22 Novembre 2024

territori

Argentina, la lotta contro le mega-miniere

In molti Paesi dell’America Latina, le attività di estrazione rappresentano un importante settore dell’economia nazionale. Tuttavia, negli ultimi decenni, progetti noti come le miniere a cielo aperto, sono stati causa di numerosi conflitti per la difesa di diritti ambientali e umani. Le popolazioni locali sempre più disincantate dalle false promesse, si sono organizzate per contrastare l’apertura o la continuazione di simili attività, cercando di trovare metodi alternativi e più sostenibili per il proprio sviluppo.

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Afghanistan, dove la violenza sui minori è una “tradizione”

I Bacha Bazi sono i piccoli schiavi sessuali dei potenti signori della guerra afghani. Sono bambini costretti a soddisfare i più bassi istinti sessuali dei loro “padroni” dopo essersi esibiti, abbigliati da donne, in balli e canti erotici. Si tratta di un’orribile forma di sfruttamento sessuale minorile, che per decenni il Paese ha tollerato in nome della tradizione culturale. Messa al bando dal regime talebano, la pratica è riemersa dopo il noto intervento militare statunitense sotto lo sguardo indifferente della comunità internazionale. Solo di recente, il Parlamento afghano è intervenuto a vietare la pratica, inserendo una specifica norma nel nuovo codice penale.

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Turchia, difendere il giornalismo in un clima di terrore

Negli ultimi anni il numero di giornalisti arrestati con false accuse è cresciuto notevolmente nel Paese e molti media ritenuti critici dalle autorità sono stati chiusi. Per superare questa situazione, il giornalismo turco ha bisogno della solidarietà dei media di tutto il mondo per ribadire che il giornalismo non è un crimine. Questa solidarietà si sta manifestando attraverso la campagna #FreeTurkeyMedia lanciata da alcune delle più importanti organizzazioni per la libertà di espressione. Intanto, dal 2016, 120 giornalisti sono stati imprigionati e 180 organi di stampa sono stati chiusi.

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Nel cuore dell’Africa l’agonia di animali, parchi e riserve

Si continua a morire al Parco Virunga, in Repubblica Democratica del Congo. La sopravvivenza del più antico parco dell’Africa continua ad essere appesa a un filo, ma nel Paese non se la passano certo meglio gli altri parchi, sui quali incombono le stesse minacce: bracconaggio, distruzione dell’habitat, presenza di milizie armate e ricerca di minerali preziosi. Le cause della distruzione di un patrimonio di tutta l’umanità, quale era e in parte rimane l’eccezionale biodiversità dell’immenso territorio della RDC sono diverse, alcune complesse e altre meno, ma tutte legate a un modello di società non più sostenibile.

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Giustizia archiviata per i desaparecidos del franchismo

In Spagna, le vittime del franchismo, dopo oltre 40 anni dalla fine del regime e l’instaurazione della democrazia, non hanno ancora ottenuto giustizia. La ragione principale risiede nella legge sull’amnistia del 1977, che riconosce l’impunità agli autori dei crimini commessi durante la dittatura e vieta lo svolgimento di indagini penali. I governi che si sono finora succeduti, nonostante le pressioni della comunità internazionale, continuano a negare alle famiglie degli “scomparsi” il diritto alla verità. L’unico processo al mondo contro i crimini del franchismo si sta svolgendo in Argentina in applicazione del principio di giurisdizione universale.

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AfroWomenPoetry, l’esordio del progetto a Padova

Poesia, aneddoti, storie di donne, storie dall’Africa. Questi gli ingredienti della conferenza tenutasi a Padova, che ha visto protagonista AfroWomenPoetry. L’intervista all’ideatrice del progetto, Antonella Sinopoli, e le performance di attrici teatrali che hanno interpretato le opere delle poetesse, hanno accompagnato il pubblico nella conoscenza di realtà spesso sconosciute, o distorte, del mondo femminile del continente africano. I primi due Paesi del progetto sono il Ghana e il Togo.

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Siria, esodi forzati e una legge per confiscare le proprietà

Approvata recentemente dal Governo di Assad una normativa che mette in seria difficoltà la possibilità degli sfollati di tornare nelle proprie case. Chi possiede immobili e proprietà nelle zone sotto il controllo del regime deve comunicarlo entro 30 giorni. Come faranno i rifugiati, obbligati spesso a lasciare le abitazioni dopo gli attacchi? E così si dice che la legge sia stata fatta per impossessarsi di beni privati. La Siria è sempre più nel caos, tra città distrutte, esodi forzati e politiche aggressive, ora anche dagli USA.

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Libia, ora si sa perché l’imperialismo voleva rovesciare il Paese

L’interrogatorio dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy sui prestiti di Gheddafi ci suggerisce un altro motivo perché la Francia voleva che il leader libico venisse ucciso. E la questione francese, con i suoi risvolti di corruzione, si inserisce nel quadro più ampio dell’imperialismo occidentale e degli interessi verso i pozzi di petrolio e le ampie riserve in valuta detenute nel Paese, al di là dei pretesti utilizzati dal blocco occidentale per giustificare la guerra condotta nel 2011 per il rovesciamento del regime.

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Abusi della polizia francese ai confini, è questione politica

Il 30 marzo alcuni doganieri francesi hanno fatto irruzione in una sala della stazione ferroviaria di Bardonecchia, costringendo un cittadino nigeriano in regola con i documenti e con un regolare biglietto a fare un test antidroga e facendo scoppiare una crisi diplomatica. La cooperazione transfrontaliera tra i due Stati ha una lunga storia, ma negli ultimi anni la tensione politica al confine è aumentata. Il resoconto di un testimone oculare mostra come i due Paesi gestiscano in maniera diversa la “questione migranti”, e come stiano invece aumentando le reti di solidarietà dei cittadini che sono disposti a commettere anche il cosiddetto “crimine di solidarietà”.

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L’eredità più costosa, il franco africano che limita la libertà

Da oltre 70 anni i Paesi francofoni africani usano il franco CFA, moneta imposta a suo tempo dagli ex colonizzatori. Sulla base di alcune regole applicate al cambio e alle operazioni finanziarie tale moneta avvantaggia l’economia francese – commerci e multinazionali – più che quelle africane. Una delle regole è che il 50% delle riserve di cambio dei Paesi della zona franco devono essere depositate su un conto della Banca di Francia, a Parigi, conto che si stima ammontare a 10 miliardi di euro. A nulla finora sono valse proteste e critiche. L’attivismo anti-CFA è soprattutto quello di economisti e intellettuali africani, mentre la maggior parte dei capi di Stato rimane in bilico su posizioni di comodo.

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