4 Novembre 2024

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Iran, respinta indagine internazionale su repressioni delle proteste

Tra le notizie di questo mese: in Gran Bretagna è entrata in vigore la Convenzione di Istanbul. Le donne migranti escluse dalle tutele previste dallo strumento internazionale. Proteste in Ghana contro la crisi economica, i manifestanti hanno chiesto le dimissioni del presidente. Coca-Cola, Pepsi e Nestlé guidano la classifica dei più grandi inquinatori di plastica al mondo, secondo il nuovo report della coalizione internazionale Break Free from Plastic. Oltre 50.000 migranti, a livello globale, dal 2014 hanno perso la vita durante i viaggi della speranza. A renderlo noto l’OIM.

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Le politiche migratorie dell’Europa limitano la mobilità dall’Africa

Anche alla luce dei fatti più recenti, che hanno visto l’Italia rifiutarsi di autorizzare uno sbarco di migranti, acquisisce particolare rilevanza un’analisi critica delle politiche migratorie dell’UE. Laddove i Governi europei dichiarano di voler “evitare” che le persone intraprendano viaggi migratori lunghi e travagliati, di fatto non mettono in pratica nessuna azione per aprire corridoi umanitari legali e sicuri, soprattutto per chi parte dall’Africa. Il razzismo verso chi ha la pelle di colore scuro sembra proprio plasmare queste politiche per la “gestione” dei flussi migratori.

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Zimbabwe, violenza di genere è strumento di repressione politica

In questo Paese dell’Africa meridionale sono ancora troppe le attiviste e le donne in politica vittime di violenza sessuale e di genere. Il problema risiede nel persistere di un clima politico sfavorevole ma soprattutto nella presenza di uomini al potere con visioni conservatrici e patriarcali, al punto da ritenere che le donne possano fare carriera in politica solo vendendo il loro corpo. Da qui la nascita di violenze psicologiche e verbali sia in Rete che nella vita reale. Tutto questo rappresenta un ostacolo enorme per le donne ma anche una minaccia all’uguaglianza di genere.

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Non chiamatele baby gang, motivi del disagio giovanile in Italia

C’è un’emergenza giovani violenti nella nostra società? Se tra i minorenni italiani da una parte aumentano gli episodi di risse, bullismo, aggressività, azioni illegali, dall’altra si abbassa sempre di più l’attenzione nei confronti di un’adeguata educazione e di un costruttivo sostegno alla crescita delle nuove generazioni. Scuola, famiglia, politica sono chiamate in causa: cosa stanno – e non stanno – garantendo agli adolescenti? A quali doveri stanno rinunciando e quali diritti stanno negando? Lo abbiamo chiesto a esperti nel settore. E il quadro emerso è preoccupante per il presente e per il futuro.

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L’arte con tutti i sensi, percorsi di inclusione e multisensorialità

Osservare un’opera artistica o partecipare ad un evento culturale è esperienza di bellezza e totalità. Eppure sono ancora molte le barriere ai danni di chi non ha a disposizione tutti i sensi per goderne appieno: percepire i tratti di una scultura o assistere uno spettacolo. Così gli sforzi di alcune realtà di mettere al centro la persona, oltre le sue abilità, insegna che l’inclusione e l’accessibilità sono un diritto, più che un servizio. Voci Globali ha raccolto alcune testimonianze, scoprendo come nella multisensorialità ciascuno possa ritrovare un nuovo modo per vivere la cultura.

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Crollato il tabù nucleare, minaccia che incombe sulla storia umana

Torna a soffiare pesante il vento nucleare. Sul tavolo del grande gioco della geopolitica, la bomba atomica è ancora la carta che decide le crisi internazionali. Nel gran discutersi di bluff e dottrine strategiche, è rumorosissimo il silenzio sulla questione umanitaria. Intanto, l’Orologio dell’Apocalisse segna 100 secondi alla mezzanotte. Ne abbiamo parlato con la direttrice del Centro interdisciplinare Scienze per la Pace, Enza Pellecchia; con il presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli; con il presidente di Senzatomica, Daniele Santi; e con il giornalista di affari internazionali, Ugo Tramballi.

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I 27 anni della Bosnia Erzegovina: tra recessione, corruzione, paure

A circa un mese dall’anniversario dell’Accordo di Dayton del 1995, l’ex-Repubblica yugoslava si è recata alle urne in un clima ricco di tensione e disillusione dei suoi cittadini. Scarsa affluenza e totale sfiducia nei confronti della politica sono trend che continuano a crescere nel Paese. Nonostante la sconfitta dei candidati nazionalisti, lo strappo tra la politica e la popolazione appare sempre più grande e difficile da ricucire. L’assenza di crescita economica e il clientelismo hanno prostrato la società bosniaca, che nel frattempo si prepara a un inverno rigido e in piena crisi energetica.

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Gli afghani nel mirino di truffe online. Visti falsi per lasciare il Paese

Mentre nel mondo occidentale basta adempiere a pochi step burocratici per ottenere il passaporto o un visto, altrove la situazione è diversa. Dopo il ritorno al potere dei Talebani, in Afghanistan i social media sono stati inondati da annunci di privati o sedicenti agenzie che assicuravano visti per poter partire, dietro cospicuo pagamento. Chi è caduto nel tranello si è ritrovato derubato di migliaia di dollari e, nei casi peggiori, obbligato a intraprendere viaggi pericolosi alla mercé dei trafficanti, per poi finire in Paesi esteri, abbandonato al proprio destinato e ricercato dalle autorità locali.

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Così muore l’arte, il potere che opprime e fa guerra alla cultura

Dalla Cina alla Turchia, passando per Egitto, Iran, Kenya, scrittori, registi, cantanti continuano a subire repressioni e violazioni anche brutali della libertà di espressione solo perché le loro opere o attività culturali vengono considerate pericolose dal potere. Le carceri cinesi e turche, per esempio, spiccano per il numero di intellettuali detenuti, ma anche negli Usa serpeggia la censura con la messa al bando di libri su razzismo o diritti LGBTQ+ nelle scuole. E le donne, dall’Iran ai territori curdi, sono spesso accusate di indecenza solo per aver esternato la loro vena artistica.

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Salvare vite umane: esperienze e racconti da una “ONG del mare”

L’esternalizzazione delle frontiere e l’assenza di corridoi umanitari e canali legali di immigrazione non impedisce alle persone di mettersi in viaggio per l’Europa ma le obbliga a rischiare tutto in mare nelle mani dei trafficanti. Nel Mediterraneo, a salvare vite e a contrastare la cosiddetta Guardia Costiera libica restano di fatto solo le ONG che si occupano del soccorso. Delle missioni search and rescue, partendo dalla sua esperienza sulla Geo Barents di MSF, abbiamo parlato con la giornalista Caterina Bonvicini, con approfondimenti di Sara Traylor, attivista di Alarm Phone, e Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI.

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