Salvare vite umane: esperienze e racconti da una “ONG del mare”

L’esternalizzazione delle frontiere e l’assenza di corridoi umanitari e canali legali di immigrazione non impedisce alle persone di mettersi in viaggio per l’Europa ma le obbliga a rischiare tutto in mare nelle mani dei trafficanti. Nel Mediterraneo, a salvare vite e a contrastare la cosiddetta Guardia Costiera libica restano di fatto solo le ONG che si occupano del soccorso. Delle missioni search and rescue, partendo dalla sua esperienza sulla Geo Barents di MSF, abbiamo parlato con la giornalista Caterina Bonvicini, con approfondimenti di Sara Traylor, attivista di Alarm Phone, e Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI.

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Libia, corridoi umanitari: come funzionano, chi sono i protagonisti

Il 30 giugno scorso, 95 rifugiati provenienti da Africa sub-sahariana e Siria arrivano in Italia con un (raro) volo da Tripoli. Persone che hanno subito “orrori inimmaginabili” all’interno e all’esterno dei campi di detenzione. Proviamo a capirne di più raccontando anche la storia di due di loro, Hasan e Irene, e del loro atipico salvataggio. Lo facciamo grazie alla collaborazione di Morena La Rosa, attivista per i diritti delle persone migranti presenti nel Paese nordafricano, Edmond Tarek Keirallah, coordinatore del progetto SIV di MSF, ed Ezio Savasta, operatore volontario della Comunità di Sant’Egidio.

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Migranti, i ritorni favoriti dall’OIM ma segnati da dolore e speranza

Non sempre ce la fanno. Non sempre riescono a raggiungere l’Europa o a sopportare gli abusi e le violenze dei lager libici. Così, molti migranti fanno la scelta del “viaggio di ritorno”. Sono viaggi che rientrano anche nei programmi e fondi a disposizione dell’UE e dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. E sono proprio i ritorni dalla Libia quelli più numerosi, rispetto ai reimpatri dai Paesi europei. È il caso, per esempio, del Ghana, dove solo lo scorso anno sono arrivati tre charter con a bordo, ognuno, 150 persone. Che dovranno rifarsi una vita e affrontare lo stigma del fallimento nella comunità.

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Libia, le elezioni non “legano” il Paese. Quasi certo ormai il rinvio

Non sembra trovare pace la nazione nordafricana dilaniata da guerra e instabilità. L’appuntamento per scegliere il nuovo presidente doveva essere una tappa storica per la ricostruzione democratica e il superamento dello stallo politico. Tuttavia, in un clima sempre più teso, probabilmente il popolo non andrà alle urne. Lo Stato, di fatto, non esiste e le candidature continuano a proporre le antiche divisioni e fazioni che si sono date battaglia negli anni scorsi. Tra flebili speranze e tante incertezze, si allarga l’ombra di un nuovo conflitto e si allontana il voto del 24 dicembre.

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Minori stranieri non accompagnati, storie di dolore e di riscatto

Siamo stati tutti bambini e bambine, almeno anagraficamente, ma il diritto ad avere un’infanzia “felice e spensierata” è minacciato da molti fattori ed eventi inaspettati che possono cambiare per sempre il corso della nostra vita. Abbiamo intervistato alcuni ragazzi che hanno fatto una scelta radicale e definitiva per il loro futuro. Dall’Africa all’Europa, attraverso un viaggio pericoloso e senza la protezione di un adulto che non sempre per loro ha rappresentato un’ancora di sicurezza. Abubakar, Issouf, Mohamed – e tanti altri – oggi vivono tra noi e lottano ogni giorno per guadagnarsi una vita migliore e diventare uomini.

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Italia-Libia, gli accordi bilaterali che calpestano i diritti umani

Quando i diritti umani fondamentali non sono abbastanza tutelati da prevalere su politiche migratorie aggressive si consumano tragedie. L’Italia, con l’appoggio dell’Unione Europea, per contrastare la crisi migratoria, attua l’esternalizzazione delle frontiere che non fa altro che provocare disastri umanitari. Si viene così meno al dovere di accogliere persone in fuga da persecuzioni e guerre violando così il principio di non respingimento. Un alleato in questo gioco pericoloso è la Libia, da anni compagno fisso del nostro Paese in accordi internazionali.

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Amnesty denuncia le condizioni dei migranti nei centri di Melilla

La Sezione spagnola dell’ONG chiede l’immediato trasferimento dei migranti dagli attuali centri di accoglienza siti nell’enclave iberica in “alloggi più dignitosi”. Le loro condizioni sono inaccettabili. Il Relatore Speciale per i diritti delle persone con disabilità ha presentato le prime Linee guida internazionali in materia di accesso alla giustizia per i disabili. Secondo un nuovo report, lo sviluppo di sistemi alimentari sostenibili può ridurre il surriscaldamento globale. Si è svolto a Mosca, l’incontro sino-indiano sulla disputa territoriale in Himalaya. Mentre in Marocco, è iniziato il cosiddetto “dialogo libico” tra le fazioni rivali.

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Centri di detenzione in Libia, dove la vita vale meno di niente

Vendute come merci, costrette ai lavori forzati, picchiate e lasciate morire: questa è la sorte che spetta alle persone in cerca di fortuna in Europa e avvistate dalla Guardia Costiera libica. La loro destinazione sono gli ormai noti centri di detenzione del Paese nordafricano, finanziati anche dall’Italia grazie al controverso Memorandum d’intesa del 2017. Qui si incrociano storie di negazione assoluta della dignità e dei diritti umani, giustificata dall’ipocrita lotta all’immigrazione clandestina e ai traffici di esseri umani.

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Libia, ancora “giorni di sangue” tra tregue violate e civili uccisi

Nonostante i tentativi per una sospensione umanitaria delle ostilità, nel Paese africano proseguono gli scontri e aumentano i morti. Una nuova legge potrebbe silenziare, nel Sud Dakota, le proteste dei nativi americani contro l’oleodotto Keystone XL. La pandemia Covid-19 aggrava alcune piaghe sociali, tra cui: la violenza domestica. Molte le iniziative in Italia per supportare le donne vittime di abusi. Mentre Human Rights Watch denuncia le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze saudite ai danni dei civili yemeniti, il Venezuela respinge le accuse di narcotraffico mosse dagli USA nei confronti di Maduro.

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Africa, le aree di crisi che segneranno la stabilità del continente

Se lo Yemen, la Siria, l’Afghanistan sono i Paesi i cui ormai lunghi anni di guerra stanno contribuendo a devastare il sempre precario equilibrio geopolitico in Medio Oriente, è l’Africa che continua ad alimentare il numero di conflitti nel mondo. E il 2019 si annuncia come un periodo alquanto complesso. Sul fronte della sicurezza molti i Paesi in aperto conflitto o che manifestano forte tensioni. Riuscire a ristabilire la pace, che parte soprattutto dallo stato di diritto e dalla giustizia sociale, è la sfida del continente per questo nuovo anno. In questo articolo i Paesi e le situazioni da tenere sotto osservazione.

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