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Fumetti e graphics per raccontare le vite dei migranti in viaggio

Dopo l’esposizione alla biennale di Liverpool dell’opera d’arte The List, sono numerosi gli artisti e i giornalisti ad impiegare le storie grafiche per condividere e raccontare le esperienze di migrazione dei profughi. Welcome to the New World, Threads From the Refugee Crisis, Over Under Sideways Down, sono solo alcuni dei tanti titoli di fumetti di questo genere. L’obiettivo è dar voce alle storie di “coloro che non contano”. Tramite il racconto di viaggi reali, la rappresentazione di ricordi traumatici e una serie di immagini, i comics diventano un potente strumento per far luce sulle singole vite dei profughi oscurate dalla crisi globale.

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3 ottobre, ricordare in nome dell’umanità

In occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, Voci Globali esorta al ricordo delle vittime che negli ultimi anni hanno provato a raggiungere la Fortezza Europa. Donne, uomini e bambini della maggior parte dei quali non si conosce né nome, né età, né provenienza. Invitiamo i nostri lettori ad una riflessione silenziosa e a domandarci quali sono i motivi che spingono a considerare una vita più importante di un’altra. Dal 1993 il network europeo UNITED for Intercultural Action sta tenendo l’elenco di questo olocausto contemporaneo.

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Quei volti anonimi sospesi tra cielo e mare

Questo mese voglio soffermarmi su una fotografia. È datata 1932 ed ha un titolo: Lunch atop a skyscraper. Una delle foto storiche del secolo scorso. Rappresenta 11 uomini mentre consumano il loro pranzo nella pausa di lavoro della costruzione di una delle torri del Rockefeller Center a Manhattan. Sono a 260 metri di altezza, seduti su una struttura d’acciaio larga pochi centimetri. Anonime figure abbracciate al loro destino. Italiani, irlandesi, polacchi. Era quella manovalanza povera e disperata che aveva visto nell’America il futuro. Ma è l’America che grazie a loro ha costruito il suo futuro. Anche loro erano gli altri, quelli che generano odio e paura. Dimenticando che tutti siamo “l’altro”.

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Migranti, quei 35 euro tra cattiva gestione, propaganda e falsità

In un recente tweet, il ministro Salvini ha affermato: “entro l’estate la cifra per immigrato, scenderà almeno a 25. Quello che risparmieremo in falsa accoglienza lo investiremo in sicurezza”. La dichiarazione, dai toni fortemente propagandistici, è solo l’ennesima fake news in tema di immigrazione tesa ad alimentare distorte convinzioni sulla condizione dei migranti. Ancora oggi parte dell’opinione pubblica è convinta che il Paese trabocchi di immigrati e, che i “poveracci” giunti via mare ricevano dal Governo uno “stipendio” oltre a soggiornare in alberghi di lusso. Ma non è affatto così. Vediamo da dove provengono i soldi per la gestione dei flussi migratori in Italia e come devono essere usati.

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Se il migrante porta conoscenze e le insegna, a Matera si può

Mentre si continua a dibattere la questione delle navi allontanate dai porti italiani, dalla Basilicata arriva un esempio di storia positiva di integrazione. Nella Capitale europea della cultura 2019, Matera, una cooperativa sociale non-profit ha lanciato la Silent Academy, un’accademia dove oltre 400 migranti non ricevono formazione, ma sono loro stessi a fare da insegnanti, trasmettendo le loro conoscenze nei mestieri in cui erano abili nel Paese d’origine. Il progetto si ispira all’idea di arte pubblica, una fusione tra creatività e intervento sociale che potrebbe migliorare il sistema di accoglienza.

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Senza nome e dimenticati, la sorte dei migranti annegati

Il diritto ad essere identificati dopo la morte è universalmente riconosciuto a livello nazionale e internazionale sia per la dignità di ogni persona, sia per i familiari che meritano la possibilità di conoscere il destino dei loro cari. Questo diritto non viene però garantito alle migliaia di migranti privi di documenti che ogni anno muoiono nelle acque del Mediterraneo prima di raggiungere le coste. Un sistema di riconoscimento inadeguato, disparità di trattamento e una grave dissonanza tra i valori dichiarati e le azioni intraprese rendono chiaro che si può, e si deve, fare di più.

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Perché sono dalla parte dei migranti africani

Abbiamo sempre una possibilità, tutti. Solo che le possibilità non sono le stesse per tutti. Non sono generate dalla stessa valvola di ottimismo o dalla stessa speranza di successo o dalle medesime condizioni di partenza. Alcune sono possibilità indotte, provocate da spinte esterne di cui noi siamo solo un organismo debole che le subisce e le consuma. Ma è sulla base delle possibilità, della possibilità di scelta, che si misura la giustizia, che si misurano i diritti umani, che si misura la veridicità o meno di quei Trattati internazionali e di quelle parole che tanto hanno gioco nelle dichiarazioni di chi in questi ultimi anni e nei secoli scorsi ha giustificato i crimini più orrendi.

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Richiedenti asilo, pedine politiche in un’Europa disarmonica

Lo scontro sulle responsabilità di accoglienza scoppiato con il caso Aquarius e lo stallo sulla riforma del regolamento di Dublino sono segni evidenti di una crisi dell’Unione Europea sul tema migrazione. Posizioni discordanti tra gli Stati e allontanamento di ogni responsabilità condivisa rischiano di rendere impossibile una politica di asilo comune e solidale. Il vertice del Consiglio Europeo previsto per la fine del mese, non promette di giungere a conclusioni efficaci, mentre la rotazione alla presidenza del Consiglio a luglio, non pare, in questo senso, dare speranza per il futuro.

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Ceuta e Melilla, frontiere di morte nell’indifferenza del mondo

Le enclavi spagnole poste al confine lungo la costa settentrionale del Marocco, vicino allo stretto di Gibilterra, ospitano due muri di filo spinato poco raccontati dai media. Il dramma della migrazione ha toccato lì momenti di forte tensione, in cui l’uso della forza da parte della polizia marocchina e spagnola ha provocato la levata di scudi di molte associazioni umanitarie, che hanno puntato il dito contro la violazione dei diritti umani.

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Corridoi umanitari, salvare vite umane in sicurezza e legalità

Grazie alla sinergia di Sant’Egidio, Chiese Evangeliche, Tavola Valdese e Governo, dal 2016 sono attivi in Italia i corridoi umanitari. Questo sistema opera in piena sicurezza e legalità per trasferire persone vulnerabili e in condizione di sofferenza provenienti da Paesi in guerra e povertà. Attraverso una salda rete di volontari, cittadini, associazioni, parrocchie e istituzioni, i profughi viaggiano senza rischiare la morte e i soprusi con i barconi in mare. E l’integrazione funziona. Dal 2016 più di mille profughi sono riusciti ad arrivare sul nostro territorio con questa modalità.

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