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Perché sono dalla parte dei migranti africani

Abbiamo sempre una possibilità, tutti. Solo che le possibilità non sono le stesse per tutti. Non sono generate dalla stessa valvola di ottimismo o dalla stessa speranza di successo o dalle medesime condizioni di partenza. Alcune sono possibilità indotte, provocate da spinte esterne di cui noi siamo solo un organismo debole che le subisce e le consuma. Ma è sulla base delle possibilità, della possibilità di scelta, che si misura la giustizia, che si misurano i diritti umani, che si misura la veridicità o meno di quei Trattati internazionali e di quelle parole che tanto hanno gioco nelle dichiarazioni di chi in questi ultimi anni e nei secoli scorsi ha giustificato i crimini più orrendi.

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Richiedenti asilo, pedine politiche in un’Europa disarmonica

Lo scontro sulle responsabilità di accoglienza scoppiato con il caso Aquarius e lo stallo sulla riforma del regolamento di Dublino sono segni evidenti di una crisi dell’Unione Europea sul tema migrazione. Posizioni discordanti tra gli Stati e allontanamento di ogni responsabilità condivisa rischiano di rendere impossibile una politica di asilo comune e solidale. Il vertice del Consiglio Europeo previsto per la fine del mese, non promette di giungere a conclusioni efficaci, mentre la rotazione alla presidenza del Consiglio a luglio, non pare, in questo senso, dare speranza per il futuro.

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Ceuta e Melilla, frontiere di morte nell’indifferenza del mondo

Le enclavi spagnole poste al confine lungo la costa settentrionale del Marocco, vicino allo stretto di Gibilterra, ospitano due muri di filo spinato poco raccontati dai media. Il dramma della migrazione ha toccato lì momenti di forte tensione, in cui l’uso della forza da parte della polizia marocchina e spagnola ha provocato la levata di scudi di molte associazioni umanitarie, che hanno puntato il dito contro la violazione dei diritti umani.

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Africa, strategie contro la pericolosa alleanza Monsanto-Bayer

I due colossi, tra le più importanti aziende chimiche al mondo, hanno concluso una storica fusione che cambierà il profilo mondiale dell’agricoltura. In particolare, il settore delle sementi potrebbe comportare cambiamenti fondamentali per gli agricoltori africani che rischiano di diventare sempre più dipendenti dall’estero. Visto l’enorme potenziale del terreno africano, è quindi necessario attuare politiche che puntino al biologico, che coinvolgano maggiormente gli agricoltori locali e permettano di mantenere quella biodiversità tanto necessaria per le future generazioni.

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Corridoi umanitari, salvare vite umane in sicurezza e legalità

Grazie alla sinergia di Sant’Egidio, Chiese Evangeliche, Tavola Valdese e Governo, dal 2016 sono attivi in Italia i corridoi umanitari. Questo sistema opera in piena sicurezza e legalità per trasferire persone vulnerabili e in condizione di sofferenza provenienti da Paesi in guerra e povertà. Attraverso una salda rete di volontari, cittadini, associazioni, parrocchie e istituzioni, i profughi viaggiano senza rischiare la morte e i soprusi con i barconi in mare. E l’integrazione funziona. Dal 2016 più di mille profughi sono riusciti ad arrivare sul nostro territorio con questa modalità.

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Gaza, il futuro frenato dall’indifferenza e dalle paure di Israele

Le immagini di uomini, donne, giovani e anziani palestinesi diretti verso il confine israeliano hanno creato una terribile angoscia nell’immaginario collettivo. Non c’è da affrontare solo il recente conflitto esploso sulla Striscia, ma anche far fronte alle sue cause, per dare agli abitanti di Gaza un qualche motivo per credere ancora nel loro avvenire. Ma Israele, in realtà, nutre forti preoccupazioni circa la sua sicurezza. Si preoccupa che il miglioramento delle condizioni, in particolare di quelle economiche, darebbe ad Hamas nuove opportunità per rafforzarsi.

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Sud Sudan, un capo tribù donna contro la violenza sessuale

Di recente è stata eletta a capo dell’etnia Nuer una donna, Rebecca Nyandier Chatim. Potrà realmente contribuire a cambiare la situazione di disuguaglianza di genere e violenza all’interno dello Stato africano? In realtà non si può pretendere che le donne leader cambino da sole un sistema patriarcale violento ben radicato nella società. Tuttavia, con l’aiuto di chi le sostiene possono senz’altro assumere un ruolo guida e contribuire a trasformare questa situazione. In questo articolo alcune ricerche e analisi sul campo.

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Amianto, il diritto alla salute e la battaglia delle associazioni

L’amianto è molto pericoloso e uccide in maniera silenziosa, visto che la malattia ha tempi lunghissimi di latenza. Per questo, chi si ammala di mesotelioma pleurico ha sempre grandi difficoltà ad ottenere idonei risarcimenti. Centrale risulta allora la battaglia dal basso portata avanti dalle associazioni che lottano in difesa del malato e delle loro famiglie. E che prosegue da anni, nonostante il fatto che i processi giudiziari continuino a far discutere. La necessità di un intervento della politica e delle istituzioni.

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Femminismo africano, in Rete storie, battaglie e testimonianze

Se in Europa sembra superato e demodé, il movimento in Africa è più che mai vivo e dinamico. Le donne africane in questa lotta sembrano correre in avanti e mostrare che non c’è da stare sedute su presunte conquiste – sempre in bilico, in realtà. E corrono con lo strumento che consente oggi una condivisione aggregante e veloce, il web. Negli ultimi anni sono nati blog, collettivi, siti di informazione e accademici che svelano l’universo femminile – e femminista – africano. Navigare attraverso questi siti permette una comprensione più ampia dei fenomeni sociali del continente.

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Traffico di organi, una Convenzione lo vieta. Con scarsi risultati

Un fenomeno transnazionale, che si nutre di situazioni di estrema povertà, da un lato, e carenza di organi da destinare ai trapianti, dall’altro. La lotta a questo fenomeno si è dimostrata finora inefficace perché sono mancate adeguate normative sia sul piano nazionale che internazionale. Nel dibattito giuridico e scientifico c’è stata la tendenza a far coincidere il “traffico di organi” con “la tratta di essere umani a scopo di trapianto”, data l’apparente similitudine tra i due crimini, rendendo così poco agevole il percorso verso la criminalizzazione del commercio di organi.

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