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Crisi globale: serve passare dalla consapevolezza all’azione

Le due tendenze globali più importanti, un modello economico neo-liberale che non si adatta allo scopo e una biosfera che non può far fronte a tale modello, sono riconosciute come le più grandi sfide che la società umana abbia dovuto affrontare. Innumerevoli studi su queste tematiche hanno messo in evidenza quanto lavoro sia in corso in tutto il mondo per lo sviluppo di nuove forme economiche e per rispondere all’esigenza di orientarsi verso economie a basso consumo di emissioni di carbonio. Per un cambiamento di rotta il momento è ora.

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I Governi all’attacco della società civile e degli attivisti

Le organizzazioni della società civile di tutto il mondo sono sotto pressione. Equipaggiati di telefoni sofisticati e connessi come mai prima d’ora, hanno scoperto nuovi modi per organizzarsi, per reclamare una maggiore responsabilità ai Governi e far sentire la loro voce nei dibattiti politici. Ma mentre le richieste dei cittadini sono diventate più insistenti e più influenti, molti Governi hanno risposto con un giro di vite. CIVICUS, un’alleanza sociale globale, riporta in un documento che nel 2014 ci sono state gravi minacce alle libertà civili in almeno 96 Paesi nel mondo.

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Kenya, rose che prosciugano laghi in nome dello ‘sviluppo’

Decine di milioni di fiori esportati in Europa ogni anno. Le multinazionali fanno soldi impoverendo territorio e persone. Il caso del lago Naivasha: “il lago si trova a meno di un’ora di distanza da Nairobi, la prima volta che ci sono andato da ragazzo era il 1957. Sono rimasto incantato dalla sua bellezza – rive rigogliose di acacia gialla, nell’acqua cristallina nuotavano diverse specie di pesci […] Vi sono tornato nel 2009. Ero costernato, quasi disperato. Il lago e la zona circostante erano irriconoscibili. Rose e enormi serre ovunque – nessuna farfalla e nessun pesce. Un sacrificio in nome dello sviluppo”.

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La sofferenza inosservata degli sfollati interni

Le notizie quotidiane sul gran numero di rifugiati che affluiscono in tutta Europa in cerca di soccorso e protezione, e sui milioni che si trovano alle porte dell’Unione in nazioni come la Turchia, la Giordania e il Libano, non hanno bisogno di ulteriore copertura. Resta invece meno documentato e meno noto – forse perché le sue ripercussioni non hanno raggiunto il mondo occidentale – il problema degli sfollati interni (IDP), fenomeno di dimensione ancora più ampia. La questione pare rimanere relegata in un angolo della coscienza mondiale.

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Costi del Non Fare, ecco i numeri del mancato sviluppo

La crescita dei Paesi in via di Sviluppo e BRICS passa certamente per gli investimenti in infrastrutture. E il non fare ha dei costi esattamente come il fare. Eppure ce n’è tanti di progetti di opere pubbliche che a livello globale potrebbero costituire una promettente opportunità anche per le imprese italiane del settore. E per noi, quale direzione di marcia dovrebbe prendere il nostro Paese per crescere da qui al 2030? Un’intervista a Stefano Clerici.

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GruCA Onlus, esperienze di volontariato a Macerata

In un’era in cui la globalità ci pare a portata di bit e ci illudiamo di essere cittadini del pianeta, abbiamo incontrato una realtà capace davvero di aprirsi al mondo, concretamente, mantenendo tuttavia un profondo legame con il proprio territorio ed esprimendo dunque anche una convincente glocalità. Parliamo di GruCA Onlus, associazione di Macerata con cui siamo entrati in contatto: abbiamo chiesto a Daniele Massaccesi, socio fondatore del gruppo, di raccontarci la loro esperienza.

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Bangladesh, vita nel cerchio

La fotografia di Faisal Azim, premiata all’ “Atkins Ciwem environmental photographer of the year” 2014, ritrae senzatetto e vagabondi costretti a vivere in rifugi di fortuna a Chittagong, Bangladesh, ricavati entro condotti di cemento.

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Perché la lotta al consumismo non salverà il pianeta

Un’analisi sul conflitto tra le esigenze di protezione ambientale e l’impegno contro la povertà. Scrive l’autore: La popolazione globale aumenta, mentre l’efficienza dei macchinari è sempre migliore. L’aumento della produttività implica anche la necessità che la popolazione acquisti merci per mantenere l’occupazione ai livelli attuali. Più ampia sarà la popolazione, più aumenterà la necessità di posti di lavoro […], e più ci sarà bisogno di consumo”.

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