18 Aprile 2024

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Cina, destinazione da record per gli studenti africani anglofoni

Negli ultimi anni il gigante asiatico ha registrato un notevole aumento del numero di studenti provenienti dall’Africa, superando Gran Bretagna e Stati Uniti e diventando la seconda destinazione a livello mondiale. Il corpo studentesco africano è passato da poco meno di 2.000 allievi nel 2003 a quasi 50.000 nel 2015. A parte l’accesso a borse di studio, sono svariate le ragioni che spingono un così gran numero di persone a partire: opportunità linguistiche, commerciali, imprenditoriali, economiche. L’articolo ci offre una visione d’insieme sul fenomeno.

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Corno d’Africa, i rischi di un’espansione della crisi del Golfo

La regione è una delle zone geo-strategiche più importanti al mondo per la sua vicinanza allo stretto di Bab-el-Mandeb che collega il Golfo di Aden con il Mar Rosso, e ha stretti legami con il mondo arabo. Le nazioni del Golfo si sono recentemente schierate con l’Arabia Saudita nella crisi diplomatica con il Qatar, accusato di aver finanziato il terrorismo e sostenuto l’Iran. Da questa crisi potrebbe innescarsi un effetto a catena che sconvolgerebbe anche le nazioni del Corno d’Africa, un territorio già vulnerabile ai conflitti nonché già sull’orlo di una crisi umanitaria.

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Spose bambine, così si infrangono i diritti dell’infanzia

Secondo il recente rapporto di Save the Children la piaga dei matrimoni precoci riguarda circa 40 milioni di minori in tutto il mondo, di fatto bambini, che vedono negato il diritto ad un’infanzia libera. La diffusione di questa pratica è di portata globale e interessa molti Paesi dell’Occidente avanzato compresi gli Stati Uniti. Nonostante la drammaticità del fenomeno, le misure introdotte per arginarlo sono ancora insufficienti. Fattori determinanti che spingono a questa pratica sono principalmente la povertà, i dettami religiosi e la credenza che il matrimonio rafforzi il prestigio e l’onore di una famiglia.

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Bambini strumento di propaganda nelle mani del terrorismo

L’idea che i giovanissimi possano essere in qualche modo coinvolti nelle azioni terroristiche è agghiacciante. Eppure con sempre maggior frequenza i più piccoli non solo subiscono inermi gli orrori dei conflitti, ma spesso vengono utilizzati da una parte e dall’altra per le proprie strategie. Non si tratta esclusivamente delle piccole vittime dello Stato islamico ma di quelle che l’Occidente usa come pedine nella sua lotta contro il terrorismo. D’altro canto, per trovare e motivare nuovi adepti, IS e Al Qaeda usano social media e riviste online dove le immagini di bambini uccisi dai bombardamenti da parte dei Paesi occidentali sono strumentalizzati al servizio della causa.

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Profughi e rifugiati, è l’Africa che ne accoglie il numero più alto

Più dell’80% dei rifugiati nel mondo vive in Paesi in via di sviluppo. In particolare, molti Paesi africani come Etiopia, Kenya, Uganda, Ciad e Repubblica Democratica del Congo accolgono milioni di persone in enormi campi profughi ormai trasformati in vere e proprie città dove, però, molti diritti non sono garantiti, a partire dall’accesso al cibo. I problemi sono anche ambientali: da un lato, carestie e siccità stimolano nuovi flussi migratori, dall’altro i campi stessi hanno un violento impatto sugli spazi e territori dove vengono collocati rendendo ancora più difficile la vita dei rifugiati.

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La Mina del Diablo, una discesa nell’inferno boliviano

Una visita alla miniera del Rosario, una camminata di 4 chilometri fino a 80 metri di profondità. Qui, grazie a una guida del posto, scopriamo la storia di questo luogo, la disperazione e la vita dei minatori. “Siamo costretti a schiacciarci contro la parete ad ogni passaggio dei minatori piegati sui loro carrelli prima pieni, poi vuoti, poi nuovamente colmi di pietrame estratto con il loro duro lavoro. Un generale senso di stress, malessere e stanchezza, la necessità d’aria fresca e di spazi aperti, la voglia di uscire il prima possibile da questi cunicoli bui e lontani dal mondo, quello là fuori.”

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Innovation Prize for Africa, soluzioni creative per il continente

Un modo per conoscere lo stato dell’innovazione in Africa? Sicuramente l’Innovation Prize for Africa. Organizzato ormai per il sesto anno consecutivo dall’African Innovation Foundation può aiutare a comprendere quanto dinamico sia il continente nell’ambito della ricerca applicata. Etiopia, Sudafrica, Nigeria, Marocco, Botswana e quest’anno Ghana. I Paesi ospitanti e soprattutto chi vi prende parte accolgono questo evento come una grande ventata di novità per quel che riguarda l’ingegno creativo del continente.

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Worldreader, in Africa la lettura che passa attraverso il cellulare

Digital in 2017 fa il punto sulla diffusione del digitale nel mondo: in Africa la maggior parte del traffico web passa attraverso il telefonino. E così cresce il successo di applicazioni destinate alla lettura, come Worldreader, che risulta la più popolare nel continente: 28.500 ebook distribuiti gratuitamente in 43 lingue, con l’obiettivo di arrivare a 15 milioni di lettori entro il 2018. L’utilizzo di questa app può essere utile anche in ambito scolastico, come dimostra il programma Read to Kids (R2K) per promuovere la lettura diretta ai bambini fino ai 6 anni.

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Rifugiati LGBTI, diritti che oscillano tra norme e pregiudizi

Secondo dati di ricerca i richiedenti asilo gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali (LGBTI) devono affrontare molteplici forme di discriminazione, sia da parte delle autorità di Paesi ostili da cui fuggono, sia nelle procedure delle richieste d’asilo di Paesi ospitanti non ancora equipaggiati per affrontare questa particolare situazione. Il punto in Europa ma anche in Africa, in un articolo a firma di Tobias Pellicciari, presidente di International Support – Human Rights per i diritti LGBTI con la collaborazione di Paola Villano, docente di Psicologia sociale all’Università di Bologna.

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Ghayath Almadhoun, quando il dolore diventa poesia

“Sono una macchina che genera poesia e la mia poesia non è nient’altro che l’espressione, il risultato della mia vita”. Quelle di Ghayath Almadhoun sono esperienze tali da cambiartela la vita, rivoltarla, farla in mille pezzi. Madre siriana, padre palestinese, Ghayath, ha vissuto per tutta la sua vita come figlio di una diaspora forzata. Come rifugiato, esiliato, o – lasciando da parte le etichette – semplicemente come un viaggiatore. Lo abbiamo intervistato nel corso di un suo reading in Italia.

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