19 Aprile 2024

Africa

L’informazione che riguarda il continente africano è fatta di anomalie. In Italia se ne parla troppo poco, se ne parla perlopiù quando succedono eventi straordinari – conflitti, carestie, genocidi – spacciandoli per ordinari. Se ne parla avendo già in mente prospettive di analisi dei fatti legate a stereotipi e luoghi comuni. Il nostro obiettivo è di dare spazio a un’Africa “normale”. Fatta di successi e insuccessi, di situazioni vergognose o di quelle che indicano lo sviluppo e la crescita del continente, di leader e gente cosiddetta comune. Per aiutare tutti noi a capire – indirettamente – le radici del fenomeno migratorio, ma anche le economie e le relazioni di potere del pianeta.

Africa, i matrimoni precoci che cancellano il futuro delle bambine

Nonostante le campagne per l’abolizione dei matrimoni precoci messe in atto dall’Unicef e altri enti istituzionali, questa usanza – profondamente radicata nelle tradizioni locali – continua a essere praticata in molti Paesi del mondo. Un recente studio ha analizzato i dati relativi a quattro Stati dell’Africa sub-sahariana che detengono i tassi più alti di matrimoni infantili, cercando delle risposte al motivo del perdurare di tale pratica. Ne è emersa una chiara correlazione tra livello d’istruzione ed età delle prime nozze che indica, tra le soluzioni, un percorso scolastico più lungo per le ragazze.

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Oltre il Medio Oriente, l’avanzata dell’estremismo islamico in Africa

Dopo la caotica ritirata delle forze armate americane da Kabul ad agosto dello scorso anno e l’inizio della guerra in Ucraina, i riflettori sull’avanzata dell’estremismo islamico si sono spenti. Eppure, la presenza di tali gruppi è sempre più forte in tutto il Sahel e lungo la costa orientale africana, dalla Somalia fino al Mozambico. La loro diffusione infatti è favorita da problemi presenti nei Paesi africani come il malgoverno e i pessimi rapporti tra Stato e popolazione locale. Tuttavia, l’incremento dell’attività paramilitare islamica costituisce una minaccia per le economie e la sicurezza del Sud del mondo, con un numero sempre maggiore di giovani disposti ad arruolarsi e imbracciare le armi.

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Africa, la Francia parla di giustizia decoloniale ma fa i suoi interessi

Sempre più di frequente le ex potenze coloniali dichiarano di voler fare ammenda per i crimini del passato e di voler compensare – con restituzioni e investimenti – i danni arrecati ai Paesi africani (e non solo) in linea con quella che è stata definita “giustizia decoloniale”. Ma, altrettanto spesso, tali dichiarazioni, come quelle di Macron durante le visite di Stato in Africa occidentale, nascondono in realtà il chiaro intento di garantirsi potere di influenza sulle Regioni un tempo colonizzate e possibilità di guadagno grazie a rinnovati accordi commerciali, ben lontani dall’essere equi.

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Sudafrica, ritorna a vivere la musica di un’antica pittura rupestre

Un team di archeologi sudafricani è riuscito a ricreare con metodi di ricerca archeoacustica la musica raffigurata in una pittura rupestre sulle montagne del Cederberg, nord-ovest del Paese, dove sono dipinte persone che tengono in mano dei frustini, finora interpretati come scacciamosche. La ricerca rivela invece il loro probabile utilizzo come strumenti musicali aerofoni, suonati in gruppo durante l’esecuzione di danze rituali di trance al fine di ricreare suoni di origine naturale, percepiti ad esempio come ronzio di api nella fase allucinatoria, ma anche per l’invocazione della pioggia.

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Migrazioni, film e documentari africani che cambiano la narrazione

Se molti viaggi migratori hanno i Paesi africani come punto di partenza, è purtroppo vero che nella narrazione globale sulle migrazioni manca proprio il punto di vista di chi questi viaggi li affronta. Questo è invece l’obiettivo della Ong STEPS che si occupa di portare la prospettiva degli africani sulla scena internazionale, producendo film e documentari su temi d’attualità che siano strumenti di cambiamento sociale e sensibilizzazione. Tramite l’impact producing, è infatti possibile agire concretamente per migliorare la vita degli individui, delle comunità e delle politiche documentate nelle pellicole.

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RDC e Belgio, il passato e il tentativo di costruire nuove relazioni

La storia del colonialismo europeo in Africa è piena di punti oscuri: sfruttamento, schiavitù e accuse di genocidio hanno segnato quella tra Belgio e Congo. Negli ultimi anni sono stati compiuti alcuni passi verso il riconoscimento dei crimini commessi nella ex colonia anche al fine di ricostruire legami diplomatici più forti. Se è vero che il Belgio ha espresso rammarico per quanto avvenuto nella attuale Repubblica Democratica del Congo, è necessario che lo Stato dell’Africa centrale sia parte attiva del dialogo e delle trattative, non ultime quelle sui possibili risarcimenti economici.

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Cannabis, in Africa produzione per uso medico penalizza i locali

La coltura della cannabis ha una lunga storia nel Continente africano e, sebbene in passato molti Paesi perseguissero i reati legati alla coltivazione clandestina, ora si sta promuovendo la produzione legale. Sono dieci le nazioni che ne hanno approvato la legalizzazione per usi medici e scientifici. Tuttavia, i processi che regolano la coltivazione e la distribuzione sono così lunghi e costosi che solo le grandi aziende possono permettersi di entrare in quest’industria emergente a discapito dei piccoli produttori che invece restano esclusi. E il settore rischia di essere fagocitato dalle multinazionali.

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Integrazione panafricana imperfetta, manca la volontà dei leader

In occasione dell’Africa Day il 25 maggio e del summit straordinario dell’Unione Africana tenutosi nella Guinea Equatoriale, si rende indispensabile una riflessione sull’urgenza di una reale integrazione continentale. Sebbene l’UA abbia stabilito linee guida condivisibili e ammirevoli, vari Stati membri sono riluttanti a trasferire i poteri necessari agli organi dell’Unione. Eppure, rinunciare a una piccola porzione di autonomia, porterebbe alla coesione interna e a maggiori benefici comuni in ambito politico ed economico, e soprattutto a un migliore posizionamento dell’Africa sullo scacchiere internazionale.

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Africa, i beni culturali del Continente dritti nel mirino delle guerre

Sul territorio africano sono numerosi i Paesi coinvolti in conflitti durante i quali, oltre alle vite umane e agli obiettivi civili e militari, non vengono risparmiati neanche siti archeologici ed edifici o manufatti di inestimabile valore storico. Nonostante esistano normative specifiche per la tutela dei beni culturali durante i periodi di guerra – come la Convenzione dell’Aia del 1954 – affinché queste abbiano effetto devono essere attuate già in tempo di pace. È inoltre necessario implementare programmi di formazione sul valore del patrimonio rivolti alla popolazione civile e militare.

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Etiopia, il conflitto sta aumentando i casi di disturbi mentali

In Etiopia, la guerra civile scoppiata nel 2020 sta provocando gravi conseguenze sulla vita della popolazione. Nelle regioni del Tigray, di Amhara e Afar, si stima che una vasta percentuale degli abitanti, soprattutto donne e bambini, soffrano di alterazioni psicologiche. Purtroppo, la guerra in corso ha danneggiato le strutture sanitarie, religiose e governative, che si occupavano della cura della popolazione. Si fa sempre più urgente il bisogno di creare spazi comunitari dedicati al trattamento dei disturbi psichici, nonché di formare adeguatamente il personale al supporto psicologico.

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