Ambiente e Società

Vestire insostenibile: industria tessile e fast fashion, impatto letale

Siamo ciò che facciamo, ciò che mangiamo. Ma siamo anche quello che indossiamo. Il comparto vestiario determina un impatto ambientale in ogni fase del suo processo produttivo: dietro un solo paio di jeans si nascondono emissioni, sprechi, inquinamento, sfruttamento. Il fenomeno in vertiginosa crescita del mercato del design a basso costo, inoltre, peggiora il quadro complessivo. I vestiti e il loro utilizzo durano sempre meno, in proporzione ad un maggiore impatto. Anche il lavoro umano dietro questa produzione rivela abusi. L’inversione di rotta del settore tessile necessita una messa in discussione totale.

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Ciclo globale dell’acqua fuori equilibrio, è a rischio la vita umana

La Giornata internazionale dell’acqua compie trent’anni, e non c’è niente da festeggiare. Cambiamento climatico e sfruttamento incontrollato trainano una crisi idrica globale. Già un quarto della popolazione di questo Pianeta non ha accesso ad acqua pulita e sicura, ogni 80 secondi muore un bambino sotto i cinque anni per malattie causate dall’acqua inquinata, e i disastri climatici legati all’acqua si fanno più devastanti ogni anno che passa. E per la fine del decennio toccherà quota 40% lo scarto tra la domanda e la disponibilità dell’oro blu. È tempo di ripensare la gestione dell’acqua come bene comune dell’umanità.

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Crisi climatica, l’impatto sul diritto al cibo e la sicurezza alimentare

L’effetto dell’innalzamento delle temperature e degli eventi meteorologici disastrosi sta interferendo in diverso modo sulla vita di ciascuno. Non è esente da questo impatto la possibilità di godere in modo sicuro e stabile delle risorse alimentari, per intere popolazioni. Nelle dimensioni di accesso, utilizzo e stabilità, essa scarseggia e sovrabbonda in maniera disomogenea nel globo e affligge chi maggiormente già paga lo scotto dei cambiamenti climatici in atto.La fruizione del diritto al cibo richiede un approccio sostenibile soprattutto del sistema alimentare, con strategie che rivedano gli attuali modelli di produzione.

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Yanomami, quel genocidio organizzato per l’oro dell’Amazzonia

Il mercato illegale del minerale prezioso ha un impatto devastante sulla foresta pluviale più grande e biodiversa del pianeta e le popolazioni (umane e non) che la abitano. In Brasile, l’invasione della terra indigena yanomami da parte di 20 mila garimpeiros, spesso al soldo dei narcos, ha provocato un’enorme crisi ambientale, sanitaria e sociale. Sull’ex presidente Bolsonaro ora pesa l’accusa di sterminio. I leader indigeni e gli attivisti denunciavano da anni la catastrofe, inascoltati. Ne abbiamo parlato con Alice Farano di Survival International e Padre Corrado Dalmonego, antropologo e missionario della Consolata a Boa Vista.

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Microplastiche, alternative “bio” ancora poco sicure per la salute

Il fenomeno dell’inquinamento da plastica è un tema molto dibattuto negli studi sulla salvaguardia ambientale e oceanica. Nello specifico, uno dei problemi più importanti riguarda la contaminazione da microplastica e nanoplastica. Recenti studi hanno evidenziato tracce di queste ultime nel DNA di un campione di volontari umani sani in una concentrazione media di 1,6 mg/L. Pertanto, le pratiche positive da adottare vanno dalla riduzione dei prodotti processati all’uso di contenitori realizzati anche parzialmente in plastica, fino a evitare di conservare, cuocere o riscaldare il cibo in contenitori di plastica.

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Giustizia sociale e ambientale, due facce della stessa medaglia

La Giornata Mondiale per la Giustizia Sociale richiama l’attenzione su temi come l’accesso a un lavoro dignitoso, alla salute e a tutte le dimensioni che la riguardano. Eppure, alla luce dei grandi cambiamenti ambientali dei nostri tempi, la giustizia sociale si lega a quella ambientale, al divario sociale che è allargato e inasprito dalla crisi climatica, lasciando ricadere sui Paesi più poveri il peso maggiore. L’approccio integrato dell’ecologia integrale, in questo panorama, offre una visione interconnessa tra le due giustizie, in cui l’una è soluzione e modello per l’altra, e viceversa.

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La mano della Cina sugli asini africani, commercio a doppio taglio

Tra i molti esempi di sfruttamento cinese delle risorse del Continente, non molto noto è il caso del commercio di pelle d’asino. Il collagene in essa presente è alla base dell’ejiao, un composto considerato una panacea secondo la medicina tradizionale e il cui mercato è da anni in forte crescita in Cina. Ciò ha causato una decimazione della popolazione di asini in Africa, stimolando il commercio illegale. Quando invece nelle zone rurali la loro presenza è fondamentale per alleviare la povertà delle famiglie, che a sua volta genera commercio illegale in un circolo vizioso. Per il contrasto al fenomeno servirebbe maggiore organizzazione tra i Paesi africani.

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Deforestazione, non saranno sufficienti i nuovi regolamenti UE

Quotidianamente tutti noi acquistiamo prodotti alimentari legati al fenomeno della deforestazione. A questo proposito, lo scorso dicembre l’Europa ha approvato un nuovo regolamento che cerca di arginare il problema attraverso il divieto imposto alle aziende di vendere prodotti realizzati su terreni disboscati. Tuttavia, questa normativa potrebbe mettere in difficoltà gli elementi più deboli delle filiere, come i piccoli agricoltori. L’articolo analizza come l’UE potrebbe avvicinarsi all’obiettivo di ridurre la deforestazione e ottenere risultati sostenibili senza incorrere in conseguenze indesiderate.

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Solarpunk, un nuovo linguaggio per affrontare la crisi ambientale

Rabbia, violenza, crisi. Dai movimenti che protestano alla comunicazione dei problemi legati ai cambiamenti climatici e alla tutela della sostenibilità, si è levato un alone di negatività che pare ricoprire la questione di irrimediabile condanna. Al punto che la precarietà e la preoccupazione per il futuro del Pianeta ha generato nuove definizioni come l’ecoansia. Voci Globali, in un tentativo di riscrittura della narrazione sull’ambiente, ha raccolto la testimonianza di Silvia Treves e Romina Braggion del movimento Solarpunk, che si propone di andare oltre la critica dello status quo coltivando l’immaginazione e la speranza.

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Twitter, con Elon Musk silenziato anche l’attivismo sulla disabilità

Nonostante le dichiarazioni sulla libertà di parola come “imperativo sociale” e sulla necessità di un sistema “ampiamente inclusivo”, nella visione di Musk non sembrano essere presenti le persone disabili e le loro esigenze. Il team di accessibilità di Twitter pare infatti cancellato, la piattaforma si allontana dai framework giuridici internazionali sui diritti delle persone con disabilità, e appare indebolita anche la capacità d’azione degli attivisti operanti online per i propri diritti. Aperto il confronto tra chi intende continuare a lottare all’interno della piattaforma e chi suggerisce di uscirne.

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