26 Aprile 2024

Etiopia, migliore destinazione turistica al mondo


Volta della chiesa rupestre di Abuna Yamata Guh, Tigray, foto dell'utente Flickr Evgeni Zotov su licenza CC.
Volta della chiesa rupestre di Abuna Yamata Guh, Tigray, foto dell'utente Flickr Evgeni Zotov su licenza CC.

Il posto più bello al mondo da visitare? Un Paese africano, l’Etiopia. Lo dice il Consiglio europeo del Turismo e del Commercio, organismo che riunisce operatori professionali del turismo che operano nell’Unione europea, che dal 2006 attribuisce tale riconoscimento a Paesi che hanno posto il settore turistico al centro dello sviluppo sociale del proprio territorio.

Tra le motivazioni del Consiglio c’è l'”eccellente conservazione di monumenti patrimonio dell’umanità“. Ma anche l’ospitalità e la sicurezza del Paese sono indicati come motivi della scelta della giuria del Consiglio.

E a dimostrazione delle buone politiche messe in atto in questi anni ci sono i dati della Banca mondiale, secondo la quale il numero dei visitatori è passato da 468.000 nel 2010 a 681.000 nel 2013.

Ma cosa rende così unico questo Paese del Corno d’Africa?

Si va dalla città storica di Axum, cuore dell’antica Etiopia, alla città di Harar Jugol e le sue 82 moschee. E poi Lalibela, luogo sacro al cristianesimo con 11 chiese del XIII secolo scavate nella pietra, Fasil Ghebbi, la residenza degli imperatori etiopi tra il XVI e XVII secolo, l’area del Konso caratterizzata da terrazzamenti e fortificazioni, 55 km quadrati di bellezza naturale e sede di tradizioni culturali che vanno indietro di 400 anni, la bassa Valle dell’Awash, dove sono stati scoperti i resti fossili di Lucy. Là dove è cominciata la storia dell’umanità.

E ancora, il parco nazionale del Simien, panorama spettacolare dove le erosioni di milioni di anni hanno formato cime frastagliate, valli e precipizi anche di 1.500 metri. Tutti i siti citati rientrano nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

L’Etiopia è l’unico Paese africano, insieme alla Liberia, a non essere mai stato colonizzato (ci provò due volte l’Italia). E quella che è stata definita la “culla dell’umanità” ha lasciato tracce di una profonda evoluzione artistica e spirituale. Oltre che la forza della resistenza all’invasore bianco.

Anche lo scorso anno l’ambito riconoscimento andò a un Paese africano, lo Zimbabwe.

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