Sud Sudan, è tragedia umanitaria. Si spera nel tavolo di pace

Nel Paese si sta consumando la peggiore crisi umanitaria della storia africana dopo il genocidio del Ruanda. L’Autorità intergovernativa per lo sviluppo del Corno d’Africa sta tentando di riaprire il dialogo, chiamando tutte le forze politiche, militari e sociali a collaborare. Cessate il fuoco, accordo per nuove elezioni, rilancio dell’economia, ripristino della giustizia, demilitarizzazione: questi sono gli obiettivi del processo di pace. Intanto il più giovane Stato africano è in preda a violenza, scarsità di cibo, malnutrizione.

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Dal Corno d’Africa all’Europa, il caso degli Eritrei senza diritti

L’Eritrea appare sempre di più un Paese senza speranza. Violazioni gravi e persistenti dei diritti umani, poche prospettive di crescita economica, conflitti non risolti con le nazioni confinanti caratterizzano quello che è ormai considerato uno Stato-caserma. Tanti sono gli Eritrei che ogni mese, circa 5000, lasciano la loro terra in cerca di una vita dignitosa finora negata. Dal Corno d’Africa all’Europa il viaggio è estenuante e a volte mortale. Gli accordi europei e la stessa politica italiana appaiono deboli nel fronteggiare un’emergenza per i diritti fondamentali.

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RDC, un Paese che resta nel caos e nella disperazione

La Repubblica Democratica del Congo sembra ormai al collasso. Lo stallo politico, generato dalla determinazione del presidente Kabila a non lasciare la carica anche se il mandato è scaduto, si affianca ad una realtà che conta varie emergenze. Povertà dilagante, allarme per un’epidemia di ebola, morti brutali di civili in Kivu, sfruttamento nelle ricche miniere congolesi, fosse comuni nella regione Kasai: lo scenario non potrebbe essere più catastrofico. L’inconsistenza delle istituzioni interne e la politica sempre più guidata da interessi geostrategici e di guadagno degli Stati esterni accrescono, giorno per giorno, frustrazioni, odio e violenza tra la popolazione.

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Yemen, la guerra civile che fa strage di bambini

La catastrofe umanitaria in questo Paese del Medio Oriente ha raggiunto picchi altissimi. Il nuovo report di Watchlist e Save the Children evidenzia numeri impressionanti su morti, violenze, malattie gravi che colpiscono i bambini di un territorio già povero. Oltre tre milioni di loro sono malnutriti in modo molto grave e rischiano la vita anche per la mancanza di acqua potabile, medicine e vaccini. Gli attacchi senza scrupoli di tutte le forze in lotta su ospedali, scuole, ambulanze stanno distruggendo ogni fragile speranza di affrontare una crisi umanitaria senza precedenti.

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Voci dalla Siria. Ricostruire partendo dalle piccole comunità

La guerra civile ha prodotto tante storie di distruzione, povertà, disperazione, ma anche di determinazione nel ricostruire case e relazioni umane. Suor Deema, monaca siriana della comunità Deir Mar Musa, ci parla della vita quotidiana a Nebek, città tra Damasco e Homs, e della sfida fondamentale per far ripartire la Siria nel segno della pace, educando alla solidarietà e al rispetto tra cristiani e musulmani. Diffondere piccole storie di convivenza e collaborazione è molto importante in questa terra lacerata da gravi difficoltà economiche e sentimenti di diffidenza verso l’altro.

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Kosovo, enclavi, ponti e treni carichi di tensione

Il lungometraggio “Enclave” del regista serbo Goran Radovanović offre un’immagine verosimile delle tensioni etniche nel Kosovo post-conflitto del 1999. Il film è un punto di partenza per capire le dinamiche attuali dei rapporti tra serbi e albanesi nelle aree contese, come la città kosovara Mitrovica. Tra sovranità nazionali non riconosciute, rivendicazioni territoriali, prove di normalizzazione e convivenza civile all’insegna dell’UE, Serbia e Kosovo non riescono ancora a superare vecchi rancori e nazionalismi mai sopiti.

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Sud Sudan, Ana Taban: arte e musica per dire ‘basta guerra’

Per dire basta alla guerra civile e alle violenze etniche che continuano a dividere il giovane Stato africano, c’è chi ha scelto il linguaggio dell’arte. “Ana Taban”, ovvero “sono stanco”, è il movimento civile nato e diffuso da mesi nella capitale Juba con lo scopo di educare le nuove generazioni alla riconciliazione attraverso eventi artistici. Dai murales agli spettacoli teatrali fino alle canzoni con video diffusi sui social, Ana Taban parla alla gente di perdono, responsablità, impegno attivo, lotta al cieco tribalismo.

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