5 Novembre 2024

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Ashraf Fayadh, pena ‘ridotta’ a 8 anni di prigione e 800 frustate

L’Arabia Saudita ha revocato l’esecuzione capitale a cui era stato condannato il poeta di origine palestinese Ashraf Fayadh in seguito alle accuse di apostasia e altri reati legati alla blasfemia, che Fayadh nega di aver commesso, riducendo la condanna a otto anni di prigione e ottocento frustate. La pena corporale mira a costringere Fayadh a dichiarare pubblicamente la sua rinuncia all’attività poetica sui media sauditi. Su Twitter, molti continuano a criticare l’Arabia Saudita e il suo record spaventoso in materia di diritti umani.

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Crisi globale: serve passare dalla consapevolezza all’azione

Le due tendenze globali più importanti, un modello economico neo-liberale che non si adatta allo scopo e una biosfera che non può far fronte a tale modello, sono riconosciute come le più grandi sfide che la società umana abbia dovuto affrontare. Innumerevoli studi su queste tematiche hanno messo in evidenza quanto lavoro sia in corso in tutto il mondo per lo sviluppo di nuove forme economiche e per rispondere all’esigenza di orientarsi verso economie a basso consumo di emissioni di carbonio. Per un cambiamento di rotta il momento è ora.

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L’Africa di Renzi, da problema a opportunità

L’ultima visita del premier nel continente, sponsorizzando le imprese italiane, parlando di “visione del futuro” e criticando l’atteggiamento dell’Europa sul problema immigrazione. Nel corso delle sue visite il premier non ha però incontrato la comunità italiana. Cittadini italiani che hanno visto in questo continente un’opportunità molto prima che Renzi ci pensasse. Che hanno investito i loro soldi – non quelli delle grandi imprese – per creare aziende, società, dar vita a progetti impegnando e assumendo personale locale. A queste persone avrebbe fatto piacere un saluto dello Stato italiano. Perché alla fin fine loro nell’Africa ci hanno creduto davvero.

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Israele e Palestina: “pace”, concetto rimasto senza significato

Dal 1993, il concetto di “pace” non ha mai garantito la fine delle uccisioni e degli attentati, delle confische e delle demolizioni. Netanyahu e gli attentatori suicidi rappresentano due facce della stessa medaglia: entrambi letali e inarrestabili. Ma occorre soprattutto concentrare gli sforzi nel contrasto a Netanyahu e al suo governo estremista, che devono affrontare le proprie responsabilità e smetterla di spargere odio. Le loro azioni esprimono chiaramente l’eco della loro indifferenza nei confronti della pace in questi territori, e per questo devono essere fermati.

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Congo, schiavi dei minerali digitali: la loro storia in un “corto”

La Fondazione Buon Pastore ha recentemente prodotto il documentario “Maisha: A New Life Outside The Mines”, che indaga sugli schiavi dei “minerali digitali” impegnati in condizioni disumane nelle miniere del Katanga, in Congo. I materiali come coltan, rame, cobalto che finiscono nei nostri smartphone e nei nostri computer vengono da queste zone della terra infernali, dove si vive in condizioni di vita iper precarie e estremamente rischiose. Videointervista di Voci Globali al produttore esecutivo Cristina Duranti.

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Più guerre, migrazioni, terrorismo e conflitti, meno liberi

Il Rapporto 2015 Freedom House. Russia, Cina e altri regimi autoritari hanno mostrato i muscoli di fronte alla paura di disordini sociali e crisi economiche. Tra i 12 che hanno registrato i peggiori punteggi per diritti politici e libertà civili ci sono: Siria, Somalia, Corea del Nord, Eritrea, Repubblica Centrafricana, Arabia Saudita.

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Migrare al tempo di Internet, l’accoglienza delle app e siti web

Abituati a considerare lo smartphone come un vezzo, per rifugiati e richiedenti asilo la prospettiva è capovolta: applicazioni, siti web, piattaforme online svolgono un ruolo fondamentale di informazione e integrazione: fornire informazioni mediche e legali, trovare lavoro, mettere in contatto con i familiari. L’importanza della tecnologia non è tale soltanto in una prospettiva eurocentrica, anzi, è lontano dall’Europa che la connettività assume un valore sociale rilevante. Nel nostro articolo una panoramica sulle applicazioni e piattaforme solidali.

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L’Africa in posa. Nuovi fotografi africani e vecchi stereotipi

I reportage dall’Africa fatti da giornalisti professionisti veicolano spesso un’immagine del Continente – dei suoi tanti Paesi – per lo più uniforme, ma non sono pochi coloro che si dichiarano “vittime” di una corrispondenza estera appiattita su stereotipi spesso strumentali. Anche sul web cominciano a spuntare iniziative e campagne che puntano ad alzare l’asticella dell’attenzione relativa ai modi di comunicare l’Africa e ai suoi luoghi (non) comuni. Ma l’immagine del Continente passa non solo attraverso gli scatti degli stranieri, ma anche di quelli locali. Eccone alcuni.

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Coltelli e forbici, l’Intifada ‘privata’ delle donne palestinesi

Omicidi e attacchi sempre più frequenti con ‘armi’ da cucina fanno ritenere che madri, moglie, figlie sono ormai disperate. Negli ultimi tre mesi, ci sono stati 105 accoltellamenti – e molti degli autori di questi crimini erano donne. Secondo alcuni quest’ondata di violenza rappresenterebbe una terza Intifada. Comunque sia, riconoscere e comprendere l’impegno senza precedenti delle donne palestinesi nell’ultima ondata di violenza in Israele e in Cisgiordania rappresenta un piccolo ma importante passo nel porre fine a questa nuova rivolta.

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