[Traduzione a cura di Elena Romani dell’articolo originale di Damilola Agbalajobi pubblicato su The Conversation]
La violenza contro le donne africane e la dilagante violazione dei loro diritti umani sono determinate da barriere sociali e culturali.
In Nigeria, i diritti delle donne sono apparentemente tutelati. Il Paese è infatti firmatario di varie Convenzioni e norme internazionali, come la Convention on the Elimination of all forms of Discrimination Against Women [Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne] e la Solemn Declaration on Gender Equality in Africa [Dichiarazione solenne sull’uguaglianza di genere in Africa]. Eppure, questa salvaguardia esiste principalmente “sulla carta”.
Di recente, leggendo un capitolo di un libro sulle donne africane in politica, ho notato che troppo spesso queste vengono etichettate in base al loro stato civile di moglie di un uomo africano. La donna viene vista come un’appendice di quell’uomo, una semplice ombra.
Ma non è sempre stato così. La storia ci dice che molte grandi donne africane hanno conquistato la leadership e sono state pioniere dell’innovazione. Per quanto riguarda il Paese in questione, mi vengono in mente attiviste come Funmilayo Ransome Kuti e Margaret Ekpo, ma anche la professoressa di storia Bolanle Awe.
Eppure, la sopraffazione dei diritti, degli interessi, dei sussidi e delle sovvenzioni per le donne è una problematica cruciale in Nigeria. Quando alle donne vengono date delle opportunità, la produttività e lo sviluppo economico di un Paese crescono a tutto campo.
Di conseguenza, i leader farebbero bene a prestare urgentemente attenzione a cinque settori problematici che riguardano il genere femminile: l’istruzione, la violenza di genere, la rappresentazione in politica, la salute materna e l’empowerment economico.
1. L’istruzione femminile
L’istruzione accresce il potere decisionale delle donne e fornisce le conoscenze e le competenze necessarie per offrire un contributo alla società. Il diritto all’istruzione è sancito dalla sezione 18 (1) della Costituzione nigeriana del 1999. Questa disposizione impone al Governo di orientare la propria linea politica in modo da garantire pari opportunità didattiche e che siano adeguate a ogni livello. L’istruzione deve essere gratuita e obbligatoria per tutti i bambini in età scolare.
In Nigeria, però, si riscontra una notevole disparità tra la scolarizzazione dei ragazzi e quella delle ragazze. Nel 2010 il tasso di alfabetizzazione delle adulte nigeriane (dai 15 anni in su) era del 59,4%, mentre per gli uomini era del 74,4%. Degli oltre 10 milioni di bambini che non vanno a scuola o che non hanno accesso a un’istruzione adeguata sopra una certa soglia d’età, il 60% sono ragazze.
Alcune famiglie, soprattutto nel Nord-Est e Nord-Ovest, per non esporre le proprie bambine a rapimenti e violenze può accadere che le “diano” in spose in tenerissima età. Circa il 43% delle ragazze nigeriane si sposa prima di aver compiuto 18 anni e il 16% prima dei 15.
Nel Paese si è registrato un incremento dei rapimenti e dei sequestri di bambini nelle scuole, tra cui molte ragazze costrette a sposarsi o messe incinte dai rapitori. Almeno 1409 studenti sono stati rapiti dalle loro scuole in seguito al primo episodio dal quale è iniziata, nel marzo 2020, la più recente ondata di rapimenti nelle scuole del Paese.
2. La violenza di genere
Le donne nigeriane, a prescindere da fattori demografici come l’età, il ceto sociale, l’istruzione, l’etnia, la religione e le capacità mentali e fisiche, sono state sottoposte a diversi livelli di violenza.
È necessario che il Governo faccia rispettare le leggi che puniscono i colpevoli. La Costituzione nigeriana stabilisce che la dignità di ogni individuo deve essere rispettata e che nessuno deve essere sottoposto a torture o a trattamenti disumani o degradanti. Anche la Violence Against Persons Prohibition Act [Legge contro la violenza alle persone] proibisce tutte le forme di violenza nella sfera privata e pubblica, fornendo la massima protezione e rimedi efficaci per le vittime e la pena per i colpevoli.
Gli Stati che non hanno approvato questa legge dovrebbero farlo. A giugno 2021, solo 18 dei 36 Stati della Federazione Nigeriana avevano approvato leggi di questo tipo.
3. Le donne in politica
Solo il 6% delle donne è impegnato politicamente. Dei 109 senatori che compongono il Parlamento, solo 8 sono donne (il 7,34%).
La Nigeria non ha ancora raggiunto lo standard di riferimento della Beijing Declaration Platform for Action [Piattaforma di Azione della Dichiarazione di Pechino], approvato dal Consiglio economico e sociale, il quale prevedeva che entro il 1995 le donne avrebbero dovuto occupare il 30% delle posizioni dirigenziali. Le quote permetterebbero di accrescere la quantità di donne che occupano posizioni di leadership nella gestione del Paese. Ciò contribuirebbe a far sì che un maggior numero di rappresentanti del genere femminile possa farsi portavoce dei propri interessi e di quelli della società nel suo insieme.
Le intimidazioni contribuiscono alla scarsa rappresentanza delle donne nella governance. In democrazia, tutti i cittadini dovrebbero avere pari possibilità di esprimersi sul governo del Paese e beneficiare in egual misura dei risultati ottenuti. Le donne sono state bersaglio di violenze durante le elezioni, con lo scopo di scoraggiarne la candidatura. Hanno subito violenze fisiche, sessuali, psicologiche e socio-economiche. Il Governo deve garantire che i partiti politici offrano eque condizioni di concorrenza e che venga punito qualsiasi atto di violenza contro le donne.
4. La salute materna
La Nigeria rappresenta più del 34% della mortalità materna mondiale. Per una donna, la probabilità di morire durante la gravidanza, durante o dopo il parto, o in seguito a un aborto è di 1 su 22, rispetto a 1 su 4.900 nei Paesi sviluppati.
Il Governo deve fornire assistenza sanitaria gratuita e adeguata alle future mamme e ai loro bambini.
5. L’empowerment economico
Oltre il 18% delle famiglie è guidato da donne. Tuttavia, spesso non hanno accesso né controllo sulle risorse produttive e non vengono riconosciute come soggetti economici attivi a tutti gli effetti. Avendo un reddito limitato, hanno difficoltà a mantenere le proprie famiglie.
La formazione, le reti di contatti e mentoring, l’orientamento e l’ispirazione, cambiamenti a livello legislativo e di valori, il sostegno finanziario e l’empowerment possono contribuire a cambiare questa realtà.
Parità e fiducia
I leader nigeriani non dovrebbero relegare le donne in disparte e trattarle come cittadini di serie B. Offrire a tutti pari opportunità rafforza la fiducia nella governance e, nel lungo termine, porta al raggiungimento del buon governo.
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