27 Aprile 2024

bambini soldato

Bambini in guerra, abusi oltre ogni limite su minori usati in conflitti

L’Onu non aveva mai registrato tante gravi violazioni contro i minori nei conflitti armati di tutto il mondo in un solo anno come nel 2022. Sono stati uccisi, mutilati, arruolati, rapiti, stuprati, arrestati. Le loro scuole e gli ospedali in cui cercavano cure sono stati bombardati, gli è stato persino negato l’accesso umanitario. RD Congo, Somalia, Israele e Palestina sono ancora i peggiori inferni per i bambini. Per la prima volta nella “lista della vergogna” del Segretario generale entra la Russia; il grande assente, di nuovo e nonostante le numerose gravi violazioni verificate, è Israele.

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Istruzione sotto attacco, quando la “guerra” entra nelle scuole

Sempre più spesso, in situazioni di conflitto armato, Failed States e laddove sussistono sistemi deboli di tutela dei diritti umani, le strutture educative vengono prese di mira da forze di sicurezza governative, ribelli, organizzazioni terroristiche. Gli “attacchi all’istruzione” costituiscono una violazione tanto del diritto internazionale umanitario che dei diritti umani dei soggetti coinvolti, studenti in primis. E hanno un impatto devastante sull’esistenza delle vittime, sui processi di pace, sullo sviluppo socio-economico dei Paesi interessati. Per l’ONU, si tratta di una nuova tattica di guerra.

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Yemen: storie di una lunga crisi, di donne e di flebili speranze

Dallo Stato yemenita arrivano solo cattive notizie negli ultimi anni: guerra civile, ragazzi soldato, spose bambine, catastrofe umanitaria. Per capire in modo più approfondito cosa sta realmente succedendo nel Paese, Voci Globali ha intervistato la giornalista Laura Silvia Battaglia. Con lei il racconto della disperata situazione dello Yemen diventa autentico e narra di diritti violati, di futuro negato per molte giovani generazioni, di condizioni disperate, ma anche di donne che lottano per la dignità, la sopravvivenza e la pace.

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Bambini soldato, cresce la piaga secondo la blacklist degli USA

Washington aggiunge Camerun, Libia e Nigeria nella blacklist dei Paesi che reclutano i minori come combattenti in violazione dei diritti dell’infanzia. La CTBTO ha registrato un picco di radiazioni nella Regione baltica: si sospetta il malfunzionamento di una centrale nucleare russa. Intanto, il Covid-19 sta determinando una nuova ondata di fame soprattutto nel Sud del mondo. L’America Latina esprime solidarietà al popolo palestinese: 320 personalità di spicco del mondo accademico, istituzionale e politico hanno firmato una nota congiunta per condannare la politica annessionista di Israele. In Mali, si apre il dialogo tra istituzioni statali e “Movimento 5 giugno”.

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Repubblica Centrafricana, le invisibili ferite aperte del conflitto

Il conflitto, scoppiato nel 2013 e non ancora del tutto terminato, ha provocato morte, violenza e distruzione. Come spesso accade in queste circostanze, i bambini pagano il prezzo più caro. Le storie di Agnes, Janet, Ali e Daniella raccontano di profondi traumi psicologici, difficili da curare e superare. Le istituzioni, ancora troppo traballanti, non sono in grado di offrire supporto adeguato alle tante vittime. Il lavoro degli operatori umanitari presenti sul territorio – con i loro programmi di educazione, supporto psicologico e sviluppo economico – diventa così essenziale.

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Iraq, carcere e torture a bimbi di 9 anni. L’accusa è terrorismo

Migliaia di bambini presunti collaboratori dell’ISIS vengono arrestati e detenuti in condizioni inumane nelle carceri irachene. Succede soprattutto nella parte settentrionale del Paese e nelle zone intorno a Mosul, citta dalla quale nel 2014 è stata annunciata la nascita dello Stato Islamico. I minori vengono sottoposti a maltrattamenti, abusi e tortura per estorcere loro false confessioni di partecipazione ad attività terroristiche. Questo approccio radicale è stato criticato da più parti. L’ONU ha invitato il Governo di Baghdad a cercare soluzioni alternative alla detenzione in quei casi in cui sussista soltanto il sospetto di affiliazione all’ISIS.

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Bambini strumento di propaganda nelle mani del terrorismo

L’idea che i giovanissimi possano essere in qualche modo coinvolti nelle azioni terroristiche è agghiacciante. Eppure con sempre maggior frequenza i più piccoli non solo subiscono inermi gli orrori dei conflitti, ma spesso vengono utilizzati da una parte e dall’altra per le proprie strategie. Non si tratta esclusivamente delle piccole vittime dello Stato islamico ma di quelle che l’Occidente usa come pedine nella sua lotta contro il terrorismo. D’altro canto, per trovare e motivare nuovi adepti, IS e Al Qaeda usano social media e riviste online dove le immagini di bambini uccisi dai bombardamenti da parte dei Paesi occidentali sono strumentalizzati al servizio della causa.

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Bambini soldato in 23 Stati, ma un film ripropone ancora l’Africa

Con il proliferare del terrorismo internazionale emerge che sempre più bambini e adolescenti, ragazzi e ragazze, vengono reclutati e impiegati per combattere. All’inizio di quest’anno l’Unicef ha pubblicato un report in cui si stima che oggi nel mondo i “child soldiers” sono 250mila e 23 gli Stati che li utilizzano in forma diretta e indiretta. Nonostante le Convenzioni e i protocolli vigenti, ancora si è lontani dal fare progressi affinché non vengano coinvolti minori negli scenari di guerra. Intanto, il film ‘Beasts of no nation’ provoca critiche e riflessioni.

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Conflitto maoisti e Stato indiano, al centro donne e bambini

Una larga parte delle popolazioni tribali indiane subisce le conseguenze più pesanti del sanguinoso conflitto – in corso da anni, autentico conflitto dimenticato – tra lo Stato indiano e i gruppi di guerriglieri maoisti. Raramente tale conflitto è emerso nell’agenda riguardante programmi di sicurezza globale. Donne e bambini sono intrappolati in questa mortale linea di fuoco, con abusi sessuali dilaganti e i più piccoli usati come scudi umani.

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