Nigeria, una crisi umanitaria conseguenza dell’industria petrolifera

L’industria petrolifera nigeriana, sebbene rappresenti gran parte della ricchezza del Paese, è anche motivo di disastri ambientali, fonte di violenti disordini e oggetto di diverse cause legali. Infatti, i numerosi sversamenti avvenuti nel corso degli anni hanno devastato l’ecosistema della Regione del Delta e ora, a causa del crollo della produzione, le cinque compagnie energetiche principali operanti nel Paese hanno manifestato l’intenzione di svendere numerosi giacimenti. Ma i cittadini chiedono di essere risarciti per i danni ambientali subiti e il ripristino dell’ambiente allo stato originario.

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Nigeria, diritti delle donne riconosciuti solo sulla carta, non nei fatti

Nonostante le norme internazionali e le leggi della Costituzione nigeriana prevedano la tutela dei diritti delle donne, nel Paese dell’Africa occidentale spesso questi non vengono messi in pratica. Ciò accade in vari campi della sfera pubblica e privata: l’istruzione, la violenza di genere, la politica, la salute materna, le risorse economiche che le donne hanno a disposizione. Il nuovo Governo dovrebbe agire subito per permettere alle cittadine e ai cittadini nigeriani di avere pari opportunità in ogni ambito e far sì che le leggi a tutela delle donne e delle madri vengano applicate davvero.

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Migrazioni, così la Germania agevola la fuga dei cervelli dall’Africa

Il Governo tedesco ha proposto un progetto riguardante l’apertura di centri per la migrazione in cinque Paesi del Continente volto a offrire a determinate categorie l’opportunità di trasferirsi sul suolo tedesco. Marocco, Tunisia, Egitto, Ghana e Nigeria sono i Paesi finora presi in considerazione. Tuttavia dietro questa “cultura dell’accoglienza” si cela una ragione tutt’altro che umanitaria. Il piano finirà infatti per aumentare la carenza di manodopera qualificata a cui molti Paesi africani fanno fronte e si ripercuoterà su questi ultimi per i quali sarebbe molto più vantaggiosa una migrazione circolare.

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Così muore l’arte, il potere che opprime e fa guerra alla cultura

Dalla Cina alla Turchia, passando per Egitto, Iran, Kenya, scrittori, registi, cantanti continuano a subire repressioni e violazioni anche brutali della libertà di espressione solo perché le loro opere o attività culturali vengono considerate pericolose dal potere. Le carceri cinesi e turche, per esempio, spiccano per il numero di intellettuali detenuti, ma anche negli Usa serpeggia la censura con la messa al bando di libri su razzismo o diritti LGBTQ+ nelle scuole. E le donne, dall’Iran ai territori curdi, sono spesso accusate di indecenza solo per aver esternato la loro vena artistica.

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Nigeria, 14 anni di prigione per aborto e parti a rischio per le madri

Il recente ribaltamento della sentenza Roe vs Wade ha annullato le leggi federali statunitensi che garantivano l’accesso all’aborto. Nonostante il successivo ordine esecutivo firmato da Biden per porvi rimedio, si sta aprendo la strada a nuove norme che limiteranno la possibilità di interrompere una gravidanza in modo legale e sicuro. In Nigeria, vige da tempo una legge che punisce duramente chi ricorre all’aborto in casi diversi da quelli salvavita. Parallelamente si riscontra un alto tasso di mortalità materna, risultato delle leggi “pro-vita” che invece compromettono la salute e la vita stessa delle donne.

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Migrazioni, film e documentari africani che cambiano la narrazione

Se molti viaggi migratori hanno i Paesi africani come punto di partenza, è purtroppo vero che nella narrazione globale sulle migrazioni manca proprio il punto di vista di chi questi viaggi li affronta. Questo è invece l’obiettivo della Ong STEPS che si occupa di portare la prospettiva degli africani sulla scena internazionale, producendo film e documentari su temi d’attualità che siano strumenti di cambiamento sociale e sensibilizzazione. Tramite l’impact producing, è infatti possibile agire concretamente per migliorare la vita degli individui, delle comunità e delle politiche documentate nelle pellicole.

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Delta del Niger, l’alleanza letale tra Stato e compagnie petrolifere

Da oltre 60 anni, Shell e altre società estraggono petrolio in Nigeria, non curandosi dei bisogni di sussistenza degli abitanti. Le comunità indigene, da sempre dedite a pesca e agricoltura, sono state lasciate con acque e terreni contaminati. L’aspettativa di vita è calata drasticamente e nessun grido d’aiuto sembra essere ascoltato. La comunità internazionale non interviene risolutamente e i vari Governi del Paese hanno sempre collaborato con le compagnie estrattive, reprimendo ogni forma di rivolta. Eppure i popoli indigeni hanno diritto a un risarcimento, la restituzione e la bonifica delle terre.

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Lago Ciad, tra prosciugamento e sfruttamento privato delle acque

Il lago Ciad è una fonte essenziale di sostentamento per la popolazione del nord-est della Nigeria e per le comunità dei Paesi limitrofi. Negli ultimi decenni, tuttavia, gli abitanti di queste zone si sono trovati ad affrontare grandi sfide come l’abbassamento del livello delle acque e il degrado ambientale. Tra le tante soluzioni proposte c’è quella del Progetto Transaqua, che prevede la deviazione al lago delle acque di alcuni affluenti del fiume Congo. Attraverso un accordo con Power China, l’Italia ha appoggiato tramite Bonifica S.p.A. il colossale progetto, riaprendo però la complessa disputa tra i diversi attori statali e non statali interessati allo sfruttamento del bacino.

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L’ape e i suoi prodotti nella cultura e dieta africana di 3.500 anni fa

Recenti tecniche di analisi dei residui organici sulle terracotte dell’antica civiltà Nok, in Nigeria, hanno consentito di approfondire la conoscenza sulla dieta e sulle pratiche di sussistenza delle popolazioni antiche dell’Africa occidentale. Molto del vasellame analizzato ha rivelato la presenza di cera d’api: tra gli utilizzi ipotizzati, il consumo di miele o il suo uso come conservante o per la produzione di bevande, ma gli stessi vasi potrebbero essere stati usati come alveari in una precoce forma di agricoltura. Ulteriori scavi e analisi dovrebbero consentire di arrivare a datazioni ancora più antiche di queste pratiche.

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Tortura, azione e aiuti ai “sopravvissuti” alla violenza istituzionale

In occasione della giornata a sostegno di coloro che hanno subìto trattamenti inumani e degradanti, raccontiamo alcuni dei progetti finanziati dal Fondo delle Nazioni Unite su questo tema. Le persone che partecipano a programmi di recupero o intraprendono azioni legali contro i propri torturatori, lo fanno in maniera coraggiosa e determinata, nonostante le difficoltà imposte dal sistema o dalla loro situazione economica e abitativa. Sono guidate da associazioni specializzate che, in tutto il mondo, si battono per e con loro.

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