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Spose bambine, sono 640 milioni al mondo. Milioni di vite bruciate

Secondo l’ultimo rapporto Unicef questo è il numero di casi totali nel mondo, di cui quasi la metà in Asia Meridionale. In Africa Sub-sahariana preoccupano le prospettive per il prossimo futuro. Il matrimonio infantile è una piaga sociale e di genere che continua a infettarsi. Ed è un affare globale, capace di impattare il benessere di Paesi e popolazioni intere, generazioni a venire comprese. Mentre si avvicina il 2030 che avrebbe dovuto segnarne la fine, conflitti, shock climatici e pandemia rischiano di vanificare i progressi – irregolari, spesso iniqui, ma comunque significativi – degli ultimi 25 anni. Al ritmo attuale, siamo lontani tre secoli dal traguardo zero. Ma dal raggiungimento di questo obiettivo passa la garanzia di ogni diritto femminile in ogni parte del mondo.

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L’incertezza di Taiwan, tra mobilitazioni e un traballante status quo

L’isola nel Mar Cinese Meridionale è alle prese con le annuali esercitazioni militari Han Kuang. Ciò avviene a un mese dalla visita della presidente Tsai Ing-wen in USA. Taipei è stretta tra l’espansione delle due sfere d’influenza delle superpotenze nel Pacifico. Raccontiamo un Paese scosso dalla guerra in Ucraina e dai dubbi sul proprio futuro: data la crescente pressione della RPC, il sostegno di Washington non sembra scontato in caso di conflitto. Infine, il valore strategico dell’industria di Taipei rischia di non poter garantire stabilità e autonomia come in passato.

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Francia, più repressiva e brutale la risposta dello Stato alle proteste

Nel corso delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni si è vista una reazione particolarmente dura da parte delle forze dell’ordine. Questo sembra derivare dall’assunzione di un modello molto più rigido di mantenimento dell’ordine pubblico, volto a impedire le proteste piuttosto che a facilitarne il regolare svolgimento. Alla luce dell’attuale momento storico in cui è messa in discussione la forma stessa della democrazia rappresentativa, appare fondamentale ripensare a come gestire il mantenimento dell’ordine pubblico bilanciando l’uso della forza col rispetto delle libertà individuali.

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Ambiente: estreme le proteste, estrema la repressione dei Governi

Le contestazioni recenti sulle questioni ambientali hanno scatenato un’aspra risposta delle istituzioni. In tutti i Paesi d’Europa e non solo, le pene che si riservano agli attivisti raccontano una propaganda che fa della contestazione un atto violento e vandalico, spostando di fatto l’attenzione alla forma delle manifestazioni dal loro stesso contenuto. La risposta non traduce quest’esigenza e quest’ansia verso il cambiamento climatico in politiche concrete e attente, ma in repressione e impulsi antidemocratici. Dove la legge non fornisce sostegno alla causa, l’appello è alla giustizia.

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India, le ondate di calore inaspriscono povertà e diseguaglianze

Nei mesi di marzo e aprile sono state registrate temperature molto elevate nel subcontinente indiano. Lo studio presentato nell’articolo illustra come i periodi di caldo rovente abbiano, nell’arco degli ultimi decenni, provocato migliaia e migliaia di decessi e ricoveri, e il deterioramento della qualità della vita di milioni di cittadini indiani. A rischio la disponibilità dei prodotti agricoli e dunque l’accesso al cibo, la salute, i posti di lavoro e l’intera economia del Paese. Per contrastare gli effetti devastanti di tali eventi climatici estremi è necessario implementare efficaci piani d’azione.

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Turchia al voto, lo sguardo del mondo e l’autoritarismo di Erdoğan

Si accendono i riflettori sulla chiamata alle urne per scegliere il presidente turco: l’evento politico ha una risonanza globale, considerando l’importanza del Paese a livello geopolitico. Lo scontro, dall’esito incerto, è tra Erdoğan e il leader dell’opposizione Kılıçdaroğlu. Al centro della contesa c’è la guida di una nazione indebolita sul fronte delle istituzioni democratiche, dei diritti umani e delle libertà civili. Con una crisi economica pesante e l’ambizione di avere un ruolo da protagonista nel Mediterraneo, in Siria e come membro Nato, lo Stato turco affronta una tornata elettorale cruciale e complessa.

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Difensori dei diritti umani, la tenacia che supera il rischio e la paura

Promuovono e proteggono diritti e libertà. E per questo, in ogni angolo del mondo, sono uccisi, aggrediti, minacciati, molestati online. Ma anche – peggio – criminalizzati, sorvegliati, silenziati sempre più spesso dalle istituzioni, comprese quelle democratiche. Nessuno di loro, però, arretra di un passo. La X° edizione della Global Analysis firmata Front Line Defenders è l’istantanea di una caccia all’uomo che nulla può di fronte alla necessaria lotta pacifica per un mondo più giusto. Facciamo il punto con Sarah de Roure, Head of Protection di FLD, e conosciamo i difensori Yirley Velasco per la Colombia e Josuè Aruna per la Repubblica Democratica del Congo.

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Nigeria, una crisi umanitaria conseguenza dell’industria petrolifera

L’industria petrolifera nigeriana, sebbene rappresenti gran parte della ricchezza del Paese, è anche motivo di disastri ambientali, fonte di violenti disordini e oggetto di diverse cause legali. Infatti, i numerosi sversamenti avvenuti nel corso degli anni hanno devastato l’ecosistema della Regione del Delta e ora, a causa del crollo della produzione, le cinque compagnie energetiche principali operanti nel Paese hanno manifestato l’intenzione di svendere numerosi giacimenti. Ma i cittadini chiedono di essere risarciti per i danni ambientali subiti e il ripristino dell’ambiente allo stato originario.

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Iran, la brutale oppressione delle proteste si abbatte sui bambini

Tra le notizie di questo mese: ancora strage di civili in Burkina Faso, il Governo annuncia nuovo approccio nella lotta al terrorismo. Le associazioni ambientaliste europee si scagliano contro l’UE per l’inclusione di gas e nucleare in tassonomia. Prosegue il disgelo tra Iran e Arabia Saudita: incontro a Pechino. Secondo l’ultimo rapporto FAO, la parità di genere nei sistemi agroalimentari aiuterebbe la crescita dell’economia globale. Dopo 500 anni, il Vaticano rigetta la “dottrina della scoperta”: l’ONU plaude. Al via il processo contro l’ex presidente del Kosovo Thaçi per crimini internazionali.

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Sudan, si allontana la speranza di una transizione democratica

Nello Stato arabo-africano è in corso una spirale di violenza che vede i soldati dell’esercito regolare guidati dal generale Abdel Fattah al-Burhan contro le Forze di Sostegno Rapido guidate dal generale Hemeti. Dal 2019 il Paese ha conosciuto due colpi di stato in pochi anni. Nonostante ciò, la sua società civile si è battuta in prima linea per un futuro migliore e una società libera. Le proteste del 2019 sono passate alla storia come la Rivoluzione Sudanese. Oggi, l’eredità delle piazze e la voglia di libertà delle nuove generazioni rischiano di soccombere sotto i colpi dell’autoritarismo.

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