[Agenda 3 – 16 novembre 2021. Tenere una finestra aperta sul mondo. In questa prospettiva, la nostra rubrica quindicinale racconta, attraverso cinque notizie, quanto accade nel panorama internazionale, in linea con le tematiche di Voci Globali.]
Africa – Malawi, svolta epocale in Parlamento. Eletto un attivista con albinismo
Overstone Kondowe – consigliere speciale del presidente Lazarus Chakwera per le persone con albinismo e disabilità – il 4 novembre ha prestato giuramento a Lilongwe, diventando ufficialmente il primo parlamentare albino del Malawi. “Ci sono molte credenze e miti riguardanti gli individui albini”, ha spiegato Kondowe. Non solo, “spesso siamo considerati cittadini di serie B o esseri umani a metà“. Tuttavia la mentalità sta cambiando. I malawiani “hanno accettato di buon grado la mia candidatura” grazie ai numerosi programmi sociali attuati nel Paese. In Malawi, come nella vicina Tanzania, gli albini sono da sempre vittime di abusi e discriminazioni. Oggetto di violenze fisiche, rapimenti, uccisioni, per via della falsa convinzione che il loro corpo sia dotato di poteri magici. “Sono entusiasta per questa elezione”, ha dichiarato la nigeriana Ikponwosa Ero – ex consigliera delle Nazioni Unite sull’albinismo. “Si tratta di un gigantesco passo in avanti per la tutela dei diritti delle persone albine” in Malawi e in tutta l’Africa.
Ambiente – India, i leader indigeni denunciano l’ipocrisia ambientale di Modi
Vari rappresentanti Adivasi (indigeni) hanno attaccato, il 9 novembre, il premier Narendra Modi accusandolo di aver millantato credenziali verdi alla COP26 mentre di fatto sta progettando una massiccia espansione dell’estrazione del carbone nelle loro terre. Il piano del Governo – volto a rendere il Paese autosufficiente sotto il profilo energetico – prevede l’apertura di 55 nuove miniere, l’ampliamento delle 193 già esistenti, la produzione di un miliardo di tonnellate di carbone l’anno. Ad essere presi di mira tre Stati dell’India centrale: Chhattisgarh, Jharkhand e Odisha. Qui, vaste aree di foreste indigene vengono svendute senza il consenso dei popoli interessati, che sono così privati delle loro case e dei mezzi di sussistenza. “Se la miniera si espande nella foresta di Hasdeo, l’intera regione – compresi i villaggi Adivasi – sarà distrutta“, ha affermato Shakuntala, donna leader Oraon. “La foresta ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno. La Terra è nostra Madre”. A sostegno degli Adivasi si è schierata Survival International, lanciando una campagna a favore della resistenza indigena contro il carbone.
Giustizia sociale – Afghanistan, cresce il numero delle “spose bambine”
“Sono profondamente preoccupata per le notizie di un incremento dei matrimoni precoci in Afghanistan“. A dichiararlo il 12 novembre, Henrietta Fore – Direttore Generale Unicef. Fore ha ricordato come “anche prima della recente instabilità politica, tra il 2018 e il 2019, erano state registrate 183 unioni infantili” nonché “10 casi di vendita di bambini“ solo nelle province di Herat e Baghdis. “Abbiamo ricevuto rapporti credibili di genitori che offrono figlie di appena 20 giorni per un futuro matrimonio in cambio di una dote“. La pandemia da COVID-19, l’attuale crisi alimentare e l’inizio dell’inverno hanno acuito una situazione già disastrosa per le famiglie. Nel 2020, quasi la metà della popolazione afghana era così povera da non avere beni di prima necessità, quali: cibo o acqua pulita. L’attuale situazione economica sta inoltre spingendo sempre più nuclei familiari verso la povertà, costringendoli a compiere scelte disperate, come far lavorare i bambini o far sposare le ragazze in giovanissima età. Secondo le stime dell’Unicef, il 28% delle donne afghane tra i 15 e i 49 anni si sono sposate prima dei 18 anni.
Politica internazionale – Pakistan, ancora attentati al confine con l’Afghanistan
Il 13 novembre, tre diversi attacchi terroristici si sono susseguiti in diverse aree del Pakistan occidentale, provocando il ferimento di almeno 5 membri del personale di sicurezza e la morte di 6 civili. Il primo è avvenuto nel distretto di Turbat; il secondo in quello di Bajaur; l’ultimo invece nella periferia di Quetta, capoluogo della provincia del Balochistan. L’ISIS ha rivendicato, attraverso Telegram, la paternità dell’attentato a Bajaur, zona situata al confine con l’Afghanistan. Non è la prima volta che l’ISIS dichiara la propria responsabilità rispetto ad attacchi all’interno del territorio pakistano. Ciononostante Islamabad continua a smentire la presenza organizzata del gruppo terroristico all’interno del Paese. A dissociarsi immediatamente dai tre episodi in questione sono stati i Talebani pakistani, anche noti come Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP). Un portavoce ha infatti negato qualsivoglia coinvolgimento, chiarendo che il TTP intende rispettare l’accordo di cessate il fuoco raggiunto con il Governo il 9 novembre scorso.
Diritti umani/Africa – Meeting dei leader africani a supporto dei diritti delle ragazze
Il Niger ha ospitato, dal 16 al 18 novembre, il terzo “African Girls Summit”, al quale hanno preso parte: Unione Africana, rappresentanti dei Governi nazionali, funzionari delle Nazioni Unite, ONG, ragazze e donne leader tradizionali. L’obiettivo fondamentale del vertice è stato quello di spingere i Governi africani verso un maggiore impegno all’eliminazione della discriminazione nei confronti delle ragazze, assicurando loro il diritto all’istruzione. L’accesso alla scuola è infatti ancora spesso negato a tante ragazze perché incinte, sposate o madri. “I Governi devono intraprendere azioni forti per garantire a tutte le ragazze la possibilità di vivere la propria infanzia” e “contribuire alla sviluppo della propria società“, ha affermato Agnes Odhiambo – ricercatrice sui diritti delle donne a Nairobi per Human Rights Watch. La Odhiambo ha poi aggiunto: gli Stati africani “dovrebbero rispettare il diritto all’istruzione delle ragazze incinte e delle madri adolescenti non solo aprendo loro le porte delle scuole” ma anche “adottando misure globali per consentire loro di affrontare sfide e bisogni“.