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Oltre il Medio Oriente, l’avanzata dell’estremismo islamico in Africa

Dopo la caotica ritirata delle forze armate americane da Kabul ad agosto dello scorso anno e l’inizio della guerra in Ucraina, i riflettori sull’avanzata dell’estremismo islamico si sono spenti. Eppure, la presenza di tali gruppi è sempre più forte in tutto il Sahel e lungo la costa orientale africana, dalla Somalia fino al Mozambico. La loro diffusione infatti è favorita da problemi presenti nei Paesi africani come il malgoverno e i pessimi rapporti tra Stato e popolazione locale. Tuttavia, l’incremento dell’attività paramilitare islamica costituisce una minaccia per le economie e la sicurezza del Sud del mondo, con un numero sempre maggiore di giovani disposti ad arruolarsi e imbracciare le armi.

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Grecia, l’illogica procedura del diritto d’asilo: parlano i protagonisti

Il 7 giugno 2021 la Grecia ha adottato una decisione ministeriale che ha completamente tramutato la legislazione in materia di diritto d’asilo. I richiedenti asilo provenienti da Siria, Afghanistan, Somalia, Pakistan e Bangladesh sono sottoposti ad una procedura di ammissibilità. Tale procedura presuppone che Ankara esamini le richieste d’asilo e che sia ritenuto un Paese terzo sicuro. Ma le partenze verso la Turchia sono sospese da anni e le violazioni dei diritti umani rappresentano un rischio grave per queste popolazioni. Ce ne parlano alcuni giovani migranti, in questo articolo.

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Sud del mondo: conflitti, terrorismo islamico e diseguaglianze

I territori e le comunità segnate dalle diseguaglianze socio-economiche rappresentano un terreno fertile per i gruppi militanti islamici, che vi attecchiscono per poi mettere in atto le loro rivolte. Nonostante le numerose dichiarazioni circa la fine della guerra al terrorismo, in questi ultimi anni ci sono stati vari esempi dell’infondatezza di tale affermazione. Il più recente si è verificato in Mozambico, con la presa della città di Palma da parte di al-Shabaab. Con la pandemia da Covid-19 che minaccia la vita e il sostentamento di milioni di persone in condizioni di povertà, i gruppi terroristici continuano ad aprire conflitti sanguinosi.

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Kenya, le donne raccontano il reclutamento di Al-Shabaab

Uno studio condotto da Fathima Azmiya Badurdeen della Technical University di Mombasa ha esaminato le motivazioni dietro il crescente numero di membri femminili all’interno di organizzazioni terroristiche come Al-Shabaab. Le donne intervistate – provenienti soprattutto dalla zona costiera del Kenya – hanno raccontato del reclutamento, del periodo trascorso nei campi di addestramento, dei motivi che le hanno spinte ad aderire al gruppo terroristico. In molti casi la volontà di affrancarsi da un sistema patriarcale oppressivo si affianca al desiderio di rivalsa per l’intera comunità musulmana.

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Africa e Medio Oriente, la calda estate all’insegna della violenza

Il bilancio dei fatti accaduti durante l’estate è drammatico. Il terrorismo radicale jihadista ha fatto vittime in Egitto, Somalia, Nigeria, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo. Le lunghe e violente guerre civili in Siria e Yemen hanno registrato nuovi attacchi e offensive distruttive, mentre nel territorio libico le truppe di Haftar hanno ripreso l’avanzata. Le proteste in Malawi contro l’irregolare elezione presidenziale e le tensioni mortali tra Israeliani e Palestinesi chiudono un quadro davvero preoccupante.

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Somalia, il conflitto infinito finanziato dagli interessi degli USA

Dal presidente Bush senior, che voleva riscattare le cocenti sconfitte statunitensi, fino all’attuale politica del presidente Trump e la sua lotta al terrorismo, la Somalia è stata ed è tuttora teatro di occupazioni e bombardamenti. Operazioni che molto hanno fatto per gli interessi occidentali verso il petrolio e le ricche risorse naturali della regione, ma che hanno danneggiato le imprese locali e la popolazione che ora è anche ostaggio dei ricatti e delle faide interne di gruppi estremisti come al-Shabaab. L’unica speranza di stabilità sembra quindi essere il raggiungimento di un’unità nazionale.

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Somalia, un Paese devastato da siccità, carestia e conflitto

Negli ultimi anni quest’area del Corno d’Africa è stata colpita da una terribile siccità che ha causato carestia, fame e morte del bestiame e della popolazione. A peggiorare la situazione si aggiunge l’incessante conflitto che il Paese sta affrontando contro Al Shabaab e il terrorismo e che impedisce agli aiuti di raggiungere le comunità in pericolo. L’articolo ripercorre le cause della carestia e mostra come ancora una volta la comunità internazionale sembri lenta a reagire o addirittura indifferente alla sofferenza delle popolazioni.

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Estremismo in Africa, decide la povertà più che la religione

Lo dice un Rapporto ONU basato su interviste a circa 500 ex affiliati – giovani tra i 17 e i 26 anni – all’ISIS, Boko Haram, Al-Shabaab, Al-Qaeda. I fattori principali a favorire il reclutamento sono povertà, scarsa scolarizzazione, assenza di lavoro e comportamenti dei Governi. Il 57% ha ammesso di “comprendere poco o nulla dell’interpretazione dei testi religiosi”. “Dove c’è ingiustizia e deprivazione le ideologie estremiste si presentano come una scappatoia e una sfida allo status quo” si legge nel Report. Il rischio di azioni violente da parte di gruppi estremisti è alto e va crescendo ulteriormente e i motivi sono dunque evidenti, e stanno meno nell’appartenenza religiosa che nei fattori socio-economici.

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Mappa della jihad in Africa: chi sono e dove seminano terrore

Secondo un recente Report gli attacchi terroristici nel continente africano nell’ultimo decennio sono aumentati del 1000%. E cresce anche il numero delle vittime tra i civili. Le organizzazioni più violente si confermano Boko Haram e al-Shabaab, ma non sono le uniche. In sostanza è in corso una battaglia per guadagnarsi i cuori e le menti dei fondamentalisti islamici. Una battaglia combattuta tra l’ISIS (attivo soprattutto in Nigeria, Niger, Egitto, Libia e Tunisia) e Al Qaeda (che mantiene salda la sua presenza in Somalia, Kenya, Uganda, Costa d’Avorio, Burkina Faso e Mali).

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