4 Maggio 2024

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Si rafforza il movimento anti-Trump, ma il presidente lo ignora

Sarà possibile canalizzare l’energia dei milioni di persone scese in piazza lo scorso fine settimana in un movimento unitario d’opposizione? Ne discutono attivisti, media, esperti e tanti cittadini. E se è ancora presto per dare risposte (positive o meno), proseguono a tamburo battente le iniziative locali e i rilanci online onde fronteggiare i primi, controversi ‘ordini esecutivi’ firmati dal neo Presidente. Insieme a crescenti timori per possibili restrizioni in arrivo nel mondo dell’informazione e del digitale.

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Bangladesh, piantagioni di tè e sfruttamento

Le piantagioni di tè in Bangladesh sono state, per decine d’anni, quasi di esclusiva proprietà della Corona inglese. Dopo l’indipendenza del 1971 hanno oggi nuovi proprietari: bengalesi, pakistani, indiani e ancora inglesi, scozzesi. Tuttavia le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici non sono migliorate molto da allora.

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Usa, proteste mai viste prima per un Presidente già impopolare

Il giorno dell’insediamento Trump è stato accolto da quelli che appaiono sempre più come i “Divided States of America”. Sarà dura riunificarli. Intanto l’altrAmerica si prepara a un’opposizione variegata e spontanea nei confronti di un Presidente inatteso e controverso, che ha già toccato l’indice di gradimento più basso della storia (40-44%). Decine le proteste e i boicottaggi (con oltre 60 deputati democrat) organizzati in tutto il Paese e all’estero. Quali gli effetti complessivi? Intanto, aumentano dubbi e preoccupazioni.

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Guerre con le armi italiane. Ottavi su dieci nell’export

Cresce il volume d’affari dell’esportazione di armi e armamenti dall’Italia. Nel 2015 ha raggiunto i 7,9 miliardi di euro a fronte dei 2,6 miliardi dell’anno precedente. Ciò che desta preoccupazione, oltre alla questione morale, è il fatto che alcuni tra i principali acquirenti potrebbero utilizzare i prodotti made in Italy per partecipare in conflitti armati e violare i diritti umani, cosa che avviene ad esempio nello Yemen (situazione drammatica che è già costata la vita a più di 6.000 persone) con il sostegno, emblematico da un punto di vista politico e umanitario, all’Arabia Saudita.

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Operazione Cóndor, dall’Italia la speranza di giustizia

Il 17 gennaio è stata emessa la sentenza del processo: nostra intervista a Andrea Speranzoni, uno degli avvocati dell’equipe italiana della difesa. “La Corte Suprema argentina ha parlato di desaparición come crimine di tortura permanente. I familiari dei desaparecidos subiscono una sparizione che non consente l’elaborazione di un lutto. Nel caso dei desaparecidos il tempo è stato interrotto dai criminali e la giustizia con modestia e con relatività può rimettere in moto le lancette di questo tempo interiore.”

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Media sotto attacco e attivismo in fermento, arriva Donald

Nella prima conferenza-stampa dopo sei mesi, il neo-presidente attacca a testa bassa i media, per poi dedicarsi al tipico “Twitter storm”, alimentando i dubbi sulla trasparenza, il dibattito pubblico, la molteplicità delle voci diverse. E mentre proseguono le controverse audizioni al Senato sul possibile gabinetto più ricco della storia Usa, il fronte del dissenso continua ad allargarsi (e organizzarsi), inglobando anche molti seguaci buddisti — tra una miriade di iniziative diffuse per superare attriti e spaccature profonde.

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A bordo della Topaz Responder, dove si salvano vite umane

Reportage dalla nave soccorso che fa capo al MOAS, Migrant Offshore Aid Station, che fornisce assistenza e soccorso alle persone in alto mare o bloccate su imbarcazioni non sicure. In una notte salvate centinaia di vite umane. Il racconto delle operazioni, tra i professionisti impegnati nelle attività di aiuto, i sopravvissuti e coloro che non ce l’hanno fatta. “Assistere a un salvataggio di migranti in mare, in estrema sintesi, significa smettere di preoccuparsi della crisi migratoria in Europa. Di fatto, durante un salvataggio non c’è tempo per pensare. Tutte le tue energie sono impegnate nel cercare di impedire che le persone muoiano, che tu stesso muoia durante le operazioni di salvataggio, e chiaramente anche nel gestire il peso emotivo di tutto questo.”

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Parte l’attacco all’Obamacare, tra dubbi e dissensi sparsi

Mentre l’Internet Archive esporta materiali governativi su server basati in Canada per evitare possibili “oscuramenti” d’informazione e conoscenza, un membro del prestigioso Mormon Tabernacle Choir (che si esibirà nella cerimonia di investitura) si dimette come protesta pubblica contro Trump. Intanto la demolizione dell’Obamacare appare manovra ardua e complessa, e i media polemizzano perché da oltre 160 giorni Trump non tiene una conferenza-stampa.

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Yemen, dove la fame sta uccidendo una generazione

La guerra civile in Yemen che vede contrapposti i ribelli sciiti Houti alle forze lealiste alleate dell’Arabia Saudita è costata la vita a più di 6.000 persone in due anni. Una delle conseguenze più gravi è il danno strutturale che il Paese sta subendo: l’agricoltura non produce più, le importazioni sono bloccate e l’82% della popolazione dipende dagli aiuti umanitari. A subirne gli effetti sono principalmente i bambini, a forte rischio di malnutrizione. Si stima che ogni dieci minuti muore un bambino per fame. Il tutto nel silenzio delle istituzioni internazionali e dei media mainstream.

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Transizione Trump fra timori, riflessioni e richiami al fascismo

Fra timori e controversie (assai malcelati) per la transizione Trump, non mancano utili editoriali e ponderati interventi dei cittadini. Oltre a certi riferimenti sul rapporto tra media Usa e fascismo/nazismo negli anni ’20-30, onde evitare di ripetere quel medesimo processo di “normalizzazione”. Intanto Sanders mobilita il mondo democrat verso manifestazioni di protesta per il 15 gennaio, e il Project 1461 propone quattro anni di attivismo diffuso e partecipato.

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