diritto di protesta

Francia, più repressiva e brutale la risposta dello Stato alle proteste

Nel corso delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni si è vista una reazione particolarmente dura da parte delle forze dell’ordine. Questo sembra derivare dall’assunzione di un modello molto più rigido di mantenimento dell’ordine pubblico, volto a impedire le proteste piuttosto che a facilitarne il regolare svolgimento. Alla luce dell’attuale momento storico in cui è messa in discussione la forma stessa della democrazia rappresentativa, appare fondamentale ripensare a come gestire il mantenimento dell’ordine pubblico bilanciando l’uso della forza col rispetto delle libertà individuali.

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Manganelli, lacrimogeni, pallottole: muore il diritto alla protesta

Manifestare il proprio dissenso contro ingiustizie, violazione dei diritti, abusi di potere dei governanti è sempre più difficile nel mondo. Non perché non ci siano persone disposte a esprimere pacificamente le proprie idee e a lottare per la democrazia e per i diritti, ma per la repressione forzata di cortei e manifestazioni da parte degli Stati. L’uso sproporzionato di armi, anche quelle meno letali come i lacrimogeni, di arresti, di atti di forza e di violenza fisica sta seriamente indebolendo il diritto a protestare. E, di conseguenza, la possibilità di costruire una società globale davvero evoluta, inclusiva, giusta e libera.

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