L’Europa che fa scudo ai migranti con oltre mille chilometri di muri

Nel Continente che si vuole patria di diritti e libertà, le frontiere tornano protagoniste. Sull’onda della crisi afghana, Atene annuncia il completamento dell’ultima delle barriere anti-migranti, al confine settentrionale con la Turchia. Lituania e Polonia rivelano l’intenzione di serrare i valichi della rotta che passa dalla Bielorussia. La strada per l’Unione che non c’è, per i migranti, è una corsa a ostacoli. E non da oggi. Sbarramenti e recinzioni corrono lungo i confini di mezza Europa e nel nome di una presunta questione sicurezza, riducono gli standard minimi dei diritti umani, al di là e al di qua di ogni barriera.

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Tratta di esseri umani, il fiorente mercato della moderna schiavitù

30 luglio, Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Almeno 40 milioni le vittime nel mondo, trafficate principalmente a scopo di sfruttamento della prostituzione e del lavoro forzato. Una vittima su tre è un bambino. A definire il profilo delle categorie più a rischio sono le condizioni di estrema vulnerabilità sociale e materiale, e sono devastanti gli effetti della pandemia da Covid-19. È decisivo il ruolo giocato da razzismo, xenofobia, e discriminazione di genere. Per i trafficanti, sono grandi profitti e minimi rischi. E l’indifferenza collettiva è la grande complice.

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Braccianti indiani in Italia, quando il lavoro è schiavitù e violenza

Pagati 3,50 euro all’ora e costretti a lavorare spesso 10-12 ore al giorno inginocchiati nei campi: sono i nuovi schiavi della comunità sikh dal Punjab, che mandano avanti le aziende e cooperative agricole nella pianura pontina, nel Sud del Lazio. Privati dei più basilari diritti, questi lavoratori subiscono da anni intimidazioni, ingiustizie e atteggiamenti propri del caporalato, che qui è ormai sistemico. A parlarci di questo fenomeno ancora troppo diffuso è Marco Omizzolo, sociologo impegnato in prima linea nella causa dell’emancipazione della comunità indiana dagli abusi a cui sono sottoposti.

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Bambinə gender variant: imparare l’ascolto, a scuola e in famiglia

La rigida categorizzazione maschio/femmina, con i suoi ruoli di genere prestabiliti e inderogabili, è una gabbia culturale. Per tuttə, specie per ə bambinə. La varianza di genere esiste, ə bambinə con identità di genere non conforme esistono. Voci Globali ha affrontato il delicato tema con tre professioniste che – condividendo la propria esperienza umana, professionale, di attivismo – hanno evidenziato l’importanza dell’ascolto quale strumento per imparare a riconoscere (e distruggere) i nostri stereotipi.

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Tortura, azione e aiuti ai “sopravvissuti” alla violenza istituzionale

In occasione della giornata a sostegno di coloro che hanno subìto trattamenti inumani e degradanti, raccontiamo alcuni dei progetti finanziati dal Fondo delle Nazioni Unite su questo tema. Le persone che partecipano a programmi di recupero o intraprendono azioni legali contro i propri torturatori, lo fanno in maniera coraggiosa e determinata, nonostante le difficoltà imposte dal sistema o dalla loro situazione economica e abitativa. Sono guidate da associazioni specializzate che, in tutto il mondo, si battono per e con loro.

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Amazon, lavoratori senza diritti. Il lato oscuro dell’e-commerce

L’aggressiva politica aziendale messa in atto dal colosso del commercio elettronico nei confronti dei propri dipendenti ha determinato la progressiva erosione dei loro diritti. Gli “Amazon Workers” sono costretti a condizioni di lavoro deplorevoli, a tratti disumanizzanti. E al contempo, incontrano gravi difficoltà a esercitare le proprie libertà sindacali. Il tutto in nome della “velocità”, che costituisce una vera e propria ossessione per Amazon. Nel corso della pandemia, l’approccio dei lavoratori nella difesa dei propri diritti è cambiato, virando verso una dimensione più internazionale.

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Israele, l’apartheid digitale che controlla e silenzia i palestinesi

Si fa sempre più urgente, a livello globale, l’istituzione di standard internazionali che proteggano gli individui sia dall’usurpazione dei diritti umani da parte di Governi autoritari e repressivi, che dalle politiche digitali di colossi capitalistici orientati al profitto. Sono anni che Israele, deumanizzando costantemente i palestinesi, ne confina la libertà di espressione online, attentando a quelli che dovrebbero essere diritti inalienabili di ciascun cittadino nell’era del web. Al di là delle politiche digitali segregazioniste adottate da Israele, l’aspetto più allarmante rimane la tacita collaborazione tra il regime mediorientale e i colossi dei social media.

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Il business del dolore, il mercato e l’uso degli strumenti di tortura

Praticamente ovunque, sono banditi i trattamenti inumani o degradanti; produrre, comprare e vendere gli oggetti che servono per maltrattare le persone invece è legale. In prigione, nelle caserme o alle manifestazioni, pubblici ufficiali ne fanno uso in nome dell’ordine e della sicurezza. Contro il business che cresce insieme alle fiere di armi e alimenta l’abuso della forza, gli Stati europei raggiungono un nuovo traguardo. Segue anche l’ONU, lasciando aperta la porta alla speranza di un mercato globale libero dalla crudeltà.

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Leggi e violenze che negano alle donne il diritto di appartenersi

Quasi metà della popolazione femminile non ha potere decisionale sul proprio corpo – come emerge dall’ultimo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni, che indaga il diritto all’autodeterminazione e all’integrità corporea. Nei sistemi socio-culturali che spregiano la libertà e la dignità delle donne affondano le radici le tante umiliazioni che si consumano sui corpi femminili. Stupri, matrimoni forzati, coercizione riproduttiva, mutilazioni genitali: il controllo sulle scelte sessuali e riproduttive è controllo sulla vita e sul futuro.

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Libertà di stampa, come informare è diventato un “crimine”

Un tempo, erano i corrispondenti di guerra a correre i maggiori rischi per la propria incolumità. Oggi, per un giornalista è sufficiente occuparsi di “certe” tematiche – quali: politica, corruzione, movimenti di protesta – per ritrovarsi, in qualche modo, silenziato da Governi e attori non-statali. Questi usano una serie di metodi – di cui l’omicidio rappresenta l’extrema ratio – per generare il cosiddetto “chilling effect” sulla libertà di stampa. Viene così inficiato il pluralismo informativo, il diritto di cronaca e quello del cittadino a essere informato.

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