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Giovani africani: disoccupazione, schiavismo e leader silenziosi

10 Gennaio 2018 Benedetta Monti attualità, disoccupazione, economia africana, emigrazione, futuro dell'africa, gioventù africana, lavoro, libia, migranti, schiavitù, tratta, unione africana, unione europea

I leader africani e occidentali condividono le responsabilità per la pratiche di schiavitù e tratta particolarmente deplorevoli e degradanti che stanno avvenendo in Libia. I giovani africani subiscono più in generale la violazione dei propri diritti: dal diritto al lavoro al diritto alla vita, dalla dignità alla sicurezza. L’Unione Africana e l’Unione Europea non stanno affrontando con la dovuta serietà una pianificazione strategica del futuro economico e sociale del continente, che non può basarsi solo su misure di controllo e confinamento.

Dal Sinai alla Libia stessa vergogna: uomini in vendita e torture

20 Dicembre 2017 Violetta Silvestri Alganesh Fessaha, attualità, diritti umani, egitto, israele, libia, migranti, profughi africani, schiavitù, sinai, torture, tratta esseri umani

Oggi nel Paese del Nord Africa i rifugiati sono venduti all’asta come merce e vittime di terribili violenze. Il dramma della violazione dei diritti umani si ripete. Dopo gli abusi subiti dai migranti africani in Sinai qualche anno fa ed emersi anche grazie alle testimonianze di Associazioni e ONG, la Storia ci presenta di nuovo esseri umani ridotti in stato di schiavitù. Questo è anche il risultato delle recenti politiche internazionali e degli accordi con alcuni Paesi africani di uscita o di transito dei migranti. L’intervista con Alganesh Fessaha, di origine eritrea e presidente di Gandhi Charity ci aiuta a capire alcuni aspetti di queste vicende vergognose.

Voglia di colonialismo, “non fu poi tanto male, molti i benefici”

4 Dicembre 2017 Antonella Sinopoli algeria, attualità, colonialismo, congo, crimini di guerra, etiopia, idee, libia, neocolonialismo, schiavitù, sfruttamento coloniale

Un pericoloso revisionismo è in atto da tempo. Gente comune ma anche accademici e intellettuali che non solo parlano di quel periodo storico tessendone le lodi, ma auspicano una sorta di “soft colonialism” addirittura messo in atto con la collaborazione e il benestare dei Governi africani. L’ultimo caso in ordine di tempo è il saggio “The case for colonialism”, ritirato dalla rivista che lo aveva pubblicato ma ancora visibile sul web. In questo articolo ricordiamo brevemente i più grandi orrori della Storia da parte degli imperialisti europei nei confronti dei popoli africani. L’Italia ha registrato la sua parte di crimini di guerra in Etiopia e in Libia.

‘La schiavitù è politica’, una Carta internazionale contro gli abusi

27 Luglio 2017 Carolina Carta Aidan McQuade;, Anti-Slavery International;, Arabia Saudita, attualità, diritti delle donne, diritti umani, Emirati Arabi, idee, istruzione, matrimonio forzato, openDemocracy, povertà, qatar, schiavitù, sfruttamento

Nel 2012 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha stimato che almeno 21 milioni di persone nel mondo vivono in condizioni di schiavitù e che l’11% della popolazione globale dei bambini sia costretta a lavorare. Alla luce di questi dati l’ONG Anti-Slavery International ha redatto una nuova Carta in cui si impegna a porre fine a questo dramma, che si manifesta in varie forme, dal matrimonio forzato ai lavori domestici non tutelati. Con questo documento l’organizzazione britannica si impegna a sconfiggere la schiavitù una volta per tutte, assegnando doveri e responsabilità a Stati, imprese e organizzazioni internazionali.

La tratta arabo-islamica e l’odio per gli africani neri

28 Ottobre 2016 Antonella Sinopoli attualità, cultura, diritti umani, genocidio, genocidio africani, idee, islam, John Azumah, maafa, marcus gravey, schiavitù, schiavitù arabo-islamica, The legacy of Arab-Islam in Africa, tratta degli schiavi, video

Il termine inglese rende bene, “uncomfortable truth”. E di verità sgradevoli, scomode ce ne sono a bizzeffe. Soprattutto le verità storiche. Una di queste riguarda la schiavitù, la tratta degli schiavi. C’è però una sottile e immensa questione, perché della tratta europea non si fa fatica a parlare mentre molto meno accade per quella perpetrata dal mondo arabo/islamico? Sembra – almeno nella memoria di molti – che addirittura non sia mai esistita. Molti ne ignorano l’entità, le motivazioni, i luoghi. Eppure è durata quattordici secoli – e ne esistono forme attuali – e avrebbe prodotto tra i 20 e i 30 milioni di schiavi.

Ouidah, dove i discendenti degli schiavi ti raccontano la Storia

30 Settembre 2016 Antonella Sinopoli attualità, Benin, bolle papali, cultura, de souza, door of no return, migranti, ouidah, regno di dahomey, schiavitù, tratta degli schiavi

Parlare della tratta degli schiavi può sembrare anacronistico. Non lo è affatto. Non lo è soprattutto in quei luoghi che ne portano prove, segni, simboli e racconti. Non lo è per quelle persone, popoli che ne conservano il ricordo e ne preservano la memoria. Bisogna entrarci dentro in questi luoghi, bisogna parlarci con queste persone. Un viaggio in Benin vuol dire anche questo, ripercorrere i luoghi della memoria. Perché qui non si è affatto dimenticato. La maggior parte di coloro che furono portati via in catene non sarebbero più tornati, non avrebbero riattraversato la “Door of no return”. Ma molti dei loro discendenti sì, e gli eventi vengono tenuti vivi proprio da quelli che hanno deciso di tornare.

Torna alla luce la storia sommersa della tratta degli schiavi

5 Settembre 2016 Antonella Sinopoli archeologia, attualità, cultura, Ibrahima Thiaw, idee, navi negriere, schiavitù, senegal, Slave Wrecks Project, tratta degli schiavi

La storia della tratta, quella sommersa sul fondo dell’Oceano Atlantico, ha ancora molto da raccontare. Da qualche tempo è esploso l’interesse al ritrovamento e al recupero delle navi negriere affondate al largo delle coste africane con il loro carico di merci – comprese quelle umane – mentre erano dirette nelle Americhe. Tre secoli è durato quello che può essere definito un genocidio sistematico. La prima di una serie di scoperte che possono riaprire lo studio e la riflessione sulla schiavitù è stata la São José-Paquete de Africa, e un altro grande progetto è partito in Senegal grazie ad un archeologo del posto.

Cumbe, una graphic novel sulla schiavitù in Brasile

1 Settembre 2016 Elena Paparelli attualità, becco giallo, Brasile, cumbe, editoria, fumetti, graphic novel, idee, marcelo d'salete, schiavitù

Un nuovo modo di indagare e capire la storia della schiavitù in Brasile attraverso il linguaggio espressivo del fumetto. Si chiama “Cumbe” la graphic novel dell’illustratore nonché insegnante brasiliano Marcelo D’Salete. In Italia esce per BeccoGiallo, che con questo titolo aggiunge un altro tassello rilevante al suo brillante catalogo di graphic novel di impegno civile.

Autoscatto a Wall Street dove prima si trovava un mercato degli schiavi. © All Rights Reserved Nona Faustine

Nona, la nudità nera per testimoniare la schiavitù

10 Settembre 2015 Antonella Sinopoli black holocaust, cultura, fotografia, idee, new york, Nona Faustine, razzismo, schiavitù, tratta atlantica, venere ottentotta

Nona Faustine è una donna. Una donna grassa e nera, newyorkese e nera. Nona Faustine, artista e fotografa afro-americana, ha fatto del suo corpo “potente” un medium per trasmettere un messaggio altrettanto potente: la denuncia del razzismo strutturale della società americana e il ricordo della schiavitù. Nelle sue performance live – che diventano poi mostre fotografiche – si presenta nuda solitamente in luoghi simbolo dello schiavismo. “White shoes” è una delle sue “esibizioni” più note: ne pubblichiamo alcune immagini su concessione dell’artista.

Linen Market, Dominica ca. 1780 by Agostino Brunias. Wikimedia Commons.

Sfumature di bianco: razza, genere e schiavitù nei Caraibi

6 Luglio 2015 Luciana Buttini attualità, Caraibi, cultura, diritti delle donne, diritti umani, era coloniale, genere, idee, openDemocracy, pregiudizio razziale, razzismo, schiavitù, violazione diritti umani

Durante l’era coloniale bianchi e neri erano categorizzati secondo linee di genere, molte di queste persistono ancora oggi. Ci si appellava alle differenze razziali per giustificare la deportazione e la schiavizzazione forzata, attraverso la tratta transatlantica degli schiavi, di quelli che alla fine risultarono circa tredici milioni di africani Questo sistema non solo ha comportato l’impiego di un’iconografia razzista, ma ha al pari richiesto una riflessione su cosa significasse essere bianco. In questo contesto la valorizzazione del bianco ha proceduto di pari passo con la discriminazione del nero.