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La rivolta di Haiti e il ricordo della tratta che fece milioni di schiavi

Il 23 agosto è la Giornata Internazionale per la Commemorazione della Tratta degli Schiavi e della sua Abolizione. Una data scelta a ricordo della rivoluzione di Haiti che segnò una svolta nel destino degli schiavi e della schiavitù. Una ribellione, durata 13 anni, che non solo si concluse con l’indipendenza del Paese e la fine del colonialismo francese, ma ispirò i movimenti abolizionisti e le lotte di liberazione. Eppure, secoli di disumanizzazione degli schiavi hanno ferite ancora aperte, traumi irrisolti e lunghi strascichi. Il razzismo istituzionale è uno di questi.

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Indigeni, 370 mln di persone che vogliono preservare Madre Terra

Sebbene il massacro dei nativi e dei territori da essi abitati continui – spesso alla luce del sole e con l’appoggio degli Stati – oggi in prima linea sono presenti sempre più collettivi, associazioni e movimenti di resistenza, che operano anche attraverso l’arte e la valorizzazione del sapere ancestrale indigeno. Le prospettive indigene, femministe e ambientaliste sono oggi necessarie per ripensare la convivenza sul pianeta. La Casa Comunitaria Itzpapàlotl, collettivo indipendente di arte popolare, cultura indigena e sapere alternativo di Città del Messico, si racconta in un’intervista.

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Le donne africane, dalla politica al giornalismo, contro il Covid-19

Nonostante le sfide presentate dalla pandemia di Covid-19, tra questi il declino nell’economia di molti Paesi africani e un aumento drastico della violenza di genere dovuto al confinamento, le donne africane sono rimaste tenaci e si sono assicurate che anche loro occupassero un ruolo centrale nei processi decisionali per la lotta contro il virus. In questa giornata della donna panafricana ricordiamo quelle donne che si sono impegnate per cambiare la narrativa nella lotta contro il coronavirus in Africa e per includere le voci di tutte le donne africane, spesso sottorappresentate.

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Tratta di esseri umani, il fiorente mercato della moderna schiavitù

30 luglio, Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Almeno 40 milioni le vittime nel mondo, trafficate principalmente a scopo di sfruttamento della prostituzione e del lavoro forzato. Una vittima su tre è un bambino. A definire il profilo delle categorie più a rischio sono le condizioni di estrema vulnerabilità sociale e materiale, e sono devastanti gli effetti della pandemia da Covid-19. È decisivo il ruolo giocato da razzismo, xenofobia, e discriminazione di genere. Per i trafficanti, sono grandi profitti e minimi rischi. E l’indifferenza collettiva è la grande complice.

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Ecocidio, violentare la natura può diventare crimine internazionale

A chi rispondono coloro – individui, aziende, fabbriche, multinazionali, Stati – che irresponsabilmente hanno causato disastri ambientali irreparabili, distruggendo ecosistemi e compromettendo l’esistenza degli esseri viventi? Si può continuare ad agire nell’impunità? Che ruolo può avere il diritto internazionale nella salvaguardia della Terra? L’Indipendent Expert Panel for the Legal Definition of Ecocide, comitato indipendente avviato nel novembre 2020, dopo svariati confronti pubblici ha redatto la definizione legale di ecocidio, con l’obiettivo di renderlo punibile dalla Corte Penale Internazionale.

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Tortura, azione e aiuti ai “sopravvissuti” alla violenza istituzionale

In occasione della giornata a sostegno di coloro che hanno subìto trattamenti inumani e degradanti, raccontiamo alcuni dei progetti finanziati dal Fondo delle Nazioni Unite su questo tema. Le persone che partecipano a programmi di recupero o intraprendono azioni legali contro i propri torturatori, lo fanno in maniera coraggiosa e determinata, nonostante le difficoltà imposte dal sistema o dalla loro situazione economica e abitativa. Sono guidate da associazioni specializzate che, in tutto il mondo, si battono per e con loro.

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Gli abusi coloniali e la controversa valutazione del risarcimento

Le manifestazioni del movimento Black Lives Matter hanno acceso i riflettori sulla riparazione per le vittime – e i loro discendenti – dello schiavismo e del colonialismo. Questione da tempo discussa già da alcune delle ex potenze coloniali. È recente, per esempio, la conclusione degli accordi tra Germania e Namibia per i danni subiti durante l’occupazione del Paese africano meridionale nei primi del Novecento. Il raggiungimento di tali accordi in genere non è semplice ed è soggetto a dinamiche complesse che, secondo l’autore, possono essere meglio comprese e gestite grazie alle scienze comportamentali.

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Desaparecidos: l’ambasciatore argentino, 350 ancora senza nome

In occasione del 25 maggio, giornata mondiale dei bambini scomparsi, Voci Globali ha intervistato Roberto Manuel Carlés, ambasciatore in Italia, con cui abbiamo affrontato il tema più scottante della dittatura a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, quella dei bambini strappati alle madri sequestrate e dati in affido a famiglie vicine al potere. Oggi l’Argentina è un Paese moderno che ha saputo fare i conti con il suo passato e ingranare la marcia in direzione della tutela dei diritti civili e sociali della popolazione nonostante la crisi economica incombente.

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L’Africa e i festival culturali: Nyere Nyere, Afrochella e Afropunk

Negli ultimi tempi i modi e le dinamiche attraverso le quali per secoli si è parlato del continente africano sono cominciate a cambiare, soprattutto grazie al lavoro di molti creativi locali. Celebrazioni come i festival stanno diventando popolari perché aiutano a promuovere narrative positive e a diversificare l’identità delle varie culture e popolazioni. Il 2021 è stato dichiarato dall’Unione Africana “Anno delle Arti, della Cultura e del Patrimonio”, puntando finalmente i riflettori sui costumi, l’artigianato, le religioni, il folclore, la moda, le cucina, le musiche e le lingue del continente.

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Schiavitù, in una “work song” il passato che riflette sul presente

In occasione della Giornata Internazionale in Ricordo delle Vittime della Schiavitù e della Tratta Transatlantica pubblichiamo un intervento di Sara Piolanti, musicista che insieme a Marco Vignazia pubblica oggi il video di una work song, forma di espressione e protesta, interpretata da prigionieri neri nei penitenziari americani. Dedicato a tutte quelle persone oggi ridotte in schiavitù: si parla di oltre 40 milioni di vittime in ogni parte del mondo, nella maggior parte dei casi donne, ragazze e bambini.

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