[Mondo – I fatti del mese (settembre 2022). In questa rubrica mensile, dieci brevi notizie raccontano avvenimenti, fatti, iniziative, politiche che – per diverse ragioni – restano di solito nell’ombra della stampa. Tenere una finestra aperta sul mondo: in questa prospettiva, e in linea con le tematiche di Voci Globali, diamo spazio a quanto accade nel panorama internazionale.]
Diritti umani – Arabia Saudita, Amnesty International contro i divieti di viaggio
Il 26 settembre si è conclusa la campagna internazionale #LetThemFly, avviata a maggio scorso da Amnesty International a supporto degli attivisti sauditi. La petizione ha ricevuto un notevole seguito. Oltre 100.000 voci da ogni parte del mondo hanno chiesto alle autorità di Riad di revocare i divieti di viaggio utilizzati per punire e controllare attivisti, giornalisti, scrittori, dissidenti che vivono all’estero e i loro parenti. Uno strumento finalizzato, da un lato, a impedire di raccontare cosa accade nel Paese mediorientale; dall’altro, a separare nuclei familiari a tempo indeterminato. “L’Arabia Saudita deve porre fine alla spietata repressione dei diritti umani, compresa la libertà di espressione, associazione, movimento”, ha dichiarato Diana Samaan – Vice Direttore AI per il Medio Oriente e il Nord Africa.
Africa – Repubblica Centrafricana, stop alla riforma costituzionale
La Corte costituzionale ha bloccato sul nascere le aspirazioni del presidente Faustin-Archange Touadéra di creare un comitato incaricato di redigere una nuova Costituzione. Il 23 settembre, infatti, ha annullato il decreto presidenziale che – denuncia l’opposizione – mirava a introdurre la possibilità di un terzo mandato per l’attuale capo di Stato. Gli ermellini hanno motivato la loro decisione rilevando la mancata istituzione nel Paese di un Senato, organo deputato insieme all’Assemblea nazionale ad approvare qualsivoglia emendamento alla Carta costituzionale. Peraltro, i giudici hanno evidenziato che Touadéra, prestando giuramento sulla Bibbia, si era impegnato a non modificare numero e durata dei suoi mandati.
Ambiente – “Io mangio il giusto“, manifesto per salvare l’Amazzonia
In occasione della XVI edizione del Festival della Biodiversità, il COSPE – il 21 settembre – ha lanciato il manifesto “Io mangio il giusto “dedicato all’impatto della nostra alimentazione sull’ambiente e, in particolare, sulla deforestazione in Amazzonia. “Il 90% delle terre deforestate nelle aree tropicali diventano pascoli e piantagioni di soia“, per garantire “carne ai consumatori cinesi, europei, nordamericani e super-profitti a tutti gli attori di questa economia predatoria“, ha dichiarato Eleonora Migno, vice-presidente dell’ONG. Il documento comprende un decalogo di azioni concrete da mettere in pratica nella vita quotidiana. E rappresenta uno strumento per sostenere la resistenza dei popoli custodi della foresta amazzonica.
Giustizia sociale – India, proseguono le udienze sul noto caso “divieto all’hijab“
La Corte Suprema di Nuova Delhi, il 20 settembre, ha ascoltato l’avvocato Dushyant Dave, difensore delle studentesse che hanno impugnato la sentenza dell’Alta Corte del Karnataka sull‘hijab. “Qui non si tratta solo di uniformi scolastiche” ma “di uno schema volto a emarginare la comunità minoritaria [musulmana]. L’hijab è la nostra identità“, ha detto Dave. Il caso origina dalla decisione del Governo del Karnataka – Stato nel Sud-Ovest dell’India – di vietare a inizio anno in tutte le scuole abiti con connotazioni religiose, suscettibili di “disturbare l’uguaglianza, l’integrità, il diritto e l’ordine pubblico”. Il provvedimento ha portato a immediate reazioni di protesta, anche violente, in tutto il Paese. Un gruppo di studentesse ha presentato quindi ricorso prima all’Alta Corte e poi alla Corte Suprema.
Africa – Nigeria/Marocco: al via il progetto per un nuovo gasdotto
Il 15 settembre, a Rabat, è stato siglato un protocollo di intesa tra Marocco e Nigeria per la realizzazione di un gasdotto transafricano. Il mega progetto – sostenuto da ECOWAS ed Europa – attraverserà l’Africa occidentale. E sarà collegato al Maghreb Europe Gas Pipeline e alla Rete Europea del Gas. “Questo importante piano, una volta completato, fornirà gas a tutti i Paesi africani lunga la linea di snodo“ e “permetterà una nuova rotta di esportazione verso l’Europa“, si legge nel comunicato congiunto dei firmatari. L’obiettivo di molti Stati, anche europei, è quello di svincolarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia. Al momento, non è stato fissato un calendario per l’inizio dei lavori.
Politica internazionale – Appello del CCG per il processo di pace in Yemen
Il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), il 12 settembre, ha invitato la comunità internazionale a intensificare la “pressione” sugli Huthi per un loro maggiore impegno nel processo di pace, necessario per porre fine alla grave crisi in Yemen. Nayef Al-Hajraf – Segretario Generale del CCG – ha ribadito il pieno sostegno del Consiglio a tutte le attività delle Nazioni Unite volte a promuovere sicurezza, stabilità, pace nel Paese mediorientale. Dopo oltre 7 anni di guerra, la popolazione civile è ormai allo stremo anche per la fame. Il conflitto ha finora generato oltre 4 milioni di sfollati e migliaia di vittime, soprattutto donne e bambini. Quasi 24 milioni di individui necessitano di assistenza umanitaria per sopravvivere.
Ambiente – Cresce lo stress idrico nel continente africano
Il nuovo report dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), pubblicato l’8 settembre, ha rilevato come lo stress idrico stia mettendo a dura prova comunità, economie ed ecosistemi africani. Nonostante il Continente contribuisca soltanto per il 2/3% all’emissione di gas serra risente in modo sproporzionato delle conseguenze. Siccità, inondazioni, cambiamento climatico hanno già colpito 250 milioni di persone e costringeranno ben 700 milioni di persone a emigrare. Secondo il documento – frutto della collaborazione tra Unione Africana, OMM e alcune agenzie specializzate delle Nazioni Unite – “l’aumento della domanda di acqua, accompagnato da forniture limitate e imprevedibili, minaccia di aggravare conflitti e sfollamenti interni“.
Giustizia sociale – Asia Pacifica, allarme per la mancanza di tutele sociali
“La nostra regione [Asia Pacifica] spende meno della metà della media mondiale per la protezione sociale. Quasi il 60% della popolazione è privo delle normali tutele previste per gli ordinari eventi della vita, quali: gravidanza, malattia, disoccupazione“. L’allarmante quadro è stato tracciato dal Segretario Esecutivo dell’ESCAP (UN Economic and Social Commission for Asia and the Pacific) – Armida Salsiah Alisjahbana – in occasione della presentazione, il 6 settembre, del VII report “2022 Social Outlook for Asia and the Pacific: The Workforce We Need“. L’ESCAP da anni è impegnata nell’elaborazione di strategie regionali tese a “costruire una forza lavoro protetta e produttiva“.
Politica internazionale – Cile, bocciata la nuova Costituzione. Troppo ambiziosa
I cileni hanno bocciato senza appello la nuova Costituzione. L’esito del referendum – reso noto il 4 settembre – non ha lasciato dubbi sulla volontà del popolo. Oltre il 60% ha detto “no” al progetto di riforma costituzionale. Il testo, composto da 388 articoli, era stato scritto da un’Assemblea costituente formata da 155 membri (50% uomini e 50% donne), tra cui: politici, attivisti, avvocati, scienziati e – per la prima volta nella storia cilena – anche 17 rappresentanti dei popoli indigeni. La bozza di Costituzione era stata definita dagli analisti “la più progressista del mondo”. E invece resterà in vigore quella di Pinochet, redatta nel 1980 ed emendata più volte.
Diritti umani – Serbia, si salva la controversa manifestazione Europride a Belgrado
Il 1° settembre Human Rights Watch aveva denunciato la decisione del presidente Aleksandar Vucic di vietare la manifestazione dell’orgoglio omosessuale, in programma a metà settembre, per il rischio di scontri tra manifestanti e attivisti anti-gay di estrema destra. La marcia ha in realtà avuto luogo dopo settimane di controversie e proteste. Ma, afferma Katarina Golubović, presidente dell’associazione Yucom, “I diritti umani stanno diventando un privilegio, e i politici hanno la responsabilità di garantire diritti e protezione alla comunità LGBTQI+”, aggiungendo che i partiti politici serbi, al potere da anni, hanno il dovere di cambiare la narrativa e preparare i cittadini all’adozione di normative favorevoli ai diritti omosessuali.