I Paesi eurasiatici dove la legge consente l’impunità agli stupratori

Da un rapporto pubblicato da Equality Now, si evince che in Georgia, Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan vigono leggi sullo stupro obsolete e improntate agli stereotipi di genere. In queste nazioni se non si dimostra che la violenza sia avvenuta attraverso l’uso di forza fisica, gli stupratori godono del diritto di impunità o comunque il reato viene trattato come un crimine meno grave. Diverso è il caso dell’Ucraina che, sebbene condividesse questa normativa in passato, oggi è l’unico Paese dell’Eurasia ad essersi adeguato agli standard internazionali sui diritti umani, modificando la definizione di stupro.

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Così muore l’arte, il potere che opprime e fa guerra alla cultura

Dalla Cina alla Turchia, passando per Egitto, Iran, Kenya, scrittori, registi, cantanti continuano a subire repressioni e violazioni anche brutali della libertà di espressione solo perché le loro opere o attività culturali vengono considerate pericolose dal potere. Le carceri cinesi e turche, per esempio, spiccano per il numero di intellettuali detenuti, ma anche negli Usa serpeggia la censura con la messa al bando di libri su razzismo o diritti LGBTQ+ nelle scuole. E le donne, dall’Iran ai territori curdi, sono spesso accusate di indecenza solo per aver esternato la loro vena artistica.

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La Natura della guerra, conseguenze sull’ambiente in Ucraina

Il conflitto che sta devastando l’Ucraina trascina con sé ripercussioni che affliggono l’ambiente, insieme alla distruzione della vita delle persone e di un intero Paese. Dall’inquinamento di suolo e acque alla fragilità del futuro degli accordi sul clima, molti degli effetti legati alla sostenibilità passano per il rischio radioattivo che coinvolgerebbe un intero Continente. E con la fine degli scontri e degli attacchi, ciò che appare più auspicabile è una visione diversa sulle attività belliche e sul ruolo che tutti i conflitti ricoprono nell’impatto su biodiversità e ambiente e sulla loro tutela.

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Guerra Russia-Ucraina, debolezza e crisi del diritto internazionale

Mentre l’Ucraina comincia a ricevere i primi aiuti militari da parte di alcuni Stati europei, le norme per il mantenimento della pace internazionale vengono gravemente messe in crisi dalla situazione in corso. L’aggressione perpetrata dalla Russia al territorio ucraino è una chiara e preoccupante minaccia alla pace e come tale è perseguibile per legge. Ma il ruolo della Federazione Russa come membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fa sì che una reazione sul piano legale da parte degli altri Paesi sia estremamente complessa. Anche se non impossibile.

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Ucraina, fasi e motivi di otto anni di crisi e instabilità geopolitica

Mentre le minacce della Russia di invadere l’Ucraina si fanno pressanti, è utile ripercorrere la storia di questo vasto e strategico Stato cuscinetto posto tra i territori europei e quelli della Federazione Russa. Dal 2014, anno della caduta del Governo del presidente Yanukovich, l’Ucraina vive una profonda crisi economica, politica e diplomatica che ha finito per ostacolare le auspicate riforme e rendendo la nazione vulnerabile e dipendente dal sostegno esterno. La guerra russo-ucraina conta già decine di migliaia di morti, motivo per scoraggiare l’attacco della Russia e risolvere la crisi interna.

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Crimea, annessione alla Russia ha moltiplicato gli arresti di attivisti

Alla fine di agosto i media crimeani hanno dato la notizia del danneggiamento non meglio specificato di un gasdotto nelle vicinanze del villaggio di Perevalnoye. Nonostante la vaghezza di queste prime informazioni, dopo pochi giorni le forze di sicurezza russe hanno arrestato più di 40 persone, tutti tatari crimeani, principalmente con l’accusa di sabotaggio del gasdotto. Secondo alcune testimonianze, le persone trattenute hanno subito violenze e anche torture. Tra loro, Nariman Dzhelyal, portavoce del movimento tataro crimeano, aperto sostenitore di metodi di lotta non violenta.

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Crisi Russia-Ucraina, un vantaggio per il mercato delle armi USA

Il conflitto in corso tra i due Paesi non sembra placarsi, soprattutto dopo la recente crisi dello stretto di Kerč, ed è anche un’opportunità di profitto per le grandi imprese statunitensi produttrici di armamenti. Gli Stati Uniti hanno infatti ribadito il loro impegno nel fornire supporto all’Ucraina e ai suoi militari fornendo sistemi anticarro e se necessario intervenendo anche in altri sistemi di difesa. Ma chi trae maggiore beneficio da questi “aiuti”? Non certo i civili ucraini, dal momento che questo conflitto ha già mietuto più di diecimila vittime.

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Russia e Occidente: ricostruire relazioni e una nuova narrativa

Diplomazia e pubbliche relazioni sono separate da una linea tanto sottile quanto quella che esiste tra comunicare una certa politica e saperla vendere. Mentre si assiste alla discussione sui ruoli di Russia e Occidente nell’ordine mondiale con toni di esasperata polarizzazione, nell’articolo si sottolinea l’importanza del dialogo per la risoluzione dei dissensi e alla ricerca di nuovi terreni su cui far crescere la collaborazione. L’interazione è necessaria al fine di smascherare e demolire le discutibili teorie sullo scontro tra società civili in seno all’ordine mondiale.

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“Quaderni Ucraini”, intervista a Igort

La riedizione dell’opera del fumettista italiano Igor Tuveri, pubblicata per la prima volta nel 2010, è l’occasione per fare qualche domanda a chi ha scelto di raccontare un Paese con le storie della gente comune attraverso lo strumento del graphic journalism, formula con cui si indica l’insieme di fumetto, letteratura e giornalismo. Al centro dell’opera il rapporto tra Ucraina e Russia, in particolare lo sterminio operato da Stalin nel ’32-’33 denominato Holodomor (Olocasto ucraino); nell’intervista, l’attualità del conflitto tra i due Paesi.

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La crisi ucraina e il “ritorno” degli armamenti nucleari

Un’analisi di openDemocracy sulla questione nucleare, quando appaiono ormai lontani i tempi in cui il disarmo dominava l’agenda globale. Negli ultimi anni, il disarmo nucleare non ha più visto grandi sostenitori. Abbiamo capito ancora una volta, purtroppo, che c’è bisogno di una crisi per ottenere l’attenzione del pubblico e dei politici in tema. Il problema è che le situazioni di crisi portano a considerare le armi atomiche ancora più attraenti e utili invece di spingere verso la loro eliminazione.

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