27 Aprile 2024

Tratta di esseri umani, il fiorente mercato della moderna schiavitù

Si celebra oggi la Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, a ricordare a ogni Stato, ogni comunità, ogni persona che sul XXI secolo dell’umanità resta aperto il mercato delle schiavitù: per le strade del mondo, milioni di invisibili ma in bella vista incatenati agli affaristi di carne umana e ridotti a mercanzia in vendita al peggiore degli offerenti.

Consapevolezza sulla Tratta di esseri umani, ACF HHS, Flickr su licenza CC

La tratta di persone [..] è una delle più eclatanti violazioni dei diritti umani che le Nazioni Unite oggi devono affrontare. È diffusa e in crescita. È radicata nelle condizioni sociali ed economiche dei Paesi da cui provengono le vittime [..] e guidata da una crudele indifferenza verso la sofferenza umana da parte di coloro che sfruttano i servizi che le vittime sono costrette a fornire. Il destino di queste persone vulnerabili nel mondo è un affronto alla dignità umana”.

Era l’inverno del 2000 quando Kofi Annan, allora Segretario Generale Onu, parlava così all’Assemblea riunita in occasione della Conferenza di Palermo, che si è fatta pietra miliare nella lotta a quel business infame nelle mani del crimine organizzato, anche transnazionale, capace di diminuire le persone a strumento di rendita. Una dichiarazione che risale ormai 21 anni fa, ma che per la drammatica attualità di ogni sua singola parola potrebbe esser stata rilasciata ieri.

Raccolte ai margini e intrappolate nella rete di un fenomeno criminale dalle maglie tanto strette da farsi catena intrisa spesso di sangue e sempre di spregio per la vita e la dignità, si stima – al ribasso – che siano ad oggi almeno 40 milioni le vittime di tratta nel mondo. 50 mila – rivela il Rapporto Globale 2020 sul Traffico di Persone pubblicato lo scorso febbraio dall’Ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) – gli schiavi individuati in 148 Paesi soltanto nel 2018.

I traffici “più affollati” restano quelli a scopo di sfruttamento della prostituzione e altre forme di sfruttamento sessuale, con il 90% delle vittime donne o bambine. Al secondo posto nella classifica dei viaggi direzione schiavitù c’è lo sfruttamento lavorativo (principalmente in agricoltura, edilizia, pesca, miniere e lavoro domestico), a coinvolgere, per lo più e sempre di più, uomini e bambini. Attività criminali forzate, accattonaggio, matrimoni forzati, e prelievo di organi, le altre destinazioni.

Sfruttamento sessuale – commerciale di bambini, Cebu City, Filippine, © ILO/Jeffrey Leventhal

Le prede favorite sono in primo luogo quanti vivono in uno stato di debolezza sociale e materiale. Le donne, prima degli altri.  Ma anche i migranti in transito e senza documenti, abbandonati – lo documenta, tra gli altri, la nuova inchiesta UNODC Abusati e ignorati – per mare e per terra in balìa degli schiavisti e dei loro brutali metodi di coercizione fisica e psicologica. Triplicato e in costante aumento negli ultimi 15 anni, il numero dei minori trafficati.

A livello globale, è bambino – in prevalenza di genere femminile e sfruttato nel mercato del sesso – oltre uno schiavo su tre (rapporto che sale a uno su due nei Paesi a basso reddito – Africa sub-sahariana e occidentale, Asia meridionale, America centrale e Caraibi); e una vittima su venti non ha ancora compiuto gli otto anni.  L’Europa occidentale e meridionale sono le regioni del mondo che registrano il numero più alto di casi accertati; mentre è l’Italia il Paese con il più alto numero di sospettati per tratta di esseri umani, con oltre 4 mila persone coinvolte, a cui però non corrisponde un numero analogo di procedimenti penali.

A denunciarlo l’edizione 2021 del rapporto Piccoli schiavi invisibili di Save The Children, divulgato pochi giorni fa in occasione proprio di questa Giornata. Il report mette a fuoco per la prima volta il dramma dei figli delle donne vittime di tratta, nati spesso dagli abusi subiti dalle madri e cresciuti nell’isolamento, nella violenza, e anch’essi nello sfruttamento. Raddoppiati tra il 2016 e il 2020 i casi di vittime o ex vittime (principalmente giovani nigeriane) con figli presi in carico dal sistema anti-tratta soltanto in Italia, con un incremento ulteriore nei primi 6 mesi di quest’anno.

Si tratta di bambini spesso figli di ragazze sole, anche giovanissime, che sono state ingannate, vendute, rapite, e che hanno subìto torture e stupri, anche di gruppo, nelle tappe di un viaggio orrendo per raggiungere l’Europa. Una violenza che continua in Italia, subìta per poter sopravvivere, perché ancora schiave dei loro trafficanti o per ripagare un debito di viaggio quasi inestinguibile, ora in una condizione di vulnerabilità economica ancora maggiore a causa della pandemia” –  ha spiegato  Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. I loro figli sono due volte vittime dello sfruttamento, hanno vissuto le violenze perpetrate sulla loro mamma e possono aver subito o subire a loro volta violenza, sono spesso minacciati o trattenuti dagli sfruttatori come arma di ricatto per mantenere le madri in trappola, e rischiano così di crescere in una rete chiusa di abusi e violenze”.

Gli effetti della pandemia da COVID 19 sulla tratta di persone – citiamo il titolo dell’ultima indagine UNODC sul tema – sono devastanti. La crisi economica e sociale abbattutasi sul mondo intero è l’Eden per i trafficanti che delle vulnerabilità hanno saputo fare profitto.

E i traffici adesso corrono online, soprattutto quelli a scopo di sfruttamento sessuale: la tecnologia si fa parte essenziale dei più moderni modelli di impresa sulle vite sfruttate, con i social media e le piattaforme Internet a facilitare il reclutamento e a render sempre più violento e lucroso il controllo e il commercio delle vittime, che non sono mai state tanto invisibili ai servizi di identificazione e protezione.

Per i bambini, il pericolo è maggiore: basti pensare che in tempo di lockdown si è registrata una crescita esponenziale nella domanda di materiali pedo-pornografici online e nella darknet, fino al 30% in alcuni Stati dell’Unione secondo la Commissione Europea e i profili dell’Europol.

Sono 142 milioni in più dell’anno precedente i bambini e gli adolescenti spinti in povertà dalla pandemia nel 2020 – rivela ancora l’analisi curata da Save the Childrene le prospettive per il prossimo futuro sono tutt’altro che incoraggianti: 10 milioni rischiano di non tornare a scuola e di ritrovarsi così esposti a sfruttamento, abusi, gravidanze e matrimoni precoci. Ed entro la fine del prossimo anno, altri 8,9 milioni di minori (oltre la metà dei quali nella fascia tra i 5 e gli 11 anni) potrebbero finire inghiottiti dalle reti dello sfruttamento lavorativo.

Consapevolezza sulla Tratta di esseri umani, ACF HHS, Flickr/CC

Una realtà che, seppur diffusa e integrata nelle grandi e piccole strutture economiche e sociali del pianeta intero, rimane quasi del tutto sommersa e produce un giro d’affari per le organizzazioni criminali che – conta l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) – ruota intorno ai 150 miliardi di dollari annui, a fronte di un rischio irrisorio, con i sistemi di protezione delle vittime che restano carenti e l’accesso alla giustizia per i sopravvissuti che è quasi un miraggio.

Razzismo, xenofobia, e discriminazione di genere trainano la tratta ed il suo proliferare nell’impunità pressoché assoluta, denuncia Siobhán Mullally, Relatrice speciale Onu sulla tratta di persone, in particolare donne e bambini.

Un sistema complesso di disumanizzazione, che si origina dalla miseria, si sviluppa nell’asservimento e prospera nella connivenza della collettività. “Sulla tratta delle persone, parliamo spesso dei trafficanti che intascano il denaro, più raramente ci soffermiamo su clienti e consumatori che lo alimentano” ha detto Valiant Richey, Rappresentante Speciale contro la tratta degli esseri umani dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OSCE), a commento dell’ultima Conferenza internazionale per fronteggiare il commercio e lo sfruttamento delle persone.  “Bisogna discutere della domanda che genera sfruttamento. [..] Tutti abbiamo un ruolo da svolgere: cittadini, Governi, imprese. Tutti rischiamo di incoraggiare il traffico quando acquistiamo, consapevolmente o meno, servizi prodotti da vittime di tratta. Esercitando il nostro potere di acquisto, come consumatori, abbiamo il potere di agire contro la tratta”.  

Donna costretta al lavoro forzato, @ILO/A.Khemka

Intorno a noi ci sono milioni di vite imprigionate in una quotidianità estremamente violenta e abusante, fatta di contrabbandieri di corpi e di prigionieri senza scelta e senza voce costretti, a suon di botte, privazioni e paura, a diventare moderni schiavi sui cigli delle nostre strade, sui ponteggi dei nostri cantieri, nei filari dei nostri campi, tra i corridoi delle nostri uffici e delle nostre fabbriche. Intorno a noi che, quando non quella della compiacenza, abbiamo sicuramente la colpa imperdonabile dell’indifferenza.

Joy, giovane nigeriana sopravvissuta a quel cammino fino all’inferno dei marciapiedi italiani che era iniziato con l’inganno della promessa di un lavoro giocata sulla disperazione di chi ha fame, la tratta e la lotta per uscirne la racconta così: “Mi avevano rubato tutto. Il nome, la dignità, il corpo, l’anima, la libertà, il futuro. Ero una delle migliaia di schiave, vittime della tratta, che vivono e muoiono nei sotterranei della Storia.”

La sua è la storia di tutte le donne, gli uomini, i bambini che i faccendieri di esseri umani comprano e vendono come fossero articoli di scarto. Storia di sevizie e umiliazioni, di esseri umani annullati e posseduti come non avessero identità né vita. Storia di schiavi e di padroni, nel “mondo libero” del 2021.

Clara Geraci

Siciliana, classe 1993. Laureata in Giurisprudenza, ha recentemente conseguito il Diploma LL.M. in Transnational Crime and Justice all’Istituto di Ricerca delle Nazioni Unite. Si occupa di diritto internazionale, diritti umani, e migrazioni. Riassume le ragioni del suo impegno richiamando Angela Davis: “Devi comportarti come se fosse possibile cambiare radicalmente il mondo, e devi farlo costantemente”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *