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Diritti e criminalità in Messico, l’opinione dei cittadini

Applicare le norme sui diritti umani vuol dire anche proteggere i criminali? Una ricerca rivela l’opinione dei messicani. Il Paese sembra trovarsi davanti ad un bivio: combattere il crimine oppure proteggere i diritti di chi è accusato di averlo commesso? Il governo messicano, nel 2008, ha attuato una riforma della giustizia penale per codificare le norme internazionali, come la presunzione di innocenza e l’assistenza legale durante gli interrogatori. Alcuni pensano che il tempo e il denaro speso per questa riforma siano fuori luogo di fronte alla violenza incontrollata delle gang mentre altri la considerano importante e urgente.

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Spionaggio di Stato sui diritti umani, ONG nel mirino

Il caso di Amnesty International è solo l’ultimo di una lunga serie. Accade sulla base di accordi segreti internazionali che permettono alle varie agenzie governative di condividere informazioni. In particolare l’accordo UKUSA che include 5 nazioni (Five Eyes), con la statunitense NSA, la Britannica GCHQ, la canadese CSEC, l’australiana ASD e la neozelandese GCSB. L’alleanza è cominciata dopo la Seconda guerra mondiale e ha costruito una solida infrastruttura di sorveglianza globale delle comunicazioni. Collaborano in diversi compiti e sviluppano molti programmi di raccolta dati e analisi.

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Africa, app e piattaforme on line nell’agricoltura verso il futuro

L’innovazione e l’uso della tecnologia mobile stanno cambiando anche il volto dell’economia tradizionale del continente. Ma l’età media degli agricoltori è 60 anni e questo nonostante il 60% della popolazione africana abbia meno di 24 anni. La speranza può venire proprio da un nuovo modello – pare emergente – di giovani proprietari di terre o possessori di imbarcazioni da pesca, urbanizzati e tecnologizzati. Vivono in città e spesso hanno un doppio lavoro ma controllano le loro terre e coltivazioni grazie a piattaforme online, app, smartphone.

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“Rifugiato” non equivale a “vittima”, contro un luogo comune

Con il susseguirsi delle situazioni di crisi nel Mediterraneo o altrove, l’attenzione dell’opinione pubblica viene richiamata dalle sempre più numerose persone in fuga dalla guerra, dalla povertà o dalle persecuzioni. Tuttavia, le rituali manifestazioni di compassione sui media e sulla scena politica svolgono un cattivo servizio alle attività in favore dei rifugiati perché involontariamente – e falsamente – li rappresentano in uno stato di inazione e passività. Descrivere i rifugiati in questa chiave non favorisce cambiamenti sociopolitici significativi.

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“I rom dell’Europa dell’Est scappano da razzismo e povertà”

I rom ricorrono all’emigrazione verso i Paesi della CEE perché le loro comunità emarginate subiscono una profonda povertà strutturale. Studi dettagliati e preoccupanti rivelano infatti la continua discriminazione e l’aggravarsi delle condizioni in termini di impiego, condizioni di vita e salute. Nel 2011, circa il 90% degli intervistati nella CEE e in altri Paesi possedeva un reddito al di sotto della soglia nazionale della povertà. Sebbene alcuni rom possano essere stati costretti a emigrare e poi siano stati sfruttati nei loro Paesi di destinazione, nella gran parte dei casi non si può parlare di traffico di persone.

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Flores d’Arcais, “conflitto” tra diritti, tortura, genocidio

Intervista al professore di Storia comparata e diritti umani all’Università di Siena, autore di “Storia dei diritti umani”. “Non credo ci sia la possibilità che qualche diritto acquisito negli ultimi duecento anni, sia oggi in via di estinzione” – ci risponde così, alla domanda: “Quali diritti oggi sono in via di estinzione?” . Parliamo, ad esempio, di diritto dell’ambiente, diritti culturali, diritti dei popoli indigeni, diritto delle generazioni future. Oggi, probabilmente, una delle questioni più aperte – che può far pensare a una sorta di estinzione di diritti – è quella del ‘conflitto’ tra diritti

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Haiti e la Croce Rossa, appropriazioni indebite e aiuti monchi

Il 12 gennaio 2010 Haiti è colpita da un forte terremoto. La risposta in termini di donazioni è stata immediata e generosa da tutte le parti del mondo. Purtroppo i risultati degli aiuti non sono stati all’altezza di ciò. L’ultimo degli scandali che ha coinvolto la Croce Rossa Americana, reso noto da ProPublica e NPR, è emblematico. Sintomatico di qualcosa che in generale non funziona negli aiuti. Continuano ad accumularsi una serie di fatti che rivelano il peggio di un’organizzazione che dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto. Nel nostro articolo una sintesi delle inchieste.

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Sfumature di bianco: razza, genere e schiavitù nei Caraibi

Durante l’era coloniale bianchi e neri erano categorizzati secondo linee di genere, molte di queste persistono ancora oggi. Ci si appellava alle differenze razziali per giustificare la deportazione e la schiavizzazione forzata, attraverso la tratta transatlantica degli schiavi, di quelli che alla fine risultarono circa tredici milioni di africani Questo sistema non solo ha comportato l’impiego di un’iconografia razzista, ma ha al pari richiesto una riflessione su cosa significasse essere bianco. In questo contesto la valorizzazione del bianco ha proceduto di pari passo con la discriminazione del nero.

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A un progetto italiano il Data Journalism Award 2015

People’s Republic of Bolzano, una finestra sulla comunità cinese del capoluogo altoatesino per combattere i cliché. Il lavoro ha visto impegnati un antropologo culturale, un giornalista, due designer e uno sviluppatore. Attraverso video-interviste, grafici e visualizzazione dei dati gli autori del sito hanno mostrando sfaccettature differenti dello stesso fenomeno e raccontato la storia – le storie – da diversi punti di vista. Sono saliti sul podio insieme a giganti dell’informazione: Al Jazeera, Wall Street Journal, BBC, La Nacion, Berliner Morgenpost.

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Unione Africana, dopo 52 anni vive ancora la colonizzazione

Continua, con il consenso delle forze occidentali, la brutale occupazione del Sahara Occidentale da parte del Marocco. Territorio conosciuto ufficialmente come Repubblica del Saharawi e Stato membro a tutti gli effetti dell’ex OAU dal 1982 e uno degli Stati fondatori dell’Unione Africana. L’Organismo ha da poco celebrato la sua nascita con il rammarico di dover constatare che il continente è ancora lontano dal realizzare quel concetto di panafricanismo teorizzato dai suoi fondatori. Si assiste invece ad una forma di neo-colonialismo di uno Stato africano su un altro.

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