Niger, perso l’alleato l’Europa si domanda chi fermerà i migranti

Il golpe di un mese fa ha fatto crescere tra i leader europei, e soprattutto in Italia, una preoccupazione: cosa succederà con i migranti? Non per una questione umanitaria – in migliaia sono bloccati all’interno del Paese senza mezzi di sussistenza e possibili target di violenze e di reclutamenti nei gruppi terroristici – ma perché il presidente deposto, Mohamed Bazoum, garantiva all’Unione Europea il controllo dei flussi migratori. Questo, dal 2016, attraverso una serie di accordi con l’UE in cambio di sostanziosi sostegni economici. Con chi tratterà ora per l’esternalizzazione di quella importante frontiera del Sahel?

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Oltre i confini, poesia che rivendica diritto a viaggiare degli africani

Delle frontiere e dei passaporti che, a seconda del Paese di origine, agevolano o impediscono gli spostamenti delle persone vincolando di fatto il diritto alla mobilità, se ne occupano i Governi, la politica, le organizzazioni per i diritti umani. Ma può e, forse deve, occuparsene anche la poesia che tutto può dire a proposito dell’esperienza umana. E infatti una poesia intitolata Across Borders [Attraverso i confini] è entrata in un’assemblea istituzionale per raccontare l’insensatezza della burocrazia di fronte alle emergenze della vita e la necessità di maggiore coesione interna al Continente africano. Per i commerci e per gli individui.

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Migranti climatici, cresce il numero ma manca una tutela giuridica

Il prossimo 28 luglio sarà l’anniversario dell’adozione della Convenzione di Ginevra sullo Status dei Rifugiati. Ciò ci ricorda come l’ambito di applicazione di tale strumento non sia stato ampliato adeguatamente: particolarmente problematica è la situazione di coloro che migrano a causa degli effetti del cambiamento climatico, i quali non ricadono sotto la protezione di tale Convenzione. Emblematico è il caso Teitiota contro Nuova Zelanda, considerato come uno spartiacque, ma che in realtà è stata un’opportunità mancata.

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Migrazioni, troppe salme senza nome. Le vittime delle frontiere

Tanti sono gli aspetti del fenomeno migratorio globale, tutti da approfondire per capire e, quindi, per agire in modo consapevole. Ma c’è una questione che, più delle altre, viene trascurata ed è quella che risponde alla domanda: cosa accade quando una persona muore nel tentativo di attraversare il Mediterraneo? Partendo da quello che ha mostrato (tragicamente) la gestione successiva alla strage di Cutro, approfondiamo la prospettiva dell’identificazione delle salme, della sepoltura e dell’eventuale rimpatrio. Ci aiutano a capirne di più l’avvocata Serena Romano e l’antropologa Silvia Di Meo.

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Tunisia, una politica discriminatoria verso i migranti sub-sahariani

Le recenti dichiarazioni di stampo razzista del presidente tunisino Saied sui migranti provenienti dall’area occidentale del Continente hanno destato scalpore in tutto il mondo. Il Paese maghrebino non rappresenta però un’eccezione nel panorama internazionale in quanto a politiche migratorie basate sulla discriminazione: vi sono infatti elementi comuni a nazioni lontane e diverse – come disoccupazione giovanile, crisi economica, tensioni sociali – che portano alla colpevolizzazione dei migranti, i quali finiscono per diventare i capri espiatori di problemi interni che i Governi non riescono a risolvere.

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Libia, corridoi umanitari: come funzionano, chi sono i protagonisti

Il 30 giugno scorso, 95 rifugiati provenienti da Africa sub-sahariana e Siria arrivano in Italia con un (raro) volo da Tripoli. Persone che hanno subito “orrori inimmaginabili” all’interno e all’esterno dei campi di detenzione. Proviamo a capirne di più raccontando anche la storia di due di loro, Hasan e Irene, e del loro atipico salvataggio. Lo facciamo grazie alla collaborazione di Morena La Rosa, attivista per i diritti delle persone migranti presenti nel Paese nordafricano, Edmond Tarek Keirallah, coordinatore del progetto SIV di MSF, ed Ezio Savasta, operatore volontario della Comunità di Sant’Egidio.

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Grecia, l’illogica procedura del diritto d’asilo: parlano i protagonisti

Il 7 giugno 2021 la Grecia ha adottato una decisione ministeriale che ha completamente tramutato la legislazione in materia di diritto d’asilo. I richiedenti asilo provenienti da Siria, Afghanistan, Somalia, Pakistan e Bangladesh sono sottoposti ad una procedura di ammissibilità. Tale procedura presuppone che Ankara esamini le richieste d’asilo e che sia ritenuto un Paese terzo sicuro. Ma le partenze verso la Turchia sono sospese da anni e le violazioni dei diritti umani rappresentano un rischio grave per queste popolazioni. Ce ne parlano alcuni giovani migranti, in questo articolo.

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Criminalizzazione della solidarietà, quando è cominciata e perché

Soccorrendo migranti in pericolo in mare o sulle montagne, offrendo loro riparo e cibo, documentando gli abusi delle polizie e opponendosi alle espulsioni, i difensori dei diritti umani hanno svelato la crudeltà causata dalle politiche europee (e italiane) sull’immigrazione e sono diventati essi stessi bersagli delle autorità. Analizziamo, insieme all’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo e al capomissione di Mediterranea, Luca Casarini, il fenomeno dell’attacco alle organizzazioni che operano nel sociale, specie nel campo delle migrazioni, soffermandoci tra l’altro sul tipo di linguaggio discriminatorio usato quando si parla di migranti.

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Migranti criminalizzati: cercano protezione ma finiscono in carcere

Detenzione preventiva ed ergastolo per chi scappa da guerre e persecuzioni. Con la crescente esternalizzazione delle frontiere in Europa, chi intenda fare richiesta di protezione internazionale non può che intraprendere pericolose vie illegali di migrazione. Costretti a guidare un gommone, i migranti sono arrestati al loro arrivo. L’accusa è di omicidio colposo. In Grecia, chi guida un’imbarcazione con a bordo passeggeri di Paesi terzi è accusato di traffico di esseri umani. E così, disperati richiedenti asilo si ritrovano spesso condannati a vita. Sentenze pronunciate in mancanza di prove e in violazione del principio dell’equo processo.

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Sulla stessa rotta/Abolish Frontex, al via la prima edizione

L’idea Durante il suo primo anno di attività, il Gruppo Melitea ha partecipato a molte iniziative antirazziste e antidiscriminatorie, entrando

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