21 Novembre 2024

Diritti umani

“Garantiti” da Dichiarazioni universali, Costituzioni e Convenzioni internazionali, i diritti umani sono invece spesso ignorati, negati e calpestati in ogni angolo del mondo. Condannati all’estinzione se non facciamo niente per preservarli. Destinati a esistere esclusivamente sulla carta ma non nei fatti. Come giornalisti e cittadini attivi non possiamo far finta che vada tutto bene, vogliamo invece sapere e capire cosa accade, e raccontarlo. Idealisti forse, ma anche concreti, lavoriamo nello stesso tempo offline partecipando a conferenze e incontri pubblici, e organizzando corsi e seminari presso scuole e università – ogni volta che ne abbiamo l’opportunità.

Così muore l’arte, il potere che opprime e fa guerra alla cultura

Dalla Cina alla Turchia, passando per Egitto, Iran, Kenya, scrittori, registi, cantanti continuano a subire repressioni e violazioni anche brutali della libertà di espressione solo perché le loro opere o attività culturali vengono considerate pericolose dal potere. Le carceri cinesi e turche, per esempio, spiccano per il numero di intellettuali detenuti, ma anche negli Usa serpeggia la censura con la messa al bando di libri su razzismo o diritti LGBTQ+ nelle scuole. E le donne, dall’Iran ai territori curdi, sono spesso accusate di indecenza solo per aver esternato la loro vena artistica.

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Salvare vite umane: esperienze e racconti da una “ONG del mare”

L’esternalizzazione delle frontiere e l’assenza di corridoi umanitari e canali legali di immigrazione non impedisce alle persone di mettersi in viaggio per l’Europa ma le obbliga a rischiare tutto in mare nelle mani dei trafficanti. Nel Mediterraneo, a salvare vite e a contrastare la cosiddetta Guardia Costiera libica restano di fatto solo le ONG che si occupano del soccorso. Delle missioni search and rescue, partendo dalla sua esperienza sulla Geo Barents di MSF, abbiamo parlato con la giornalista Caterina Bonvicini, con approfondimenti di Sara Traylor, attivista di Alarm Phone, e Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI.

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Accordi Italia-Libia, 5 anni di morte e sofferenza nel Mediterraneo

Il Memorandum d’Intesa siglato nel 2017 dal Governo italiano sta per rinnovarsi automaticamente per altri tre anni. Dalla sua firma si è assistito a un drammatico peggioramento del rispetto dei diritti umani nel Paese nordafricano. In aggiunta, l’UE ha irrigidito la sua politica migratoria. Dinanzi agli abusi delle milizie e ai continui respingimenti in mare, alcune realtà associative europee hanno intrapreso un’attività di search and rescue civile e indipendente. Voci Globali ha raccolto la testimonianza di Luca Casarini, uno dei fondatori di Mediterranea Saving Humans e capomissione sulla Mare Jonio.

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Tratta degli esseri umani, in Italia cresce la capacità di adescamento

Minori e donne, ma anche persone particolarmente vulnerabili come transgender, disabili, analfabeti, disperati senza nulla da perdere: sono tutti potenziali e reali vittime dello sfruttamento a scopo sessuale o lavorativo per mano dei trafficanti, ben radicati anche in Italia. Il nostro Paese non fa ancora abbastanza per fermare il vergognoso fenomeno, troppo spesso legato anche a norme sull’immigrazione e sull’accoglienza inadeguate e terreno fertile per gli sfruttatori. La tratta inoltre rischia di proliferare attraverso strade nuove, più sofisticate, come l’e-trafficking. Il richiamo all’azione politica è più urgente che mai.

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Russia, la legge contro la “propaganda gay” che lede i diritti umani

Sebbene nel 1993 in Russia l’omosessualità sia stata depenalizzata, da allora si sono susseguite numerosi leggi al riguardo. Nel 2013 il già presidente Vladimir Putin firmò un nuovo decreto che proibiva la diffusione di informazioni sulle “relazioni sessuali non tradizionali” ai minori di 18 anni – con il pretesto del rischio spopolamento – limitando di fatto la vita delle persone LGBTIQ e dei gruppi di sostegno. Nonostante la legge sia stata condannata dalle principali istituzioni europee per la tutela dei diritti umani e dalla comunità internazionale, sono stati proposti di recente emendamenti che ne ampliano il campo di applicazione, ponendo ancora più in pericolo i diritti LGBTIQ e la libertà di espressione.

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Confine tra Bielorussia e Polonia, dove muore il diritto comunitario

A partire dall’inverno 2021 la situazione umanitaria lungo la frontiera orientale polacca si è trasformata in una vera e propria catastrofe umanitaria. Le autorità di Varsavia si sono macchiate di respingimenti arbitrari e violenze ai danni dei richiedenti asilo. Inoltre, le difficili condizioni climatiche hanno aggravato ulteriormente la situazione. Con lo scoppio della guerra in Ucraina e l’apertura ai rifugiati ucraini, è emerso il razzismo delle politiche di controllo dei confini europei. Attraverso una testimonianza diretta Voci Globali torna a parlare di criminalizzazione dei fenomeni migratori.

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Manganelli, lacrimogeni, pallottole: muore il diritto alla protesta

Manifestare il proprio dissenso contro ingiustizie, violazione dei diritti, abusi di potere dei governanti è sempre più difficile nel mondo. Non perché non ci siano persone disposte a esprimere pacificamente le proprie idee e a lottare per la democrazia e per i diritti, ma per la repressione forzata di cortei e manifestazioni da parte degli Stati. L’uso sproporzionato di armi, anche quelle meno letali come i lacrimogeni, di arresti, di atti di forza e di violenza fisica sta seriamente indebolendo il diritto a protestare. E, di conseguenza, la possibilità di costruire una società globale davvero evoluta, inclusiva, giusta e libera.

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Libia, corridoi umanitari: come funzionano, chi sono i protagonisti

Il 30 giugno scorso, 95 rifugiati provenienti da Africa sub-sahariana e Siria arrivano in Italia con un (raro) volo da Tripoli. Persone che hanno subito “orrori inimmaginabili” all’interno e all’esterno dei campi di detenzione. Proviamo a capirne di più raccontando anche la storia di due di loro, Hasan e Irene, e del loro atipico salvataggio. Lo facciamo grazie alla collaborazione di Morena La Rosa, attivista per i diritti delle persone migranti presenti nel Paese nordafricano, Edmond Tarek Keirallah, coordinatore del progetto SIV di MSF, ed Ezio Savasta, operatore volontario della Comunità di Sant’Egidio.

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Nigeria, 14 anni di prigione per aborto e parti a rischio per le madri

Il recente ribaltamento della sentenza Roe vs Wade ha annullato le leggi federali statunitensi che garantivano l’accesso all’aborto. Nonostante il successivo ordine esecutivo firmato da Biden per porvi rimedio, si sta aprendo la strada a nuove norme che limiteranno la possibilità di interrompere una gravidanza in modo legale e sicuro. In Nigeria, vige da tempo una legge che punisce duramente chi ricorre all’aborto in casi diversi da quelli salvavita. Parallelamente si riscontra un alto tasso di mortalità materna, risultato delle leggi “pro-vita” che invece compromettono la salute e la vita stessa delle donne.

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Criminalizzazione della solidarietà, quando è cominciata e perché

Soccorrendo migranti in pericolo in mare o sulle montagne, offrendo loro riparo e cibo, documentando gli abusi delle polizie e opponendosi alle espulsioni, i difensori dei diritti umani hanno svelato la crudeltà causata dalle politiche europee (e italiane) sull’immigrazione e sono diventati essi stessi bersagli delle autorità. Analizziamo, insieme all’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo e al capomissione di Mediterranea, Luca Casarini, il fenomeno dell’attacco alle organizzazioni che operano nel sociale, specie nel campo delle migrazioni, soffermandoci tra l’altro sul tipo di linguaggio discriminatorio usato quando si parla di migranti.

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