22 Novembre 2024

eventi

Lampedusa e gli hotspot, metodo che favorisce la clandestinità

Il nuovo sistema degli hotspot resta un esperimento ma comporta l’attuazione di politiche, elaborate a livello europeo, che violano i diritti: questi centri hanno l’obiettivo di dividere i migranti in diverse categorie direttamente dopo il loro arrivo via mare, distinguendo tra potenziali rifugiati e migranti economici. Tuttavia, al momento non mancano le pratiche discriminatorie e di violazione dei diritti umani per tutte le categorie, anche quella attualmente “privilegiata”. Un’analisi della situazione di openDemocracy e da noi tradotta.

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Chiudere Guantanamo per sempre, per Obama è la volta buona

Di 783 prigionieri ne rimangono 91. Il presidente USA si dice convinto che si va verso la chiusura. Molte però le voci critiche secondo le quali il periodo pre-elettorale non agevolerà la chiusura della struttura che – si obietta – non ha oggi maggiori chance di essere chiusa di quante ne avesse prima. Va ricordato che nel corso della presidenza Obama molti detenuti sono stati rilasciati e “trasferiti” da uomini liberi in altre nazioni, compresi Paesi africani, provocando non poche polemiche e preoccupazioni da parte delle popolazioni locali e delle Organizzazioni per la difesa dei diritti umani.

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Fred Kuwornu, così racconto le diversità e le storie dimenticate

Pluralità, diversità, multiculturalità. Tutti concetti spesso alieni ai grandi media, a cominciare dal cinema, che sembra egli stesso vivere in un mondo alieno, scollegato dalla realtà. Nota è la campagna di attori, produttori, fan, all’indomani delle nomination per gli Oscar, che non hanno visto né neri, né latino-americani comparire nell’elenco. Tra l’Italia, l’Africa e gli USA si muove invece Fred Kudjo Kuwornu, artista/attivista indipendente nato e cresciuto in Italia, di origine ghanese, che ci racconta il suo impegno per un cinema multiculturale e i suoi progetti futuri come “Blaxploitalian”.

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Burundi, il braccio di ferro tra l’Unione Africana e l’Occidente

Crisi politica e rischio di genocidio. I leader africani si oppongono alla richiesta di invio di truppe da parte di USA e UE. “Se la stampa occidentale potesse rovesciare un Governo, quello del Burundi sarebbe sparito da tempo. Chiunque abbia cercato in Rete informazioni sul Burundi durante lo scorso anno, avrà notizie insistenti riguardo alle richieste di dimissioni del presidente Pierre Nkurunziza da parte di funzionari occidentali, visto il clima di manifestazioni di protesta e insurrezioni armate, per lasciare spazio ad un ‘governo di transizione'”.

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Capire l’ISIS svelando i meccanismi della propaganda

Dalla ricerca di AGC Communication il documentario “ISIS: morte di uno stato mai nato?”, nuova luce sui video di Daesh. Sono proprio i video a fare la differenza: realizzati con tecniche (e un centinaio di tecnici) hollywoodiane, si diffondono in Rete raggiungendo simpatizzanti e possibili reclute in tutto il mondo. Spesso vengono oscurati in breve tempo, tuttavia è proprio studiando questi video che si può comprendere più a fondo ciò che accade dentro lo Stato Islamico.

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Ashraf Fayadh, pena ‘ridotta’ a 8 anni di prigione e 800 frustate

L’Arabia Saudita ha revocato l’esecuzione capitale a cui era stato condannato il poeta di origine palestinese Ashraf Fayadh in seguito alle accuse di apostasia e altri reati legati alla blasfemia, che Fayadh nega di aver commesso, riducendo la condanna a otto anni di prigione e ottocento frustate. La pena corporale mira a costringere Fayadh a dichiarare pubblicamente la sua rinuncia all’attività poetica sui media sauditi. Su Twitter, molti continuano a criticare l’Arabia Saudita e il suo record spaventoso in materia di diritti umani.

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L’Africa in posa. Nuovi fotografi africani e vecchi stereotipi

I reportage dall’Africa fatti da giornalisti professionisti veicolano spesso un’immagine del Continente – dei suoi tanti Paesi – per lo più uniforme, ma non sono pochi coloro che si dichiarano “vittime” di una corrispondenza estera appiattita su stereotipi spesso strumentali. Anche sul web cominciano a spuntare iniziative e campagne che puntano ad alzare l’asticella dell’attenzione relativa ai modi di comunicare l’Africa e ai suoi luoghi (non) comuni. Ma l’immagine del Continente passa non solo attraverso gli scatti degli stranieri, ma anche di quelli locali. Eccone alcuni.

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Coltelli e forbici, l’Intifada ‘privata’ delle donne palestinesi

Omicidi e attacchi sempre più frequenti con ‘armi’ da cucina fanno ritenere che madri, moglie, figlie sono ormai disperate. Negli ultimi tre mesi, ci sono stati 105 accoltellamenti – e molti degli autori di questi crimini erano donne. Secondo alcuni quest’ondata di violenza rappresenterebbe una terza Intifada. Comunque sia, riconoscere e comprendere l’impegno senza precedenti delle donne palestinesi nell’ultima ondata di violenza in Israele e in Cisgiordania rappresenta un piccolo ma importante passo nel porre fine a questa nuova rivolta.

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Ciak, il film è online. La tv on demand appassiona gli africani

Cinema che passione! Ancor meglio se si possono scegliere i film preferiti, quando si vuole vederli e, soprattutto, vederli dovunque: a casa propria come in viaggio, grazie agli smartphone con sistema operativo Android. Anche in Africa, movies e serial sono l’intrattenimento preferito. Alle molte piattaforme dedicate già sul mercato si aggiunge ora il colosso americano Netflix. E decolla la banda larga, in sintonia con la diffusione dell’accesso ad Internet e la crescita della classe medio borghese urbana, calcolata in 300 milioni di persone.

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Diritti lavoratori migranti, Convenzione inapplicata dopo 25 anni

Venticinque anni fa, il 18 dicembre 1990, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la Convenzione Internazionale sulla Tutela dei Diritti di tutti i lavoratori migranti e i membri delle loro famiglie. Si tratta del più ardito strumento giuridico internazionale che sia stato mai concepito al fine di tutelare i diritti fondamentali dei migranti. Tuttavia è anche uno dei Trattati più impopolari: infatti è stato ratificato solo da un piccolo numero di Stati e nessun Paese occidentale che accoglie i migranti l’ha fatto.

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