5 Novembre 2024

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Reportage dal Perù pre ballottaggio

Il 5 giugno il Perù andrà al ballottaggio per scegliere il nuovo presidente tra Keiko Fujimori, figlia dell’ex dittatore, e Ollanta Humala, che ha dichiarato di ispirarsi a Lula. Ma qual è il Perù che si prepara alle elezioni? Per capirlo meglio pubblichiamo l’interessante reportage di Giovanni Maiolo, che ci mostra immagini dimenticate e altre inedite di questo Paese.

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Le voci della società civile afgana a Roma

La Conferenza Internazionale della società civile afgana ha portato a Roma ventuno delegati afgani, ciascuno portavoce di una realtà di impegno e lotta per la partecipazione alla ricostruzione del futuro in un Paese che ben presto vedrà l’uscita dei contingenti internazionali e si prepara all’autonomia. L’incontro ha messo in luce il desiderio di ripartire con le proprie forze, ma anche molti timori.

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Ashraf, la resistenza iraniana zittita nel sangue

In quanti conoscono il campo di Ashraf? Eppure in questa enclave iraniana nel cuore dell’Iraq si sta consumando da tempo un massacro silenzioso. I dissidenti iraniani decisi a combattere il fondamentalismo islamico oggi subiscono continui attacchi dai militari iracheni. La comunità internazionale comincia a muoversi ma, come ci racconta la presidente dell’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia, la situazione è molto tesa.

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Il web 2.0 per la gestione delle emergenze: “CrisisCamp Paris” 2011

Dal 27 al 29 maggio prossimi è in programma a Parigi il “CrisisCamp Europe”, primo vertice dei crisis camp europei. Obiettivo di questa tipologia di conferenze è riunire i principali esperti della gestione di crisi ed emergenze attraverso Internet. Oltre alla presentazione dell’evento, in questo post raccogliamo due brevi interviste a Claire Ulrich di Global Voices in francese ed Elena Rapisardi, ideatrice di Open Foreste, che parteciperanno all’evento.

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Le donne africane meritano il Nobel per la Pace

Candidare il genere femminile di un intero continente al Nobel per la Pace ha un forte valore simbolico che da un lato vuole aiutare le donne di quel continente a riscattarsi, dall’altro vuole accendere i riflettori sulle tante azioni positive e spesso silenziose portate avanti per il rispetto dei diritti umani, la convivenza civile e il miglioramento delle condizioni di vita. Questo è lo scopo della Campagna Noppaw che sollecita l’assegnazione del Nobel 2011 alle donne africane.

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Donne e attivismo politico in Egitto

C’è una voce egiziana, quella della giornalista e commentatrice politica Randa Achmawi, che da Londra, in un articolo per Capo Sud, ci rimanda piccoli ritratti di giovani attiviste partecipi delle rivolte egiziane del gennaio scorso, che hanno rovesciato il regime di Mubarak. Insieme a questi tributi, la Achmawi ci ricorda anche altri esempi di attivismo femminile del passato. Pubblichiamo stralci del suo articolo tradotti in italiano insieme ad alcune riflessioni e il link al suo articolo integrale, in francese.

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Burkina Faso: povertà, sfide per il futuro e rivolte

Ci sono Paesi di cui leggiamo molto poco sulle testate mainstream, come il Burkina Faso dove recentemente ci sono state una serie di rivolte che per fortuna non hanno provocato vittime. Ma per giorni si è temuto il peggio e il presidente Campaoré ha imposto il coprifuoco. L’autrice di questa testimonianza (Moira Fusco) era nella capitale in quei giorni, stretta tra la paura e la voglia di comprendere il motivo delle proteste.

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Attivismo online, le mille censure dei governi africani

In molti Paesi africani è in atto una continua censura che limita l’attivismo on line e l’uso di Internet. Sul tema c’è scarsa attenzione da parte del mondo occidentale, concentrato in questi ultimi tempi esclusivamente su ciò che accade in Medio Oriente e in Nord Africa. Ma Paesi come la Costa d’Avorio, l’Uganda e il Sudan portano avanti una dura politica repressiva della libertà in Rete.

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Tunisia: le sfide della transizione

A più di tre mesi dalla caduta del regime di Ben Alì il cammino della Tunisia verso la democratizzazione è ancora lungo e difficile, compromesso da una reale mancanza di alternative politiche, riforme economiche e strutturali, oltre all’onnipresenza della polizia segreta nella vita pubblica. Il rischio è che la transizione verso la democrazia si tramuti nell’autoritarismo. E anche le elezioni di luglio si preannunciano controverse (Equilibri).

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Minsk, cordoglio di regime

C’è un filo sottile che unisce tutte le dittature (o le autocrazie): quello dell’ordine e della pulizia nei luoghi pubblici. Tutto deve essere sorvegliato e organizzato, ogni momento della vita pubblica e collettiva deve rientrare in un preciso automatismo stabilito dall’alto. Anche l’emozione e il cordoglio. La Minsk di Alexander Lukashenko non sfugge alla regola, a un mese dall’attentato nella metropolitana che uccise 14 persone. (East Side Report).

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