migranti

Centri di detenzione in Libia, dove la vita vale meno di niente

Vendute come merci, costrette ai lavori forzati, picchiate e lasciate morire: questa è la sorte che spetta alle persone in cerca di fortuna in Europa e avvistate dalla Guardia Costiera libica. La loro destinazione sono gli ormai noti centri di detenzione del Paese nordafricano, finanziati anche dall’Italia grazie al controverso Memorandum d’intesa del 2017. Qui si incrociano storie di negazione assoluta della dignità e dei diritti umani, giustificata dall’ipocrita lotta all’immigrazione clandestina e ai traffici di esseri umani.

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Nigeria, il gigante africano con le identità radicate nelle viscere

Un Paese vasto dalle molte peculiarità, gravido di novità e di Storia. La Nigeria ha una popolazione eterogenea, quasi 200 milioni di abitanti e al suo interno convivono diverse religioni e culture tutte fortemente identitarie e millenarie. In Italia l’estrema attenzione dei media ai fenomeni migratori ha colpevolmente contribuito a diffondere pregiudizi su questo Paese, ma è bene che si lasci lo spazio alla curiosità perché esso riserva grandi sorprese e piacevoli scoperte. Abbiamo parlato con la ricercatrice Luisa Casagrande che da italo-nigeriana ci ha offerto un punto di vista privilegiato.

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Abba Mussie Zerai, sacerdote e attivista, migrante tra i migranti

Candidato al Nobel, definito “angelo dei profughi” e “padre dei rifugiati” – ma lui preferisce “migrante tra migranti” – ha dedicato la sua vita non solo alla fede, ma anche all’attivismo e alla lotta per il rispetto dei diritti umani, in special modo quelli dei rifugiati. Di origini eritree è arrivato in Italia a 16 anni. “I diritti – dice – oggi sono un privilegio di alcuni. Ho aiutato i migranti perché non volevo essere tra quelli che hanno omesso di soccorrere chi rischiava di morire in mare. Finché sono in vita il mio obiettivo è quello di essere utile a me stesso e agli altri”.

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Pratiche artistiche di resistenza alla politica di invisibilizzazione

Resistenza attraverso pratiche artistiche capaci di creare, rigenerare e riappropriarsi dello spazio pubblico. Questo il nodo centrale intorno a cui si è sviluppata Performing Resistance, piattaforma discorsiva digitale, promossa da Atlas of Transitions Biennale, che ha visto coinvolti artisti, accademici, curatori, attivisti e ricercatori internazionali. Nei giorni tra il 16 ed il 20 giugno hanno avuto luogo incontri e dialoghi, in streaming su Facebook e YouTube, a cui hanno partecipato più di 1200 persone provenienti da tutto il mondo. Ora queste testimonianze rimangono disponibili online sul sito web di Atlas of Transitions.

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Exarchia, anatomia del quartiere ribelle nel cuore di Atene

Un viaggio fra il passato e il presente del luogo in cui la controcultura politica greca ha dato vita a esperienze di autogestione e solidarietà uniche, offrendo risposte originali sia ai bisogni della comunità locale che a quelli della popolazione migrante giunta ad Atene a partire dal 2015. Il risultato è un modello sociale meticcio, alternativo e funzionale estremamente interessante. Oggi tutto questo rischia di scomparire sotto i colpi del Governo di ultradestra di Kyriakos Mitsotakis, che agisce in nome dello slogan “ordine e sicurezza”. Ma ci sono anche precise ragioni economiche, connesse al processo di gentrificazione e attrazione del turismo attraverso le grosse compagnie estere come Airbnb.

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Yemen, la lotta per la vita di un popolo fiaccato dalla guerra

Nel Paese mediorientale si sta consumando la più grave crisi umanitaria dalla Seconda guerra mondiale. La popolazione yemenita si trova in una situazione di massima fragilità sotto diversi punti di vista. In un contesto così articolato, i migranti africani vivono una situazione di ancor più grave discriminazione rispetto al passato. La morte per Covid-19 del “paziente zero” – un rifugiato somalo – ha scatenato infatti episodi di razzismo e violazioni dei diritti fondamentali. Gli sforzi dell’OIM sul territorio, da sempre finalizzati a garantire assistenza umanitaria, incontrano adesso maggiori ostacoli anche in ragione del lockdown.

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Hate speech, tra vuoto giuridico e impegno della società civile

Sebbene la comunità internazionale sia consapevole – alla luce di esperienze passate – che il passo dai discorsi ai crimini d’odio può essere assai breve, non esiste ad oggi una definizione giuridica univoca della fattispecie. Il vuoto normativo determina una serie di conseguenze pratiche, soprattutto nell’elaborazione di valide risposte di contrasto in ambito digitale. In detto contesto, la società civile ha assunto un ruolo fondamentale. Amnesty International Italia ha istituito un’apposita Task Force, che opera online. Voci Globali ha intervistato la dottoressa Maria Rosa Sora, membro del coordinamento della TF.

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Migranti e rifugiati, il loro numero potrebbe restare molto alto

Quante persone si sposteranno nei prossimi anni? Tante le stime, ma la risposta più sicura è una: saranno pochi rispetto chi vorrebbe davvero emigrare e tanti, in confronto a quelli che gli Stati desiderano ospitare. L’articolo – che però non prende in considerazione la situazione creata dai lockdown dovuta al Covid-19 – sottolinea che gli spostamenti sono dovuti non solo a ingiustizie e conflitti, ma anche ai cambiamenti climatici. I Paesi sono messi in guardia: le misure restrittive sono inutili. Adottare piani adeguati per gestire gli aumenti dei flussi migratori è l’unica strada.

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Se il tuo passaporto è inutile e smette di essere un privilegio

L’emergenza coronavirus e le misure di quarantena estrema ci stanno anche mettendo di fronte ad una riflessione: l’indeterminatezza a cui non siamo abituati. Siamo invece inclini all’abitudine di poter viaggiare senza particolari problemi, richiedere e ottenere un visto senza che questo ci venga negato, decidere quando e come partire. Ora no, ora anche noi abbiamo perso questo privilegio. Sarà una cosa temporanea, ma per altri le barriere continueranno ad esistere e a frenare i loro diritti e i loro sogni.

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Pesticidi, colosso della chimica rinuncia al velenoso Clorpirifos

La statunitense Corteva Inc. entro l’anno smetterà di produrre un insetticida tossico per l’ambiente e la salute umana. La Croazia, invece, apre alle “adozioni gay” grazie a una storica sentenza della Corte costituzionale. Intanto, l’Autorità Nazionale Palestinese boccia il cosiddetto “Deal of the Century” proposto dagli USA. E la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si pronuncia a favore della Spagna in un caso di “respingimento” di migranti verso il Marocco. In Camerun, massacro di civili nel corso di un’operazione antiterrorismo ad opera delle forze di sicurezza, che però parlano di “sfortunato incidente”.

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