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Terrorismo, tattica di guerra che offre solo risultati parziali

21 Gennaio 2019 Stefania Gliedman attacchi estremisti, attualità, Cile, estremismo islamico, fondamentalismo, francia, gruppi politici, guerra al terrorismo, idee, israele, libano, terrorismo

La strategia terroristica è davvero efficace nel conseguimento di determinati obiettivi politici? Da uno studio condotto su 90 gruppi e organizzazioni in tutto il mondo emerge che, secondo una prospettiva a lungo termine, l’utilizzo di tattiche non violente si rivela più efficace. Se da un lato infatti gli attacchi terroristici suscitano clamore e timore, dall’altro, alla lunga, non sembrano poi garantire una vera alternativa politica allo Stato vigente, e sembrano godere dell’appoggio pubblico solo dopo aver abbandonato il loro estremismo.

Isis, in Iraq restano impuniti i crimini verso le donne Yazide

3 Dicembre 2018 Stefania Gliedman attualità, crimini contro l'umanità, crimini di guerra, diritti delle donne, diritti umani, donne yazide, genocidio, idee, iraq, ISIS, openDemocracy, Stato Islamico, terrorismo, violenza contro le donne, yazidi

In territorio iracheno la guerra contro l’ISIS è finita, ma non le conseguenze devastanti per il popolo degli Yazidi, in particolare per le donne, da anni vittime di violenze atroci da parte dei membri dello Stato Islamico. Ora è necessario che il Governo iracheno garantisca tutela adeguata a queste vittime e un sistema giudiziario appropriato e in linea con la comunità internazionale, che punisca i responsabili di questi crimini contro l’umanità. Solo allora, per questo popolo sarà possibile andare oltre gli orrori della guerra e sperare in un futuro migliore.

Migliaia di bombe e di morti, ma lo Stato Islamico resiste

3 Agosto 2018 Elena Intra attualità, guerra al terrorismo, guerra in iraq, guerra in Siria, iraq, ISIS, siria, Stato Islamico, terrorismo, USA

Lo scorso ottobre il presidente americano Donald Trump dichiarava trionfante la sconfitta del Califfato islamico in seguito alla caduta della sua roccaforte, Raqqa, in Siria. Nonostante le migliaia di bombe e missili sganciati negli ultimi anni, i movimenti estremisti non hanno tuttavia smesso di diffondersi. Visti i precedenti dopo l’11 settembre e le recenti missioni in diversi territori africani, occorre che le forze internazionali si concentrino più sui disagi sociali ed economici che alimentano questi movimenti, piuttosto che su continui interventi militari di ampia portata.

Mali, capire i motivi dell’estremismo per costruire la pace

1 Agosto 2018 Luciana Buttini attacchi estremisti, attualità, G5 Sahel, International Alert, jihadisti, mali, MINUSMA, nazioni unite, openDemocracy, pace, terrorismo, unione africana

La recente ondata di attacchi estremisti in Mali ha riportato alla luce la necessità di rivedere l’approccio alla sicurezza militare, unico mezzo impiegato come risposta al terrorismo nel Sahel. Per poter condurre il Paese verso una maggiore stabilità, è invece necessario capire quali siano i motivi che spingono così tanti giovani a unirsi a gruppi armati. Solo affrontando le cause profonde del conflitto e riacquistando la fiducia di un popolo disilluso, questa nazione potrà finalmente intraprendere il cammino tanto sognato quanto sofferto verso la pace.

Fotogramma dal video "ISIS' children: soldiers trained to kill and die"

Bambini strumento di propaganda nelle mani del terrorismo

12 Luglio 2017 Stefania Gliedman Al Qaeda, ariana grande, attualità, bambini, bambini soldato, effetti collaterali, IS, Propaganda, terrorismo, Trump, video

L’idea che i giovanissimi possano essere in qualche modo coinvolti nelle azioni terroristiche è agghiacciante. Eppure con sempre maggior frequenza i più piccoli non solo subiscono inermi gli orrori dei conflitti, ma spesso vengono utilizzati da una parte e dall’altra per le proprie strategie. Non si tratta esclusivamente delle piccole vittime dello Stato islamico ma di quelle che l’Occidente usa come pedine nella sua lotta contro il terrorismo. D’altro canto, per trovare e motivare nuovi adepti, IS e Al Qaeda usano social media e riviste online dove le immagini di bambini uccisi dai bombardamenti da parte dei Paesi occidentali sono strumentalizzati al servizio della causa.

Mappa della jihad in Africa: chi sono e dove seminano terrore

19 Giugno 2017 Angela Caporale Al Qaeda, al-shabaab, attualità, boko haram, costa d'avorio, ISIS, islamismo, jihad, libia, mali, mappa jihad, niger, nigeria, shari'a, sinai, Stato Islamico, terrorismo, Terrorismo in Africa

Secondo un recente Report gli attacchi terroristici nel continente africano nell’ultimo decennio sono aumentati del 1000%. E cresce anche il numero delle vittime tra i civili. Le organizzazioni più violente si confermano Boko Haram e al-Shabaab, ma non sono le uniche. In sostanza è in corso una battaglia per guadagnarsi i cuori e le menti dei fondamentalisti islamici. Una battaglia combattuta tra l’ISIS (attivo soprattutto in Nigeria, Niger, Egitto, Libia e Tunisia) e Al Qaeda (che mantiene salda la sua presenza in Somalia, Kenya, Uganda, Costa d’Avorio, Burkina Faso e Mali).

Rifugiati, falso che siano il ‘cavallo di Troia’ del terrorismo

14 Giugno 2017 Luciana Buttini attualità, Cato Institute, convenzione ONU rifugiati, donald trump, europol, migranti, migrazione, openDemocracy, rifugiati, servizi di intelligence, terrorismo

I leader UE e USA sono restii ad ammettere che la principale minaccia proviene da estremisti nati e cresciuti sul proprio territorio. Da quando Trump, lo scorso gennaio, ha firmato l’Ordine Esecutivo sull’immigrazione, il mondo politico ha iniziato a segnalare lo stretto legame tra i profughi e l’insorgenza di attacchi terroristici. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che tra il 1975 e il 2015, a fronte di 3,2 milioni di profughi accolti negli USA, sono stati solo tre i cittadini americani uccisi dai cd. “terroristi rifugiati”.

Pregiudizi e falsi miti, chi migra verso l’Europa e perché

10 Aprile 2017 Angela Caporale attualità, cooperazione, criminalità, fake news, idee, islam, migranti, pregiudizi, religione, richiedenti asilo, soccorso in mare, stereotipi, terrorismo

Sui giornali italiani non si parla mai dei Paesi d’origine di rifugiati e richiedenti asilo, né trova spazio l’analisi concreta di alcuni fenomeni che i populisti impiegano nella loro retorica anti-immigrati. I fatti, però, smentiscono alcuni dei principali luoghi comuni sull’immigrazione, dalle operazioni per il salvataggio dei migranti in mare al fatto che i migranti sarebbero vettori di malattie, oppure l’equazione tra terrorismo, Islam e migrazione insieme all’idea dell’ “invasione” islamica in Italia, fino al classico slogan “Aiutiamoli a casa loro”. Mentre recenti studi indicano come la legalizzazione dei permessi di soggiorno farebbe calare il tasso di criminalità. Rendere l’Europa un luogo poco ospitale per lo straniero non solo non fermerà la migrazione, ma rischia di minare la stabilità sociale europea.

Una Corte internazionale contro il crimine di terrorismo

17 Marzo 2017 Benedetta Monti attualità, consiglio di sicurezza, corte penale internazionale, Diritto internazionale, idee, nazioni unite, terrorismo, tribunali speciali

L’ondata di violenza sta aumentando a un ritmo preoccupante in tutto il mondo. Secondo un rapporto dell’Istituto per l’Economia e la Pace, il prezzo che abbiamo pagato nel 2000 è stato di 3.329 vittime, ma nel 2014 il numero è cresciuto arrivando a 32.685, e anche il costo del terrorismo in termini economici è salito a dismisura, di almeno dieci volte durante lo stesso periodo. Di conseguenza, alcuni Governi hanno avanzato la proposta che le Nazioni Unite costituiscano una nuova Corte di Giustizia con la missione di perseguire i crimini dei terroristi internazionali.

Immagine al computer di impronte digitali (Fingerprint by CPOA, Flikr CC)

Il dopo Snowden e l’invadenza della sorveglianza globale

13 Luglio 2016 Redazione attualità, big data, crimini informatici, diritti umani, edward snowden, idee, openDemocracy, privacy, servizi di intelligence, sorveglianza, terrorismo, UK, video

Intervista a Carly Nyst, attivista e avvocato. Controllo politico attraverso Internet, terrorismo e pensiero radicale. “In Occidente abbiamo lo stesso livello di sorveglianza di Paesi come Tunisia, Libia, Egitto. Penso che questa scoperta abbia rappresentato un momento fondamentale […] Nei Sud del mondo c’è una corsa all’utilizzo della tecnologia mobile e di altri tool che non è accompagnata da sufficienti norme; un divario tra il mondo in via di sviluppo e i Nord del mondo esiste, ma non si può continuare a dire che le cose sono molto meglio qui anziché là, perché non è più così”.