19 Aprile 2024

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Israele, il nuovo Governo di Netanyahu minaccia la democrazia

Dopo aver ricevuto la fiducia della Knesset, il 29 dicembre scorso ha prestato giuramento il nuovo Governo israeliano guidato dalla coalizione dei partiti più di estrema destra e di orientamento religioso ultra-ortodosso della storia del Paese. Le dichiarazioni dei neo ministri sono molto chiare e non lasciano spazio a dubbi sulla volontà del Governo di percorrere la strada della discriminazione, dell’apartheid e dello spregio delle Leggi Fondamentali e dei diritti umani pur di consolidare il proprio potere e affermare la supremazia ebraica in ogni ambito della vita politica e sociale.

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Corno d’Africa, la siccità minaccia la vita di 20 milioni di bambini

Tra le notizie di questo mese: Al Jazeera si rivolge alla Corte Penale Internazionale per l’omicidio della giornalista Abu Akleh. Ghiacciai alpini sempre più fragili, vulnerabili e instabili per effetto della crisi climatica, secondo un recente report ambientalista. L’ONU lancia un Piano decennale per la sopravvivenza delle lingue indigene. Gli Stati Uniti accusano la Russia di usare in Ucraina armi vietate da risoluzioni internazionali. Lo Zambia abolisce la pena di morte.

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Twitter, con Elon Musk silenziato anche l’attivismo sulla disabilità

Nonostante le dichiarazioni sulla libertà di parola come “imperativo sociale” e sulla necessità di un sistema “ampiamente inclusivo”, nella visione di Musk non sembrano essere presenti le persone disabili e le loro esigenze. Il team di accessibilità di Twitter pare infatti cancellato, la piattaforma si allontana dai framework giuridici internazionali sui diritti delle persone con disabilità, e appare indebolita anche la capacità d’azione degli attivisti operanti online per i propri diritti. Aperto il confronto tra chi intende continuare a lottare all’interno della piattaforma e chi suggerisce di uscirne.

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La Turchia neo-ottomana e autoritaria di Erdoğan verso le elezioni

A un mese dall’attentato che ha sconvolto la città di Istanbul, messo in seria difficoltà dall’inflazione e dalla crisi economica, il Paese si prepara a rinnovare le massime cariche dello stato nell’estate 2023. Oltre all’economia, sulla situazione interna pesano le spinte illiberali che da anni colpiscono la società civile e la stampa. In più, le operazioni militari nel Nord della Siria e in Iraq non accennano a fermarsi. Per la prima volta dopo vent’anni l’AKP sembra in difficoltà e ciò potrebbe aprire uno spiraglio per i partiti dell’opposizione.

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Nigeria, donne vittime del legame traumatico, il 48% subisce abusi

La violenza domestica è un problema di salute pubblica in molti Paesi del mondo. In particolare, in Africa sub-sahariana una donna su tre, tra i 15 e i 49 anni, ha subìto una qualche forma di violenza da parte del proprio compagno. Nello studio oggetto di questo articolo sono stati analizzati i motivi per cui alcune di esse portano avanti le relazioni nonostante il loro partner violento. Una delle risposte potrebbe essere trovata infatti nel ruolo del legame traumatico e dell’empatia. A partire da questo, le azioni collaborative tra individui, comunità e Governi possono rivelarsi essenziali per affrontare la questione.

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Un anno insostenibile, breve bilancio sull’ambiente e sfide urgenti

Gli ultimi mesi di questo 2022 ci hanno mostrato la più dirompente versione dei cambiamenti climatici in atto. Ogni giorno, gruppi di scienziati ci disegnano la prospettiva, a lungo termine, di quello che ci aspetta sul piano ambientale se non provvediamo ad un cambiamento di rotta. Eppure, possiamo già osservare che l’anno che finisce ci chiama a bilanci più brevi e azioni più immediate. E siamo tutti chiamati in causa, non siamo soltanto spettatori. La soluzione alle questioni ambientali che stiamo vivendo è il primo dei buoni propositi da inserire nella lista per i prossimi tempi.

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Migrazioni, le “nuove” politiche UE che ricalcano vecchie misure

A 22 anni dalla proclamazione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti, il contesto geopolitico attuale sembra ulteriormente allontanare un effettivo rispetto dei diritti umani delle persone in movimento. In attesa di convergere su un Quadro strutturale sull’asilo, la Commissione europea propone un Piano d’azione operativo sul Mediterraneo centrale che punta ancora sull’esternalizzazione delle frontiere. Approfondiamo i pilastri di questa bozza con l’aiuto della giornalista Nancy Porsia, di Giulia Tranchina, avvocata di HRW, e della ricercatrice della CLEDU Alessandra Sciurba.

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Le donne vanno in guerra ma vengono escluse dai processi di pace

Nel 2000 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità la Risoluzione 1325 sull’impatto che le guerre hanno sulle donne e il loro contributo alla risoluzione dei conflitti armati. Ciononostante, sono numerosi i conflitti svoltisi negli ultimi vent’anni che hanno visto le donne ricoprire ruoli sia sulla linea del fuoco che apicali o ausiliari per poi ritrovarsi escluse dalla ricostruzione nella fase post-bellica. La piena partecipazione delle donne ai vari step del processo di pace è indispensabile per una società funzionale che tenga conto delle differenze di genere.

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Qatar oltre i Mondiali: no ai diritti, alleanze scomode, accordi sul gas

Tra alleanze esclusive con i talebani, amicizie strategiche con Iran e Turchia, accordi per le forniture di gas e profonde ombre su un ampio spettro di diritti umani e civili, l’emirato qatarino è al centro della scena globale. I campionati di calcio hanno acceso i riflettori su un piccolo Stato che ha molto da mostrare oltre a stadi scintillanti e tifosi in festa. Donne senza libertà, lavoratori schiavizzati e blogger incarcerati per aver espresso i propri pensieri sono soltanto alcune vittime di un sistema di potere opprimente. Con la solita complicità delle grandi potenze affamate di risorse.

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Guerra nucleare, anche quella “limitata” distruggerebbe gli Oceani

Alla luce dei recenti fatti in Ucraina e dell’accordo tra Usa e Russia sul trattato New Start, sono tanti i timori di un conflitto nucleare che, anche se limitato, causerebbe non pochi danni ambientali. Già negli anni ’80 si era compreso che dopo una guerra nucleare, un’apocalisse climatica avrebbe potuto oscurare la luce del sole per anni con il rischio di una grave carestia globale. Analizzando dunque un ipotetico scenario di guerra, una simulazione ha rivelato che l’uso di armi nucleari provocherebbe importanti mutazioni negli oceani, tra cui un’importante espansione del ghiaccio marino artico.

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