Voci Globali

Ambiente, istituito “meccanismo” globale a tutela dei suoi difensori

[Agenda 20 ottobre – 2 novembre 2021. Tenere una finestra aperta sul mondo. In questa prospettiva, la nostra rubrica quindicinale racconta, attraverso cinque notizie, quanto accade nel panorama internazionale, in linea con le tematiche di Voci Globali.]

Foto tratta da Pixabay – Licenza in CC

Ambiente – Nasce il Relatore Speciale per proteggere i difensori della natura

La Conferenza delle Parti alla Convenzione “sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale” (Convenzione di Aarhus) ha stabilito, il 21 ottobre, la creazione del primo meccanismo internazionale di risposta rapida per la protezione dei difensori dell’ambiente. I 46 Paesi paneuropei e l’Unione Europea (aderenti al suddetto Trattato) hanno infatti concordato di istituire, all’interno di un quadro giuridicamente vincolante, tale meccanismo sotto forma di un Relatore Speciale. Il suo compito sarà quello di adottare varie misure volte alla concreta salvaguardia di qualsiasi “persona” – intesa come singolo individuo o gruppo ambientalista – subisca minacce, intimidazioni, abusi, per il solo fatto di esercitare i propri diritti ai sensi della Convenzione di Aarhus. Tra i Paesi Parti, da gennaio 2017, sono stati segnalati episodi di persecuzione, penalizzazione e vessazione di difensori dell’ambiente in 16 diversi territori statali. L’Austria e l’Irlanda hanno annunciato il loro impegno a co-guidare il meccanismo. E le Parti hanno pattuito di tenere una sessione straordinaria nel 2022 per eleggere il Relatore Speciale.

Giustizia sociale – Benin, le donne salutano con favore la legalizzazione dell’aborto

Nel nostro Paese, per molto tempo, la donna è stata assoggettata alle decisioni del marito. Da oggi, abortire diventa una sua libera scelta senza più rischi per la salute”. Con queste parole, Angela Kpéidja – presidente dell’organizzazione non-governativa DO NOT BE AFRAID – ha accolto, il 22 ottobre, la nuova legge sulla “salute sessuale e riproduttiva”, approvata due giorni prima dal Parlamento dopo un accesso dibattito. Nello Stato dell’Africa occidentale l’aborto era consentito solo in circostanze eccezionali: stupro, incesto, malformazione fetale, rischio di vita per la donna. Adesso, l’interruzione volontaria di gravidanza sarà possibile fino alla 12esima settimana di gestazione. In Benin, “ogni anno circa 200 donne muoiono a causa di complicanze derivanti da pratiche abortive non sicureha affermato Benjamin Hounkpatin, ministro della Salute. “Questo emendamento, salverà molte donne” che “di fronte al disagio di una gravidanza indesiderata si trovano costrette a mettere a rischio la propria vita” ricorrendo a interruzioni illegali e non sicure. Di tutt’altro avviso la Conferenza Episcopale del Benin, secondo cui: “l’aborto è un atto disumano. Distrugge la vita del feto, ma anche quella della madre in molti modi”.

Politica internazionale – Sequestro record di droga nel Triangolo d’Oro asiatico

Il 27 ottobre, la polizia laotiana ha confiscato un enorme carico di droga nel cosiddetto Triangolo d’Oro, regione montuosa a cavallo tra Myanmar, Laos e Thailandia. Ben 55 milioni di pillole di yaba (un derivato delle metanfetamine) e oltre 1,5 tonnellate di cristalli di metanfetamina, nascoste all’interno di un camion trasportante casse di birra. Jeremy Douglas, rappresentante regionale dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), ha definito il sequestro come il più grande nella storia dell’Asia orientale e Sud-orientale. Il Triangolo d’Oro rappresenta la principale area di produzione di droga di tutto il mercato asiatico – seconda per importanza e dimensione solo alla “Mezzaluna d’Oro” dell’Afghanistan – con una rete di distribuzione che raggiunge il Giappone e la Nuova Zelanda. La quantità di droga sequestrata in Laos, ha spiegato Douglas, è dovuta a uno spostamento delle rotte del contrabbando all’interno del Myanmar, legato ai disordini nelle aree di confine dopo il colpo di Stato del febbraio scorso. “Il crollo della sicurezza e della governance nel Triangolo e nel Myanmar Shan sta infatti colpendo l’ntera regione.

Africa – Libia, ONU traccia quadro giuridico in vista delle elezioni

Il giorno dopo l’inizio della riunione del Comitato 5+5 sulla Libia al Cairo, il 31 ottobre, l’UNSMIL (United Nations Support Mission in Libya) ha emesso una dichiarazione per chiedere alle istituzioni libiche “l’adozione degli adeguamenti necessari a consentire lo svolgimento simultaneo delle elezioni parlamentari e presidenziali il 24 dicembre. Ad avviso della Missione, i due appuntamenti elettorali devono avvenire alla medesima data, così da preservare l’integrità del processo di voto, migliorarne la credibilità, permettere l’accettazione indiscussa dei risultati e assicurare le aspirazioni del popolo libico. La strada verso la transizione libica non può prescindere da “un quadro giuridico inclusivo”. Motivo per il quale, l’UNSMIL ha espressamente richiesto “la rimozione delle restrizioni alla partecipazione elettorale di coloro che ricoprono cariche pubbliche nonché “la piena, equa e significativa partecipazione delle donne e dei giovani. Nella nota viene infine manifestato apprezzamento per la disponibilità del Consiglio Presidenziale della Libia a riunire tutti i principali attori libici per risolvere ogni aspetto controverso del processo elettorale.

Diritti umani – Nuova iniziativa contro le “macchine assassine”

Amnesty International e la campagna Stop Killer Robots (a cui partecipano 180 organizzazioni di 66 Stati) sono intervenuti ancora una volta per ribadire la necessità di adottare norme internazionali volte a vietare i sistemi d’arma autonomi, che comportano devastanti implicazioni per i diritti umani. A tal fine, il 2 novembre, hanno diffuso un filtro per i social media denominato “Escape the Scan. Il filtro fornisce “una visione terribile di un futuro di guerra, operazioni di polizia e controllo delle frontiere”. E mostra alcuni aspetti di queste nuove tecnologie già in fase di sviluppo, quali: il riconoscimento facciale, i sensori di movimento e la possibilità di lanciare attacchi contro “obiettivi” senza alcun significativo controllo umano. “Sostituire le truppe con le macchine renderà più facile decidere di entrare in guerra”, hanno dichiarato le ONG. Peraltro, le macchine non sono in grado di compiere “scelte di tipo etico in situazioni imprevedibili sul piano bellico. Di conseguenza, “impiegarle in guerra, in operazioni di polizia o nel controllo delle frontiere potrebbe avere conseguenze disastrose.

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