6 Maggio 2024

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Aborto e storytelling: prendere la parola per abbattere lo stigma

Stando alle statistiche ufficiali, ogni giorno nel mondo si verificano circa 125 mila interruzioni volontarie di gravidanza. Una procedura medica diffusissima, ma che è ancora ammantata da un velo di silenzio, vergogna, dolore. Ciò accade perché l’aborto porta con sé una forte stigmatizzazione, di cui le donne fanno esperienza sia nelle comunità in cui vivono che a livello inconscio. Come combattere questo stigma? Rompere il silenzio e raccontarsi sembra essere la soluzione, così come dimostrano le esperienze di Shout Your Abortion, We Testify e “IVG ho abortito e sto benissimo”.

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Ambiente, istituito “meccanismo” globale a tutela dei suoi difensori

La Conferenza delle Parti alla Convenzione di Aarhus ha stabilito la creazione del primo meccanismo internazionale di risposta rapida per la protezione dei difensori della natura. In Benin, il Parlamento ha approvato la legalizzazione dell’aborto con il plauso dei gruppi a tutela delle donne. Sequestro record di droga nel Triangolo d’Oro asiatico. L’ONU traccia un quadro giuridico per lo svolgimento simultaneo delle elezioni parlamentari e presidenziali in Libia. Nuova iniziativa della società civile contro i “killer robots” di impiego bellico.

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UE-Turchia, il terribile impatto umano di un accordo illegittimo

Espulsioni collettive verso la Turchia previste per chi scappa da Afghanistan, Siria, Somalia, Bangladesh, Pakistan e arriva – via mare – sulle isole greche del Mar Egeo. Questo è quanto è stabilito da una Dichiarazione tra Unione Europea e Turchia del 2016 e una Decisione ministeriale adottata in Grecia a giugno di quest’anno. Una disciplina che non tiene conto della tutela dei diritti umani e delle violazioni perpetrate in Turchia contro i richiedenti asilo, dettagliatamente documentate da un rapporto pubblicato dalla Commissione europea e riportate in questo articolo.

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Sud Sudan, laddove i crimini internazionali rimangono impuniti

A gennaio scorso, il Governo del Paese africano ha approvato l’istituzione di una Corte ibrida competente a giudicare i crimini commessi dalle parti in conflitto a partire da dicembre 2013. L’annuncio – accolto con cauto ottimismo dalla comunità internazionale visti i precedenti – non è stato però seguito dai fatti. Ad oggi, della Hybrid Court for South Sudan (HCSS) non vi è ancora la benché minima traccia. E le conseguenze della sua mancata creazione risultano assai rilevanti sia sotto il profilo nazionale che regionale. E le atrocità commesse in Sud Sudan rischiano di non avere colpevoli.

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Australia, migranti: stop alla controversa pratica dei centri offshore

Canberra annuncia di aver siglato un’intesa con la Papua Nuova Guinea per chiudere il centro di detenzione per migranti a Manus, noto come “Guantanámo del Pacifico”. Il presidente della Sierra Leone firma la legge che abolisce la pena di morte, approvata lo scorso luglio. Il Comitato ONU per i diritti umani “condanna” il Paraguay per violazione del diritto alla terra dei popoli indigeni. Intanto non si placa la tensione tra Kosovo e Serbia. Mentre, il report The State of the Climate in Africa, lancia l’allarme sui devastanti effetti del cambiamento climatico nel continente africano.

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Il giornalismo internazionale si mobilita per i colleghi afghani

Lo scorso agosto i talebani hanno riconquistato il potere, mettendo sotto scacco le libertà fondamentali tra cui quella di stampa. Molti giornalisti si sono ritrovati a dover lasciare il lavoro e fuggire all’estero, o rimanere in Afghanistan a rischio della vita. La situazione delle donne impegnate nel giornalismo desta tuttora particolare apprensione, per la loro appartenenza di genere e per la professione svolta. Alla luce di questo allarmante quadro, associazioni e testate giornalistiche di tutto il mondo hanno lanciato iniziative di solidarietà per supportare con ogni mezzo i colleghi e le colleghe afghane.

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Ambiente: estrazione alluminio, spina nel fianco alla svolta green

La corsa alla produzione di energia rinnovabile è iniziata e, come da copione, il cambiamento potrebbe aggravare la già difficile situazione di comunità in Africa e Asia. Per avere veicoli elettrici, pannelli solari, turbine eoliche servono sempre maggiori quantità di risorse, come la bauxite. Da essa si ricava il tanto richiesto alluminio. La sua estrazione e produzione, però, stanno già distruggendo interi territori e mettendo a rischio la sopravvivenza di tante popolazioni. Evitare lo sfruttamento minerario selvaggio in Guinea o in Indonesia sarà fondamentale per una reale ecosostenibilità.

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Taiwan, riconoscimento legale del genere: emessa sentenza storica

Secondo la Corte di Taipei, l’intervento chirurgico di riassegnazione del sesso non è requisito necessario per il riconoscimento del genere. In Francia cresce l’islamofobia istituzionale. Sciolto un altro gruppo antirazzista, accusato di “propaganda islamista”. Ben 672 istituzioni finanziarie europee intrattengono rapporti con le aziende coinvolte nell’espansione degli insediamenti illegali in Cisgiordania. Il presidente congolese chiede giustizia per le vittime degli abusi sessuali commessi dai dipendenti OMS durante l’Ebola. Blitz di Greenpeace a Rotterdam contro i combustibili fossili.

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Etiopia, Tigrè travolto dalla frattura politica e dalla crisi umanitaria

A quasi un anno dall’inizio del conflitto la situazione nell’estremo Nord dell’Etiopia rimane critica. Una gravissima crisi umanitaria è attualmente in corso in Tigrè, mentre la guerra si espande nelle regioni confinanti. Il Governo etiope sotto la guida del premio Nobel per la pace Adiy Ahmed è ora accusato di violazione dei diritti umani e di impiegare l’inedia come arma di guerra. Le ultime stime indicano che almeno 5,2 milioni di persone stanno soffrendo la fame e subiscono violenze e discriminazioni solo a casua della loro appartenenza etnica.

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Frontiere USA, quella trappola mortale per migliaia di migranti

L’amministrazione Biden sta facendo i conti con le critiche per la gestione dei migranti al confine meridionale degli States, la più difficile da 21 anni. Mentre sulla Casa Bianca già pesavano le immagini dei migranti presi al laccio dagli agenti di frontiera sulla riva del Rio Grande, si decideva per l’espulsione sommaria ad Haiti di migliaia dei migranti rimasti accampati per giorni, in condizioni al limite della disumanità, sotto al ponte che collega il Messico al Texas. A coprire la faccenda, la trumpiana politica del Titolo 42, che ha già colpito oltre 1 milione di richiedenti asilo negli USA dall’inizio della pandemia.

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