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Palestina, l’interminabile vicolo cieco delle nuove elezioni

A distanza di ben 15 anni dall’ultimo voto, lo scorso gennaio la Commissione Centrale Elettorale palestinese ha annunciato le elezioni legislative e presidenziali, entrambe fissate per quest’anno. In un contesto sociale, politico e geografico caratterizzato dalla polarizzazione fra Hamas e Fatah e da una profonda sfiducia nei confronti di un sistema istituzionale debole e corrotto, gli esiti appaiono più incerti che mai. E la fine dell’occupazione sembra ancora più lontana. Voci Globali ne ha parlato con due attivisti palestinesi rispettivamente residenti a Gaza e nella West Bank.

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Giornata mondiale contro l’AIDS, messaggi e storia di chi la vive

Un bilancio sulla malattia dello stigma e della paura. Le nuove terapie e la vita quotidiana dei pazienti. Abbiamo intervistato l’attivista Paolo Gorgoni in arte Paula Lovely, l’artivista Luca Modesti e il presidente nazionale dell’Anlaids, Bruno Marchini. Le nuove terapie hanno rivoluzionato il quadro del virus ma il pregiudizio sulle persone che vivono con l’HIV resta enorme perché legato alla sfera sessuale e alle rappresentazioni degli anni ’80-’90. Eppure le persone con HIV non diffondono il virus, dunque rilanciamo questo avviso: U=U (undetectable = untrasmittable).

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Il ruolo delle donne nei conflitti armati e nei processi di pace

L’anniversario della Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ricorda il valore della pace, prerequisito fondamentale per la salute, l’uguaglianza e la sicurezza umana. In questi ultimi vent’anni, dieci risoluzioni sono state dedicate dall’ONU al tema delle donne, connesso alla pace e alla sicurezza. L’imperativo categorico sembra proprio essere quello dell’inclusione. Il ventesimo anniversario della risoluzione si svolge in un mondo in cui due miliardi di persone vivono in Paesi dove sono in atto conflitti. Che ruolo hanno le donne oggi nei contesti di guerra e pace?

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Armi nucleari proibite, ma non per l’Italia. Il ruolo dell’Africa

Il 22 gennaio 2021 entrerà in vigore il Trattato di proibizione delle Armi Nucleari. Avrà valore però solo per i 50 Paesi che lo hanno ratificato, restano fuori le principali potenza mondiali, che sono anche quelle meglio armate anche per quanto riguarda gli ordigni nucleari. Chi in questi anni ha combattuto, e sta continuando a farlo, contro questo male assoluto, vedono segni di speranza. Fuori dal trattato c’è l’Italia. Brevemente, inoltre, ripercorriamo il ruolo del continente africano nella lotta all’atomica.

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USA, rielezione di Trump sarebbe prova fatale per il Paese

Le elezioni presidenziali del 3 novembre potrebbero rappresentare uno degli eventi più significativi e di maggiore portata del XXI secolo. L’umanità sta vivendo una delle sue epoche più difficili, tra crisi climatica, crescente autoritarismo e minaccia nucleare, e una seconda vittoria del presidente uscente sancirebbe una definitiva perdita di visione degli ideali democratici. In tal caso, gli americani dovranno sforzarsi di affrontare una “rivoluzione della coscienza”, attingendo dalla storia per ricreare le condizioni economiche, culturali e politiche necessarie per risollevare USA e resto del mondo.

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Bielorussia, il regime usa la forza ma il mondo non reagisce

In seguito alle elezioni di agosto e alla controversa elezione del presidente Lukashenko, le proteste di massa dei cittadini sono state duramente represse dalla polizia di Stato. Sono stati denunciati torture, stupri, detenzioni arbitrarie e violazioni della privacy e del diritto d’espressione. Le organizzazioni internazionali a tutela dei diritti umani hanno tardato a condannare la situazione nel Paese e, ancora più gravemente, ad intraprendere azioni concrete per ottenere la condanna delle autorità responsabili e il ripristino di una condizione di tutela dei diritti umani.

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Catalogna, l’ascesa e il declino del sogno indipendentista

La cronaca internazionale racconta ampiamente di una Spagna colpita dal coronavirus, e ormai poco del fragile equilibrio politico che esiste tra le sue comunità autonome. Ma una situazione è forse lo specchio dell’altra. A tre anni dal referendum di autodeterminazione, che fine hanno fatto i separatisti? Ritratto di un movimento nazionalista in auge ieri, in una impasse oggi, ma che resta un elemento chiave per la comprensione delle dinamiche locali e invita a interrogarsi sul futuro elettorale della regione. Da Barcellona, analisi di un complesso conflitto politico.

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Prison Songbook, il blues dalle carceri dove giustiziavano i neri

Marco Vignazia e Sara Piolanti sono due musicisti italiani che fanno blues da 30 anni. Da qualche tempo si sono messi a lavorare su un percorso sociale, storico e antropologico: andare alla ricerca delle songs nate all’interno delle carceri americane (o dall’esperienza della detenzione) dove nel secolo scorso si continuava ad applicare il regime razziale che era esistito, e in molti casi esisteva ancora, nel mondo fuori. Vignazia e Piolanti hanno riportato alla luce un repertorio che sa di sofferenza, prevaricazioni e dolore. Con loro quel blues torna a rivivere per denunciare i rapporti di forza tra bianchi e neri in quegli anni.

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75 anni dall’atomica, lezioni da due giganti del panafricanismo

Ricordare Hiroshima e Nagasaki è anche l’occasione di ripensare l’approccio africano agli armamenti atomici che si rifà ai contributi di Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana post-coloniale, e Ali Mazrui, eminente studioso keniota. Il primo sposava l’approccio abolizionista non violento, il secondo non escludeva il ricorso agli armamenti per la sua diffidenza verso il Trattato di non-proliferazione (1968), che riteneva strumento razzista e orientato allo status quo dei rapporti di potere. Conciliare i due apporti vuol dire aderire al Trattato per la proibizione delle armi nucleari (2017) puntando decisamente al disarmo nucleare globale.

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Pratiche artistiche di resistenza alla politica di invisibilizzazione

Resistenza attraverso pratiche artistiche capaci di creare, rigenerare e riappropriarsi dello spazio pubblico. Questo il nodo centrale intorno a cui si è sviluppata Performing Resistance, piattaforma discorsiva digitale, promossa da Atlas of Transitions Biennale, che ha visto coinvolti artisti, accademici, curatori, attivisti e ricercatori internazionali. Nei giorni tra il 16 ed il 20 giugno hanno avuto luogo incontri e dialoghi, in streaming su Facebook e YouTube, a cui hanno partecipato più di 1200 persone provenienti da tutto il mondo. Ora queste testimonianze rimangono disponibili online sul sito web di Atlas of Transitions.

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