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Ciak si gira. (In)visible cities, ovvero la parola ai migranti

Alla parola “integrazione”, la giornalista italo – congolese Beatrice Kabutakapua, autrice, insieme al videomaker Gianpaolo Bucci, del documentario autofinanziato “(In)visible cities”, preferisce la parola “interazione”. Perché il senso del loro lavoro – il racconto di alcune storie di migranti dei Paesi sub-sahariani in 13 città del mondo, è quello di puntare lo sguardo su quanti – in un altrove scelto e cercato – cominciano a costruire la propria esistenza, una volta superata la fase più dura dell’arrivo, interagendo con nuovi contesti e nuove opportunità.

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Noi giovani, cittadini onesti per uno Stato libero dalla mafia

Durante la primavera del 1995 sbocciò in Italia il fiore più bello e longevo della flora che caratterizza quella che può essere considerata la penisola più bella del mondo. Era il 25 marzo quando Luigi Ciotti, prete veneto, fonda “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, con il preciso intento di sensibilizzare la società civile sul tema delle organizzazioni criminali mafiose. Con questo post si conclude il Corso in Diritti Umani e Giornalismo Partecipativo organizzato da Voci Globali al Liceo E. Fermi di Bologna. Ringraziamo tutti i partecipanti per l’interesse e la passione espressi!

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Burundi, braccio di ferro tra governo e società civile

In vista delle elezioni fissate nel 2015, è incerto l’esito del confronto sempre più aspro tra il blocco al potere e i cittadini e il periodo di pace relativa che il Burundi ha vissuto dalla fine della guerra civile subisce oggi nuove minacce. Ma senza garanzie per i diritti umani, le libertà civili e la libertà di espressione, le consultazioni elettorali appariranno meno credibili, ma la tenacia della società civile e dei media continua a dare speranza rispetto allo sviluppo di un processo democratico. Un’approfondita analisi dela situazione su Think Africa Press.

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Scappare dall’Eritrea, la testimonianza di Abraham Tesfai

Conosciamo davvero fino in fondo le storie di coloro che sono disposti a sfidare il mare e il deserto per approdare in Europa? Gli studenti del Liceo Fermi di Bologna intervistano Abraham Tesfai, un ragazzo eritreo che vive a Bologna e che ha scelto di non rimanere solo una vittima di questa parte della storia contemporanea, ma di fare attivismo e sensibilizzazione sul tema dell’immigrazione e del diritto d’asilo. “Avrei dovuto fare il servizio militare a vita, la dittatura non lascia alcuna libertà. Ho preferito scappare”.

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Ebola e tutto il resto, se la storia è scritta a tavolino

Una storia raccontata dai protagonisti, una storia raccontata da testimoni oculari è certamente diversa. Diversa da chi la racconta per sentito dire, inseguendo le voci su Internet o quelle ufficiali di Governi, Agenzie Onu e quant’altro. Giornalismo, dopotutto, è questo: raccontare quello che vedi, quello che accade, quello che puoi testimoniare con foto, dichiarazioni sul campo, osservazione. In questo post riprendiamo la testimonianza oculare di un giovane giornalista, blogger e fotografo ugandese.

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Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, garanti in guerra e prigioni

“La sua importanza non risiede tanto in quello che fa, quanto in quello che impedisce che ci facciano” [N.Mandela]. Due studenti del Corso in Diritti Umani e Giornalismo Partecipativo di Voci Globali, sono stati a Ginevra al Museo della Croce Rossa. Ne è nato questo articolo in cui si racconta cos’è e come agisce questa associazione umanitaria, il cui compito è portare cure mediche e difendere i diritti fondamentali dell’uomo in un’ottica sovranazionale. Anche se a volte non è possibile a causa degli ostacoli posti dai singoli Governi.

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Guantanamo e la violazione sistematica dei diritti umani

Anche quest’anno Voci Globali ha portato il Corso in Diritti Umani e Giornalismo Partecipativo al liceo E. Fermi di Bologna. Parte del programma è l’elaborazione – da parte degli studenti – di articoli e riflessioni su alcuni dei temi trattati durante gli incontri. In questo post: a 4 anni dalla promessa di Obama di chiuderlo, il centro di detenzione di Guantanamo continua a funzionare. Al momento, secondo HRW, ci sono 149 detenuti. Cosa trattiene il presidente degli Stati Uniti, premio Nobel per la Pace, dal chiudere definitivamente questa struttura inumana?

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Cina, l’escalation di violenza nella lotta uigura

Delegittimare la resistenza pacifica della minoranza musulmana sta comportando un inasprimento del conflitto. Negli ultimi anni, c’è stato un tragico aumento di episodi violenti attribuiti al malcontento degli Uiguri presenti in Cina. Mentre il Governo cinese ha dato la colpa alla radicalizzazione islamica e all’istigazione da parte delle forze straniere, le principali organizzazioni internazionali per i diritti umani indicano come cause della crescente instabilità nello Xinjiang l’aggressione sistematica ai diritti degli Uiguri e l’accresciuta militarizzazione da parte dello Stato.

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