21 Novembre 2024

Diritti umani

“Garantiti” da Dichiarazioni universali, Costituzioni e Convenzioni internazionali, i diritti umani sono invece spesso ignorati, negati e calpestati in ogni angolo del mondo. Condannati all’estinzione se non facciamo niente per preservarli. Destinati a esistere esclusivamente sulla carta ma non nei fatti. Come giornalisti e cittadini attivi non possiamo far finta che vada tutto bene, vogliamo invece sapere e capire cosa accade, e raccontarlo. Idealisti forse, ma anche concreti, lavoriamo nello stesso tempo offline partecipando a conferenze e incontri pubblici, e organizzando corsi e seminari presso scuole e università – ogni volta che ne abbiamo l’opportunità.

Migrazioni, l’Italia rimane la porta d’Europa. Ma poco accogliente

I migranti giungono nel nostro Paese attraverso viaggi estenuanti, via mare o via terra. Affrontano il Mediterraneo con pericolose barche o i Balcani, che d’inverno diventano un luogo gelido e inospitale. Sia lungo la rotta che una volta giunti a destinazione, si trovano in una condizione di forte vulnerabilità: infatti il sistema di accoglienza è perennemente sovraccarico e non riesce a far fronte al costante afflusso di persone. Ciò che perpetua tutto questo è la difficoltà a ottenere la protezione internazionale.

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Israele-Hamas, la differenza tra pausa umanitaria e cessate il fuoco

La comunità internazionale sta invocando a gran voce un’interruzione delle ostilità tra Hamas e Israele, che potrebbe assumere due forme diverse a seconda delle finalità e dei risultati auspicati. Anche se una pausa umanitaria potrebbe sembrare un obiettivo più facilmente raggiungibile per dare sollievo alla popolazione, viene in realtà ritenuta dagli esperti una soluzione più rischiosa perché meno chiara in termini di applicazione. Il cessate il fuoco, invece, appare come l’unica possibilità di una reale tregua ma sulla quale le parti in causa continuano a sfidarsi, sprezzanti della vita dei civili.

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Giustizia sociale, quanto è attuale oggi la teologia della liberazione

Vivere la fede cristiana come lotta per l’emancipazione, i diritti degli oppressi, il riscatto dalla povertà è quanto si prefigge uno specifico movimento del cattolicesimo sviluppatosi soprattutto in America Latina, ancora attivo oggi. Dall’esperienza di Viviana Premazzi, che ha scritto un libro su questo approccio teologico, approfondiamo il tema di come la dimensione religiosa possa sconfinare nell’azione politica e sociale in modo costruttivo. Anche tra le tante difficoltà nell’interpretare i testi sacri in termini di inclusione e di accoglienza delle diversità.

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Gaza, perché l’ordine di evacuazione viola il diritto internazionale

In seguito agli attacchi lanciati da Hamas il 7 ottobre scorso, Israele ha avviato una durissima controffensiva dichiarando lo stato di guerra per la prima volta dal 1973. Nel bel mezzo di una serie implacabile di bombardamenti, ha ordinato a 1,1 milione di civili residenti nella zona Nord della Striscia di Gaza di spostarsi a Sud in soli due giorni. E non soltanto, ha richiesto anche lo spostamento dei pazienti di numerosi ospedali. Un ordine impossibile da mettere in pratica, considerata la totale assenza di tutela dei civili e delle loro vite. Si delinea quindi chiaramente la violazione del diritto internazionale.

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Aborto, nel mondo il 40% delle donne subisce leggi restrittive

La lotta per il diritto all’interruzione di gravidanza va ormai avanti da decenni, eppure tale diritto non è ancora universale. I problemi legati a questa pratica sono molteplici, e portano molte donne a non avere accesso alle cure richieste. Di conseguenza, sono numerose coloro che tentano vie secondarie e illegali, spesso dannose per la loro salute. Per questo motivo è necessario lottare ancora al fine di ottenere leggi che non restringano la possibilità di accesso all’IVG, e che permettano di ottenere le cure richieste in maniera sicura e che non sia perseguita legalmente.

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Giornata della pace, ma nel mondo impazzano guerre e conflitti

Dal 2001, il 21 settembre è un’occasione per tirare le somme riguardo l’eradicazione della violenza e il rispetto (anzi il mancato rispetto) dei diritti umani. Il 2023 segna un bilancio disastroso con un numero di situazioni di ostilità e scontri violenti mai raggiunto dal 1945. Nessun Continente è escluso da questo fenomeno. Voci Globali fa il punto su alcune delle aree maggiormente interessate dalla violenza. La realtà emersa mostra anche forti criticità quando si va riflettere sul ruolo della comunità internazionale in materia di peace-building e peace-keeping nelle aree di maggiore crisi.

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La falsa propaganda per i diritti umani accettata dall’Occidente

L’Egitto e Stati sempre più strategici sul piano internazionale come la Turchia, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono da anni impegnati a ridisegnare la propria immagine, da nazioni autoritarie e prive di libertà a Governi moderni attenti al rispetto dei diritti. Tuttavia, uno sguardo più approfondito queste politiche, spesso celebrate come rivoluzionarie, rivela quanto esse siano opache e carenti di tutele concrete nei confronti dei cittadini. Il dissenso continua a essere osteggiato con crudeltà anche in presenza di piani nazionali che esaltano la libertà di espressione. Con l’approvazione, tacita, del mondo occidentale democratico.

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Scuola, non è un diritto per 132 milioni di bambine e ragazze

Nonostante l’impegno profuso dagli Stati per raggiungere la parità di genere nel settore scolastico, le differenze sono ancora numerose. Per le discriminazioni che persistono in molte aree del mondo, molte giovani donne non hanno infatti accesso ad un’istruzione duratura e adeguata, e molte sono quindi analfabete. Di conseguenza, i settori lavorativi in cui potranno inserirsi sono molto limitati. Alla base della mancata istruzione femminile vi sono sia fattori culturali che economici, è dunque importante affrontarli per impedire che le bambine vedano i loro diritti negati, e che ciò abbia un impatto anche sulla loro vita adulta.

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Sindrome Italia, il dramma delle badanti straniere e le loro famiglie

Ansia e depressione interessano spesso le lavoratrici domestiche assunte dalle famiglie italiane: la lontananza da casa, il senso di colpa per aver lasciato la famiglia e il difficile compito di badare agli anziani non autosufficienti sono i fattori alla base di una condizione medica che prende il nome dal nostro Paese. Anche i loro figli, rimasti a casa, soffrono per la lontananza della figura materna e alcuni di loro giungono perfino al suicidio. Alla genesi di tale situazione contribuiscono situazioni famigliari complicate, dove ci si scontra con la violenza domestica.

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Fermare le violenze alle frontiere, lo chiedono i cittadini europei

L’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma che “nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. Eppure, le politiche migratorie consentono l’esternalizzazione del controllo dei confini a Paesi che non rispettano i diritti umani e non puniscono crudeltà e respingimenti lungo le rotte di viaggio. Per costringere la Commissione Europea a intervenire con strumenti legislativi idonei nasce l’iniziativa di Stop Border Violence. Capiamo cos’è con interviste a Ciurcina, Francesconi, Camarda e Cibati del Comitato promotore.

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