16 Aprile 2024

post VG

Siria, la lunga rivolta per la libertà

La “Primavera siriana” è una stagione che sembra non aver fine. Cifre, probabilmente sottostimate, parlano di 10.000 morti, 20.000 scomparsi, 100.00 profughi. Negli ultimi dodici mesi Amnesty International ha pubblicato cinque Rapporti che forniscono un quadro drammatico, ma le persone non si arrendono e gli attivisti locali chiedono di tenere viva l’attenzione

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Il futuro del giornalismo

In vista del Festival Internazionale del Giornalismo (Perugia, 25-29 aprile), pubblichiamo una riflessione sul tema tratta da openDemocracy. In quest’articolo, presentato alla Goldsmiths Leverhulme Media Centre Conference, Angela Phillips descrive l’attuale situazione dei media e sfata alcuni miti, per esempio che il giornalismo possa essere gratuito. Il futuro si gioca tra due possibili alternative…

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Terremoto Cile, la ricostruzione del mercado central di Talca

A due anni dal terremoto, Talca, la città più colpita, deve ancora rinascere. Ad aver subito i maggiori danni psicologici e materiali sono gli ex commercianti dello storico Mercado Central che ora hanno occupato un parcheggio. La ristrutturazione dell’area è stata affidata a un’impresa privata ma la scelta dell’amministrazione non convince i locatarios.

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Dopo la tempesta mediatica la questione Kony resta

La valanga di reazioni negative al video Kony 2012 rischia di oscurare alcuni problemi importanti nella regione dell’Africa centrale. La comunità internazionale non può ignorare il ruolo destabilizzante di Kony e del suo esercito ed ha il dovere di proteggere e tutelare la popolazione, scrive Jasmine-Kim Westendorf su openDemocracy.

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Kony e gli occhi sull’Uganda

Un breve filmato può risultare più potente di mille parole. Nelle ultime settimane ha fatto molto discutere il video realizzato dall’Ente no profit americano ’Invisible Children’ su Joseph Kony, capo del Lord’s Resistance Army che per oltre un ventennio ha terrorizzato la popolazione ugandese, soprattutto nel nord del Paese. Ha fatto meno scalpore, invece, il video che ha contribuito alla condanna da parte della Corte Criminale Internazionale di Thomas Lubanga, leader di un sanguinario gruppo ribelle che agisce nella Repubblica Democratica del Congo.

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