21 Settembre 2024

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Taiwan, riconoscimento legale del genere: emessa sentenza storica

Secondo la Corte di Taipei, l’intervento chirurgico di riassegnazione del sesso non è requisito necessario per il riconoscimento del genere. In Francia cresce l’islamofobia istituzionale. Sciolto un altro gruppo antirazzista, accusato di “propaganda islamista”. Ben 672 istituzioni finanziarie europee intrattengono rapporti con le aziende coinvolte nell’espansione degli insediamenti illegali in Cisgiordania. Il presidente congolese chiede giustizia per le vittime degli abusi sessuali commessi dai dipendenti OMS durante l’Ebola. Blitz di Greenpeace a Rotterdam contro i combustibili fossili.

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Etiopia, Tigrè travolto dalla frattura politica e dalla crisi umanitaria

A quasi un anno dall’inizio del conflitto la situazione nell’estremo Nord dell’Etiopia rimane critica. Una gravissima crisi umanitaria è attualmente in corso in Tigrè, mentre la guerra si espande nelle regioni confinanti. Il Governo etiope sotto la guida del premio Nobel per la pace Adiy Ahmed è ora accusato di violazione dei diritti umani e di impiegare l’inedia come arma di guerra. Le ultime stime indicano che almeno 5,2 milioni di persone stanno soffrendo la fame e subiscono violenze e discriminazioni solo a casua della loro appartenenza etnica.

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Frontiere USA, quella trappola mortale per migliaia di migranti

L’amministrazione Biden sta facendo i conti con le critiche per la gestione dei migranti al confine meridionale degli States, la più difficile da 21 anni. Mentre sulla Casa Bianca già pesavano le immagini dei migranti presi al laccio dagli agenti di frontiera sulla riva del Rio Grande, si decideva per l’espulsione sommaria ad Haiti di migliaia dei migranti rimasti accampati per giorni, in condizioni al limite della disumanità, sotto al ponte che collega il Messico al Texas. A coprire la faccenda, la trumpiana politica del Titolo 42, che ha già colpito oltre 1 milione di richiedenti asilo negli USA dall’inizio della pandemia.

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Zak Kostopoulos, storia dell’attivista greco morto di pregiudizio

Il 21 settembre del 2018 l’attivista queer e performer drag noto come Zackie Oh, viene selvaggiamente picchiato nel centro di Atene. In pieno giorno, sotto gli occhi di decine di persone. Muore in ambulanza, con i polsi ammanettati dietro la schiena. Nei giorni successivi i media danno ampio spazio ad una narrativa dell’accaduto totalmente falsata; nel frattempo, le indagini vengono condotte fra approssimazione e depistaggi. Il prossimo 21 ottobre, dopo ben tre anni, si terrà l’udienza per la morte di Zak, divenuto simbolo dell’omofobia che pervade le nostre società.

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Pesticidi illegali, un fiorente mercato che sta avvelenando il mondo

4,4 miliardi di euro all’anno: a tanto ammontano le entrate dalla vendita di prodotti vietati e assai nocivi impiegati nelle coltivazioni. Dagli USA alla Cina, fino al Kenya, al Brasile, alla Turchia e alla stessa Italia, la vendita di contrabbando di questi pericolosi fitofarmaci per l’agricoltura, banditi dalle leggi, si sta diffondendo sempre di più. La situazione rischia di precipitare soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove le entrate agricole sostengono spesso l’intera economia nazionale. La salute dell’uomo e dell’ambiente sono in grave pericolo.

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ONU, mettere la salute mentale al centro degli interventi umanitari

Per António Guterres – Segretario Generale Nazioni Unite – gli interventi sulla salute mentale devono diventare parte integrante dei processi di peacebulding e dei programmi di sviluppo. Pubblicata la prima guida globale per la protezione delle aree marine. Il Consiglio d’Europa “invita” la Turchia al rispetto delle sentenze CEDU, esortando il rilascio di Osman Kavala. Intanto, la Giunta militare guineana fa sapere di non nutrire alcuna preoccupazione per le sanzioni imposte dall’ECOWAS. E la Corea del Sud rinnova l’appello alla pace con la Corea del Nord.

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Fuori la guerra dalla Storia, donne e movimenti per la pace globale

La guerra ci riguarda, nonostante una parte di mondo non sembri esserne toccata: la cultura militare plasma le strutture sociali e l’educazione, entra nelle spese nazionali e ne sostiene l’economia attraverso la produzione di armi e sistemi militari. I conflitti nel mondo sono ancora tanti e portano con sé violenza e distruzione. In occasione della Giornata Internazionale per la Pace – 21 settembre – Voci Globali ricorda i movimenti di resistenza contro la guerra e per una cultura di pace e solidarietà, condotti da donne nei territori bellici e in tutto il mondo.

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Crimea, annessione alla Russia ha moltiplicato gli arresti di attivisti

Alla fine di agosto i media crimeani hanno dato la notizia del danneggiamento non meglio specificato di un gasdotto nelle vicinanze del villaggio di Perevalnoye. Nonostante la vaghezza di queste prime informazioni, dopo pochi giorni le forze di sicurezza russe hanno arrestato più di 40 persone, tutti tatari crimeani, principalmente con l’accusa di sabotaggio del gasdotto. Secondo alcune testimonianze, le persone trattenute hanno subito violenze e anche torture. Tra loro, Nariman Dzhelyal, portavoce del movimento tataro crimeano, aperto sostenitore di metodi di lotta non violenta.

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Rohingya, a 4 anni dalla “fuga” dal Myanmar nessuna giustizia

Proteste nei campi profughi in Bangladesh per “celebrare” il quarto anniversario della repressione birmana contro la minoranza musulmana. Costa Rica e Panama firmano accordo di cooperazione contro il crimine organizzato. Secondo i dati dell’ILO oltre 4 miliardi di persone nel mondo sono prive di “protezione sociale”. L’ONU lancia l’allarme per il Tigray: “catastrofe imminente”. E chiede al Governo etiope di non ostacolare gli aiuti umanitari. Al Parco Nazionale Arcipelago Toscano va la certificazione della IUCN: l’area protetta è tra le eccellenze green mondiali.

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L’Europa che fa scudo ai migranti con oltre mille chilometri di muri

Nel Continente che si vuole patria di diritti e libertà, le frontiere tornano protagoniste. Sull’onda della crisi afghana, Atene annuncia il completamento dell’ultima delle barriere anti-migranti, al confine settentrionale con la Turchia. Lituania e Polonia rivelano l’intenzione di serrare i valichi della rotta che passa dalla Bielorussia. La strada per l’Unione che non c’è, per i migranti, è una corsa a ostacoli. E non da oggi. Sbarramenti e recinzioni corrono lungo i confini di mezza Europa e nel nome di una presunta questione sicurezza, riducono gli standard minimi dei diritti umani, al di là e al di qua di ogni barriera.

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