20 Aprile 2024

migranti

Migrantour, il mondo intero in una città interculturale

Viaggio alla scoperta di mondi paralleli e nascosti con un progetto che prevede passeggiate interculturali guidate da cittadini stranieri. In una società apparentemente sempre più aperta, pur non conoscendo molto delle culture migranti le viviamo quotidianamente e non ci rendiamo conto che le nostre città sono diventate negli ultimi anni un mix di differenze e tradizioni. Oltre che un’esperienza di formazione, l’attività di questa cooperativa – nata come costola di Viaggi Solidali – consente anche uno sbocco lavorativo per gli accompagnatori.

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Migranti, gli hotspot italiani: storia di una prassi illecita

Nessuna legge italiana permette il trattenimento dei migranti negli hotspot. Nonostante la sentenza di condanna della CEDU, i richiami del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e la denuncia di istituzioni e Associazioni, l’Italia persiste in questa prassi illecita. La pronuncia dell’organismo europeo avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta nella tutela dei diritti dei migranti in queste sedi, perché l’illegittimità dei loro trattenimenti veniva accertata, per la prima volta, da un organismo giurisdizionale, per di più a carattere internazionale e con competenza specifica a valutare le violazioni dei diritti umani.

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Abusi della polizia francese ai confini, è questione politica

Il 30 marzo alcuni doganieri francesi hanno fatto irruzione in una sala della stazione ferroviaria di Bardonecchia, costringendo un cittadino nigeriano in regola con i documenti e con un regolare biglietto a fare un test antidroga e facendo scoppiare una crisi diplomatica. La cooperazione transfrontaliera tra i due Stati ha una lunga storia, ma negli ultimi anni la tensione politica al confine è aumentata. Il resoconto di un testimone oculare mostra come i due Paesi gestiscano in maniera diversa la “questione migranti”, e come stiano invece aumentando le reti di solidarietà dei cittadini che sono disposti a commettere anche il cosiddetto “crimine di solidarietà”.

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In Oceania detenzioni offshore e rifugiati in ostaggio

Per anni migliaia di richiedenti asilo sono stati rinchiusi in vere e proprie prigioni nelle isole del Pacifico. Manus e Nauru sono stati individuati dall’Australia come posti adatti alla “accoglienza” dei rifugiati, ma la vera motivazione in questa scelta era non farli sbarcare sul territorio australiano. Oggi, molti rifugiati sono ancora in Papua Nuova Guinea in condizioni precarie e di grande incertezza. Un recente report di Human Rights Watch presenta le terribili condizioni di richiedenti asilo iraniani, pachistani, iracheni, afghani, tamil, rohingya.

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Migranti, con Liberi Nantes l’inclusione è nello sport

Il campo XXV aprile, a Pietralata, periferia est di Roma, ospita gli allenamenti della squadra di rifugiati e richiedenti asilo di Liberi Nantes. Siamo andati a trovare i giocatori e a conoscere i volontari dell’Associazione, nata dieci anni fa. Tante le cose fatte e ancora da fare, con rinnovato entusiasmo e voglia di stare insieme. Le video interviste al presidente, Alberto Urbinati, all’allenatore Toti e ad alcuni amici dell’Associazione. Un esempio di integrazione e dialogo attraverso l’amicizia e le attività sportive.

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La logica del rifiuto e la forza di chi si oppone

È cominciato con una serie di rifiuti questo 2018. No ai migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo e di approdare in Italia, in Europa. Possibilmente vivi. No del Governo israeliano ai migranti che già sono sul suo territorio – ma definiti “infiltrati”. Si rifiutano le persone, ma si rifiuta anche la realtà, la conoscenza. Si chiudono gli occhi su dati di fatto. Sulle ragioni del fenomeno migratorio, ma anche su un tema che dovrebbe affliggerci e preoccuparci ogni singolo momento, come le crisi ambientali. Ma c’è anche anche il rifiuto dei piloti israeliani alla deportazione dei migranti, quello di migliaia di donne che hanno marciato contro la politica di Trump, il rifiuto di cedere al potere travestito da democrazia, al neo-liberismo che vuol dire sfruttamento e arricchimento, alla distruzione dell’ambiente, alla violenza di qualunque genere, all’ignoranza e ai fascismi che ci stanno circondando. Questi NO sono anche i nostri.

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Dimenticare per sopravvivere: i traumi silenti dei migranti

Cristiano Draghi, psicologo e giornalista, racconta a Voci Globali la ricerca realizzata per Psicologo di strada sulle condizioni psicologiche di richiedenti asilo e rifugiati: 1 su 10 ha, fin da subito, bisogno di un tipo di sostegno psicologico personalizzato, la metà degli intervistati accusa sintomi fisici connessi a condizioni di stress, il 60% è considerato a rischio di Disturbo post-traumatico da stress. Esistono delle linee guida ministeriali per far fronte a questo tipo di necessità all’interno del sistema di accoglienza, ma l’emergenzialità dell’intera gestione fa sì che vengano applicate in maniera residuale.

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Israele, la Terra Promessa che respinge i rifugiati africani

Non cede il premier israeliano Netanyahu riguardo al provvedimento di espulsione degli immigrati irregolari eritrei e sudanesi. Secondo un recente report sono quasi 40 mila i richiedenti asilo provenienti dall’Africa. Netanyahu nega però lo status di rifugiato a coloro che definisce “infiltrati”, ovvero migranti che lasciano il proprio Paese per cercare opportunità di lavoro. Si moltiplicano non soltanto le opinioni ma anche le azioni di chi vuole porre fine alle posizioni radicali del Governo israeliano. Una sintesi della mobilitazione delle organizzazioni mondiali, dei giornalisti e dei leader della comunità ebraica.

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Giovani africani: disoccupazione, schiavismo e leader silenziosi

I leader africani e occidentali condividono le responsabilità per la pratiche di schiavitù e tratta particolarmente deplorevoli e degradanti che stanno avvenendo in Libia. I giovani africani subiscono più in generale la violazione dei propri diritti: dal diritto al lavoro al diritto alla vita, dalla dignità alla sicurezza. L’Unione Africana e l’Unione Europea non stanno affrontando con la dovuta serietà una pianificazione strategica del futuro economico e sociale del continente, che non può basarsi solo su misure di controllo e confinamento.

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Esodi, la web map sulle rotte dei migranti e delle loro tragedie

Duemilaseicento testimonianze di persone che dall’Africa subsahariana hanno affrontato – negli ultimi quattro anni – pericoli ed esperienze drammatiche di viaggio pur di sfuggire a situazioni di vita in cui la violazione dei diritti umani è all’ordine del giorno. Purtroppo, per moltissimi di loro l’esito dei tentativi di fuga è stato altrettanto tragico. Come emerge da un progetto interattivo curato da Medici per i diritti umani, che si è incaricata di raccogliere e mettere in Rete le loro storie. Eccone alcune.

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