Afghanistan, è il momento di investire nella scuola e nelle ragazze

Un’intervista a Rangina Hamidi, la prima ministra afghana all’Istruzione. La donna, da anni impegnata nel processo di ricostruzione del Paese, riflette principalmente sul ruolo svolto dalle giovani nella società afghana e sul loro graduale percorso di emancipazione scolastica. La priorità attuale del Ministero è quella di investire in nuove infrastrutture scolastiche colmando al tempo stesso le carenze di personale docente e di iscrizioni femminili. L’obiettivo di questi sforzi è garantire un’istruzione universale ed equa a tutti gli studenti afghani. Anche se ora il loro futuro è condizionato dal ritiro delle forze Usa e Nato e dalla possibile rivalsa jihadista.

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El Salvador, la terribile legge contro l’aborto viola i diritti umani

Sebbene molti Paesi dell’America Latina abbiano depenalizzato l’aborto, almeno in circostanze come lo stupro o l’incesto, El Salvador resta una delle poche nazioni in cui vige il divieto assoluto. In questa nazione sono ancora tante le donne che, a seguito di un aborto spontaneo o di un parto di un feto morto, vengono accusate di omicidio aggravato e sono costrette a scontare anni di reclusione. Azioni penali di questo tipo costituiscono una violazione dei diritti umani. L’articolo analizza la questione citando i casi di alcune donne salvadoregne accusate e processate ingiustamente.

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Il populismo autoritario in Europa, i casi di Polonia e Ungheria

Gli ultimi venti anni hanno visto in Europa una crescente ascesa dei movimenti populisti, in particolare di quelli nostalgici dell’autoritarismo. Nell’articolo qui tradotto, il professore di Economia Tomasz Mickiewicz analizza il meccanismo alla base dell’ascesa del fenomeno populista in due ex nazioni comuniste, l’Ungheria e la Polonia. Tanti i fattori che hanno influenzato la diffusione di questo movimento politico tra cui il retaggio dell’era comunista, i rapidi cambiamenti culturali dei giorni nostri a cui si associa un senso di appartenenza verso valori tradizionali di stampo conservatore e, infine, il rapporto politico con la religione cattolica.

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RDC, meme per esprimere ironia, protesta, derisione del potere

Se le immagini hanno sempre rappresentato uno strumento di libertà di espressione per l’uomo, oggi con l’avvento delle vignette lo sono ancor di più. Quelle immagini spiritose accompagnate da un testo che vediamo scorrere ovunque in Rete sono diventate espressioni universali della civiltà contemporanea. L’articolo analizza la loro diffusione nella capitale congolese, Kinshasa, e ci mostra come l’umorismo di queste forme di espressione sia così contagioso che, spesso, tali immagini diventano veicoli di fake news, con il pericolo di alterare le opinioni personali.

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Libano, dall’esplosione di Beirut rafforzato lo Stato di polizia

A un anno dallo scoppio delle proteste il Paese vive un momento di profonda crisi. E ancora una volta la sua corrotta classe politica crede che per risolvere i problemi che attanagliano la Nazione ci sia un unico modo: reprimere il dissenso e la libertà di espressione. Secondo alcuni esperti, dietro questa forma di repressione si cela il rafforzamento di uno Stato autoritario. Nonostante tutto, continuare a sostenere il diritto alla libertà, ma anche la chiara separazione e indipendenza dei poteri, resta l’unica strada verso il cambiamento.

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Sud America, ripercussioni della pandemia sui flussi migratori

La crisi del Covid-19 ha prodotto gravi ripercussioni ovunque e in ogni ambito della vita, ma tra chi ne ha risentito di più ci sono le persone che a causa di preesistenti condizioni di precarietà sono costrette a fuggire continuamente. Il lockdown e le misure di “securitizzazione” delle frontiere hanno colpito in particolare le comunità di migranti e profughi provenienti dal Venezuela. Sfrattati dalle loro abitazioni, senza cibo né denaro, sono stati obbligati a ripercorrere a ritroso quegli stessi chilometri fatti alla ricerca di una speranza.

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Ruanda, “arresto Rusesabagina dimostra censura al dissenso”

Ha fatto scalpore l’arresto di Paul Rusesabagina, noto a livello mondiale per aver salvato centinaia di vite durante il genocidio nel Paese del 1994. Dodici i capi di accusa tra cui quella di “reati legati al terrorismo”. L’autore dell’articolo, T. Longman, fa luce sulla questione. Secondo il politologo americano, gli attacchi mossi contro l’imprenditore, che mostra una sorta di radicalizzazione contro il presidente Kagame, dimostrano come nel Paese non ci sia spazio per le voci critiche.

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Schiavitù e finanza mondiale, quei corpi assicurati per profitto

Schiavitù e finanza sono legate sin dai tempi delle navi negrerie, come ricorda il vergognoso omicidio di massa della Zong. L’analisi parte da quest’importante episodio della storia della tratta atlantica per mettere in risalto il comportamento dei grandi mercanti di allora. Il loro scopo era trasformare i corpi umani in opportunità di profitto. Un fenomeno tristemente noto ancora oggi e celato nella cosiddetta finanziarizzazione. L’ombra della speculazione su quelli che potrebbero definirsi “nuovi schiavi” continua a guidare i profittatori di Wall Street.

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Popolazione mondiale in aumento o in calo? Stime e incertezze

Lo scorso luglio la BBC ha pubblicato i risultati di un nuovo studio che preannunciava un impressionante calo di nascite. In molti, esperti e profani, hanno cominciato ad esprimere preoccupazione per il futuro demografico mondiale. Nello studio, condotto dall’IHME, si stima che intorno al 2064 la popolazione globale raggiungerà i 9,7 miliardi per poi scendere a 8,8 miliardi entro il 2100. L’articolo fa luce sulla questione, proponendo il caso della Nigeria e dando spazio a nuovi elementi di riflessione, sottolineando peraltro l’importanza di valutare con cautela i risultati prodotti dai modelli demografici.

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Come la pandemia ha cambiato la nostra percezione del tempo

La quotidianità non è più la stessa da quando è scoppiata l’epidemia. A subire profondi cambiamenti non sono state soltanto le abitudini del vivere, ma anche la cognizione del tempo. La nuova dimensione sembra essere quella della “trappola nel presente”, senza più capacità di pianificare il futuro. L’articolo analizza, da una prospettiva antropologica, la crisi economica e sociale innescata dal coronavirus, mettendola a confronto con i ritmi di vita accelerati imposti dal modello capitalista. Si aprono, così, nuove piste di riflessione per cercare di superare questo tempo di “inerzia”.

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