le ingerenze di nazioni limitrofe, come la Bolivia, interessate a esercitare in qualche modo il potere orientando le proteste verso la violenza.

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Artisti albanesi trasformano la migrazione in riflessione sull’identità

Recentemente, gli immigrati albanesi che vivono nel Regno Unito sono stati vittime di episodi di razzismo. Si tratta tuttavia di un fenomeno non nuovo le cui origini risalgono al periodo successivo al crollo del regime comunista. Se il fenomeno della migrazione albanese può essere considerato il risultato di politiche neoliberali, l’arte può offrire uno sguardo diretto sulle esperienze personali e dare visibilità alle storie più complesse. Attraverso infatti le opere degli artisti albanesi citati nell’articolo riusciamo a comprendere più da vicino aspetti della migrazione di cui non si parla quasi mai.

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Israele, il nuovo Governo di Netanyahu minaccia la democrazia

Dopo aver ricevuto la fiducia della Knesset, il 29 dicembre scorso ha prestato giuramento il nuovo Governo israeliano guidato dalla coalizione dei partiti più di estrema destra e di orientamento religioso ultra-ortodosso della storia del Paese. Le dichiarazioni dei neo ministri sono molto chiare e non lasciano spazio a dubbi sulla volontà del Governo di percorrere la strada della discriminazione, dell’apartheid e dello spregio delle Leggi Fondamentali e dei diritti umani pur di consolidare il proprio potere e affermare la supremazia ebraica in ogni ambito della vita politica e sociale.

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La Turchia neo-ottomana e autoritaria di Erdoğan verso le elezioni

A un mese dall’attentato che ha sconvolto la città di Istanbul, messo in seria difficoltà dall’inflazione e dalla crisi economica, il Paese si prepara a rinnovare le massime cariche dello stato nell’estate 2023. Oltre all’economia, sulla situazione interna pesano le spinte illiberali che da anni colpiscono la società civile e la stampa. In più, le operazioni militari nel Nord della Siria e in Iraq non accennano a fermarsi. Per la prima volta dopo vent’anni l’AKP sembra in difficoltà e ciò potrebbe aprire uno spiraglio per i partiti dell’opposizione.

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Non chiamatele baby gang, motivi del disagio giovanile in Italia

C’è un’emergenza giovani violenti nella nostra società? Se tra i minorenni italiani da una parte aumentano gli episodi di risse, bullismo, aggressività, azioni illegali, dall’altra si abbassa sempre di più l’attenzione nei confronti di un’adeguata educazione e di un costruttivo sostegno alla crescita delle nuove generazioni. Scuola, famiglia, politica sono chiamate in causa: cosa stanno – e non stanno – garantendo agli adolescenti? A quali doveri stanno rinunciando e quali diritti stanno negando? Lo abbiamo chiesto a esperti nel settore. E il quadro emerso è preoccupante per il presente e per il futuro.

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L’arte con tutti i sensi, percorsi di inclusione e multisensorialità

Osservare un’opera artistica o partecipare ad un evento culturale è esperienza di bellezza e totalità. Eppure sono ancora molte le barriere ai danni di chi non ha a disposizione tutti i sensi per goderne appieno: percepire i tratti di una scultura o assistere uno spettacolo. Così gli sforzi di alcune realtà di mettere al centro la persona, oltre le sue abilità, insegna che l’inclusione e l’accessibilità sono un diritto, più che un servizio. Voci Globali ha raccolto alcune testimonianze, scoprendo come nella multisensorialità ciascuno possa ritrovare un nuovo modo per vivere la cultura.

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Gli afghani nel mirino di truffe online. Visti falsi per lasciare il Paese

Mentre nel mondo occidentale basta adempiere a pochi step burocratici per ottenere il passaporto o un visto, altrove la situazione è diversa. Dopo il ritorno al potere dei Talebani, in Afghanistan i social media sono stati inondati da annunci di privati o sedicenti agenzie che assicuravano visti per poter partire, dietro cospicuo pagamento. Chi è caduto nel tranello si è ritrovato derubato di migliaia di dollari e, nei casi peggiori, obbligato a intraprendere viaggi pericolosi alla mercé dei trafficanti, per poi finire in Paesi esteri, abbandonato al proprio destinato e ricercato dalle autorità locali.

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