24 Novembre 2024

Diritti umani

“Garantiti” da Dichiarazioni universali, Costituzioni e Convenzioni internazionali, i diritti umani sono invece spesso ignorati, negati e calpestati in ogni angolo del mondo. Condannati all’estinzione se non facciamo niente per preservarli. Destinati a esistere esclusivamente sulla carta ma non nei fatti. Come giornalisti e cittadini attivi non possiamo far finta che vada tutto bene, vogliamo invece sapere e capire cosa accade, e raccontarlo. Idealisti forse, ma anche concreti, lavoriamo nello stesso tempo offline partecipando a conferenze e incontri pubblici, e organizzando corsi e seminari presso scuole e università – ogni volta che ne abbiamo l’opportunità.

No alle trivellazioni nel Sahara occidentale, la protesta all’ONU

Fermare lo sfruttamento petrolifero e autodeterminazione del popolo Saharawi: lettera all’ONU di una coalizione contro i piani coloniali del Marocco che, con totale inosservanza di un chiarissimo parere legale delle Nazioni Unite del 2002, si è aggiudicato  nel territorio sette autorizzazioni per il gas e il petrolio. Tutte le società coinvolte si sono coalizzate con la compagnia petrolifera statale di proprietà del governo marocchino, ignorando le numerose proteste del popolo Saharawi.

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Migranti, l’UE deve agire ora per fermare la tragedia sulle sue coste

Quanto valgono le vite umane? Quante persone dovranno ancora morire prima che l’Europa intervenga? Purtroppo queste non sono domande retoriche. Dall’inizio del 2015 più di 1500 persone, nel viaggio dal Nord Africa verso le coste europee, sono annegate o scomparse nelle acque del Mediterraneo. Tuttavia, fino ad ora gli Stati Membri non sono riusciti a concordare una strategia comune per rispondere alle traversate illegali nel Mediterraneo che stanno trasformando il mare in un cimitero di massa.

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Migranti, perché scappano? Spieghiamolo nelle scuole

Il vertice europeo straordinario dedicato all’emergenza immigrazione del 23 aprile punta ad aumentare sensibilmente i fondi per le missioni Triton e Poseidon. Fra i punti della bozza di accordo, il rafforzamento della nostra presenza in mare per contrastare i trafficanti; lo smantellamento delle reti della tratta; l’avvio di programmi di sviluppo regionale. Della proposta di legge ce ne parla Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre.

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Il business del lavoro forzato all’ombra di governi e imprese

Spesso, quello che possiamo definire vero e proprio lavoro forzato, viene descritto come un reato isolato riconducibile a datori di lavoro senza scrupoli. Tuttavia si tratta di qualcosa di molto più sistematico rispetto a ciò che vogliono credere molti governi, imprese e organizzazioni che si battono per eliminare la schiavitù. Sia nuove iniziative legislative che l’opera di ONG non riescono a sradicare la schiavitù contemporanea che rimarrà tale con gli attuali sistemi di mercato.

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Ghana, scuole e libertà di religione. Il caso alla Corte Suprema

Si accende la discussione contro l’obbligo per studenti musulmani di prendere parte a funzioni nelle scuole cattoliche. Il cancro dell’intolleranza religiosa rischia dunque di diffondersi anche in un Paese che si è sempre distinto proprio per il contrario: pacifica convivenza tra gruppi tribali di differenti lingue e tradizioni e tra cittadini aderenti a fedi diverse. Cristiani (di ogni tipo di chiesa), animisti, musulmani e altre confessioni, hanno sempre convissuto fianco a fianco senza criticarsi troppo e senza pestarsi i piedi. Fino a pochi giorni fa.

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Emergenza immigrazione, l’Europa non fa abbastanza

Intervista a Valeria Carlini, responsabile Ufficio Stampa del Consiglio Italiano Rifugiati. “L’Europa si è dotata di un’Agenzia, Frontex, che in maniera efficiente si occupa di controllo delle frontiere. Ma non è con questo strumento che l’Europa può assicurare il soccorso dei migranti nel Mediterraneo. Crediamo che l’Europa abbia tutto il potere, economico – politico – tecnico, di dotarsi di un efficiente sistema per garantire la sicurezza in mare”. Intanto dal primo gennaio a metà febbraio ci sono stati 5.302 sbarchi.

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Schiavitù minorile, una macchia nera nel Belpaese

Se il fenomeno della schiavitù, a cominciare dalla tratta degli esseri umani, è ancora drammaticamente presente ai nostri tempi, la cosa più inquietante è che il numero dei bambini vittime di questa realtà è ancora eccessivamente alto. Un minore vittima di tratta è ogni persona al di sotto dei 18 anni che è reclutata, trasportata, trasferita, ospitata o accolta a fine di sfruttamento, sia all’interno che all’esterno di un Paese, anche senza che vi sia stata coercizione, inganno, abuso di potere o altra forma di abuso.

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Tratta di esseri umani, fenomeno nascosto alla luce del sole

Siamo nel ventunesimo secolo e il mercato di esseri umani, la tratta degli schiavi è un fenomeno ancora e ampiamente presente. Milioni sono le vittime. È addirittura la terza attività illegale più lucrativa nel mondo dopo droga e armi. Si stima che il traffico di esseri umani renda ai criminali circa 32 miliardi di dollari annui. Tutto ciò sembrerà strano. È assurdo. Ma assolutamente e scandalosamente vero. Un articolo di Giuseppe Fusco.

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Conflitto maoisti e Stato indiano, al centro donne e bambini

Una larga parte delle popolazioni tribali indiane subisce le conseguenze più pesanti del sanguinoso conflitto – in corso da anni, autentico conflitto dimenticato – tra lo Stato indiano e i gruppi di guerriglieri maoisti. Raramente tale conflitto è emerso nell’agenda riguardante programmi di sicurezza globale. Donne e bambini sono intrappolati in questa mortale linea di fuoco, con abusi sessuali dilaganti e i più piccoli usati come scudi umani.

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“Eco de femmes”, l’emancipazione che passa dal lavoro

“Il diritto a guadagnarsi da vivere”, sosteneva Virginia Woolf, l”e donne non se lo faranno portare via”, riconoscendo in esso la prima e autentica forma di emancipazione da una società patriarcale spersonalizzante. Lo stesso diritto, difeso nel lontano 1938, è rivendicato oggi dalle donne che popolano l’area tra il Marocco e la Tunisia. Presentiamo dunque un progetto e un documentario sulla dimensione femminile – di sfruttamento e ineguaglianza – nelle aree rurali del Maghreb.

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