Soumaila Diawara, il poeta rifugiato che denuncia l’ingiustizia

Costretto a lasciare il suo Paese, il Mali, per ragioni politiche e dopo essere passato per Algeria e Libia, arriva in Italia dove ottiene lo status di rifugiato “per forza e per necessità” come dice lui. Attivista, poeta, comunista come la nonna che lo ha cresciuto. Ci racconta della situazione in Mali e di come si è arrivati alla crisi socio-politica che vive da anni. Soumalia accusa l’imperialismo e le ingerenze internazionali e dice che anche l’Italia deve lasciare il Paese. “Dal colonialismo in poi – afferma – non ci hanno mai lasciato fare quello che volevamo. Ecco perché il Paese è in queste condizioni”.

Leggi il seguito

Nigeria, democrazia di facciata ma i giovani guardano al futuro

Bridget Uche e Oladimeji Mudele, giovani nigeriani che risiedono in Italia, riflettono sulle proteste scoppiate in Nigeria a partire dal 7 ottobre (#EndSARS) per dire basta alla violenza e prevaricazione della Sars. Il dipartimento speciale di polizia, istituito nel 1992 per arginare crimini come rapine e rapimenti, con il tempo si è trasformata in un’unità fuori controllo che negli anni ha perpetrato abusi, esecuzioni extragiudiziali, arresti e detenzioni immotivati. Un’analisi, sintetica ma a tutto campo, sul presente e sul futuro del Paese.

Leggi il seguito

Rahma Nur, quel corpo nero e tormentato che prende la parola

Rahma, arriva in Italia da Mogadiscio all’età di 5 anni. Insegnante, scrittrice, poeta, trova nella parola il modo per dare forma a emozioni, dolori, traumi. La nerezza e l’invalidità – causata dagli effetti della poliomelite – le fanno conoscere ostilità, discriminazione, ma anche solidarietà, amicizie e le fanno sperimentare quella che chiama “invisibilità”. Per uscire da quell’invisibilità usa la parola. Ed è ancora attraverso la scrittura che riesce a raccontare il dramma della mutilazione genitale. Un evento che ha toccato profondamente la sua vita.

Leggi il seguito

Stephen Ogongo, sogno un Parlamento dell’Italia multiculturale

Stephen Ogongo, attivista e comunicatore sociale vive in Italia dal 1995. È nato in Kenya. Ha studiato Comunicazione sociale – con successivo dottorato in Scienze sociali – alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Con i siti di servizio – da lui amministrati – Stranieri In Italia e Cara Italia, fornisce informazioni agli immigrati che si trovano in Italia. Lo scopo è facilitare l’integrazione e non lasciare gli immigrati soli sia dal punto di vista delle necessità legislative che da quello dei rapporti e legami umani.

Leggi il seguito

Safari in poltrona, tour virtuali in Africa tra elefanti, gorilla, leoni

La pandemia impedisce ancora molti spostamenti e, di questi tempi, a risentirne è soprattutto il settore turistico. Solo in Africa, da gennaio ad aprile 2020 il calo di presenze è stato pari al 35% e sono milioni i posti di lavoro persi. Pur se già noti da qualche anno, si stanno diffondendo i tour virtuali. Alcuni sono stati organizzati proprio negli ultimi mesi per reagire alla crisi. Ci sono poi video e immagini che girano in Internet da tempo. In altri casi di tratta invece di nuove iniziative, telecamere fissate in vari Parchi nazionali – Sudafrica, Kenya, RDC – che permettono di osservare gli animali 24 ore su 24.

Leggi il seguito

“Black Lives Matter” nell’indifferenza sugli abusi sui neri d’Africa

Se il movimento Black Lives Matter ha finalmente solcato i confini degli Stati Uniti, dove è nato, una domanda ora è necessaria: i corpi neri hanno tutti lo stesso valore? Contano davvero in quanto black lives o ce ne sono alcuni (moltissimi) che rimangono nascosti in quella loro oscurità, invisibili, o semplicemente ignorati? Questo è quanto sembra. E allora, quando si comincerà a parlare anche a nome dei milioni di fratelli e sorelle che sul suolo africano subiscono la violenza di Stato tutti i giorni, in un luogo o in un altro, nel silenzio degli attivisti occidentali, compresi gli afro-discendenti?

Leggi il seguito

MeticciaMente, un ponte di storie e culture tra Roma e Abidjan

Pamela Aikpa Gnaba, blogger, ha deciso di fare il “percorso inverso” e dall’Italia è andata a vivere in Africa, Costa d’Avorio. Una scelta che aiuta anche noi che l’ascoltiamo ad approfondire la cultura ivoriana ma anche ad assumere gli strumenti per scardinare quei pregiudizi che con il tempo creano fratture tra persone e società. In questa intervista un piccolo assaggio delle tradizioni e della vita quotidiana ad Abijan e dintorni e la storia di chi è cresciuta in una famiglia mista con il vantaggio di avere punti di vista diversi e ampi. Il suo blog è “MeticciaMente”.

Leggi il seguito

Marilena Delli, la talent scout che porta gioia all’Africa nascosta

Scrittrice, fotografa, regista, documentarista. Nata in Italia da padre italiano ex prete missionario in Africa e da madre rwandese. Nel suo secondo libro, “Negretta”, racconta cosa ha voluto dire crescere in un quartiere del bergamasco, enclave della Lega. Oggi con Ian Brennan, pluripremiato produttore musicale, va in giro per il mondo – in particolare in Africa – a scoprire talenti musicali facendoli emergere dall’apartheid artistica in cui altrimenti rimarrebbero confinati. Progetti che includono esperienze di etnomusicologia e musicoterapia in contesti di dolore e isolamento come la prigione di massima sicurezza Zomba, in Malawi.

Leggi il seguito

Abba Mussie Zerai, sacerdote e attivista, migrante tra i migranti

Candidato al Nobel, definito “angelo dei profughi” e “padre dei rifugiati” – ma lui preferisce “migrante tra migranti” – ha dedicato la sua vita non solo alla fede, ma anche all’attivismo e alla lotta per il rispetto dei diritti umani, in special modo quelli dei rifugiati. Di origini eritree è arrivato in Italia a 16 anni. “I diritti – dice – oggi sono un privilegio di alcuni. Ho aiutato i migranti perché non volevo essere tra quelli che hanno omesso di soccorrere chi rischiava di morire in mare. Finché sono in vita il mio obiettivo è quello di essere utile a me stesso e agli altri”.

Leggi il seguito

Mehret Tewolde, Italia Paese multiculturale ma non inclusivo

Incontriamo Merhet Tewolde, origini eritree, in Italia da 42 anni. Con lei ripercorriamo una vita da afroitaliana, gli incontri che hanno segnato la sua crescita – come quello con il grande Eduardo, che le è stato un po’ padre, un po’ amico, un po’ mentore – o quelli difficili di intergrazione e conoscenza del nuovo Paese. Con lei parliamo del suo impegno come CEO di IABW, del suo ruolo di “pungolo” verso le istituzioni italiane affinché prendano finalmente coscienza della multiculturalità del Paese. Parliamo anche di afrofobia, dell’importanza di fare squadra tra afroitaliani e lanciamo un messaggio ai presidenti Conte e Mattarella.

Leggi il seguito