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Charlie Hebdo, Parigi e l’ipocrisia occidentale

Nel post le riflessioni di un attivista del movimento Black Liberation: “‘Je Suis Charlie’ è diventato lo slogan per giustificare l’eliminazione dei cosiddetti non-europei, per ignorare i sentimenti, i valori e le idee di coloro che in tono razzista sono considerati ‘altri’. In pratica, ‘Je Suis Charlie’ è diventata l’arrogante parola d’ordine della supremazia bianca che ha avuto vasta risonanza con la marcia di Parigi – che ha riunito il potere ‘bianco’ – e con la popolarità del nuovo numero di Charlie Hebdo”.

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Aflao, Ghana: il confine dove si paga il pizzo

Lo chiedono ogni giorno impiegati e militari, a migliaia di di persone che avrebbero diritto al libero ingresso. Dal 1975 l’ECOWAS garantisce la libera circolazione tra un confine e l’altro dei cittadini dei Paesi aderenti. Ma su questa striscia di terra non valgono le norme, ma la legge del più forte.Vale a dire impiegati e militari in servizio al confine. Gente “potente” che decide chi passa e chi no, che decide di fermarti e tenerti in pratica sotto sequestro per ore in attesa del “riscatto”. Il riscatto è la bribe. Pizzo, mazzetta, tangente, come vogliamo chiamarlo.

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“Quaderni Ucraini”, intervista a Igort

La riedizione dell’opera del fumettista italiano Igor Tuveri, pubblicata per la prima volta nel 2010, è l’occasione per fare qualche domanda a chi ha scelto di raccontare un Paese con le storie della gente comune attraverso lo strumento del graphic journalism, formula con cui si indica l’insieme di fumetto, letteratura e giornalismo. Al centro dell’opera il rapporto tra Ucraina e Russia, in particolare lo sterminio operato da Stalin nel ’32-’33 denominato Holodomor (Olocasto ucraino); nell’intervista, l’attualità del conflitto tra i due Paesi.

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Facebook e il rischio di danni alla salute mentale

Negli ultimi dieci anni, Facebook ha aggiunto una nuova dimensione alla vita di oltre un miliardo di persone, e insieme ad altri social network come Twitter e Instagram, ha creato una categoria di legami sociali del tutto nuova. Un numero sempre più ampio di studi nell’ambito della psicologia e delle scienze sociali analizzano il fenomeno dei social media e come stanno cambiando le nostre vite, in meglio o in peggio. Ecco alcuni risultati.

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I social media e la rappresentazione dei conflitti

I mezzi di comunicazione tradizionali hanno avuto a lungo il monopolio sul modo in cui sono rappresentate la guerra e le catastrofi. Fino a poco tempo fa, quello che vedevamo era essenzialmente il risultato del lavoro di alcuni fotografi coraggiosi. Oggi le cose sono molto diverse: ogni giorno sui social vengono caricate milioni di fotografie da tutto il mondo. Un articolo su come lo “sharing” delle immagini cambia la nostra percezione e consapevolezza dei crimini verso i diritti umani.

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Alicudi e la storia della scuola con soli tre alunni

Intervista ad Alberto Bougleux, regista di “L’ultimo giorno”, documentario realizzato ad Alicudi presso la scuola più piccola d’Italia e d’Europa. Un film girato in tre anni – dal 2011 al 2013 – che documenta il diritto dei bambini alla serenità e ad una buona formazione anche in un contesto arcaico e povero di stimoli culturali come l’isola più selvaggia delle Eolie. I protagonisti sono Mirko, Valentino e Gabriele, gli unici alunni dell’insegnante Teresa, trasferitasi vent’anni fa nell’isola da Milano e ora prossima alla pensione.

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