[Mondo – I fatti del mese (aprile 2023). In questa rubrica mensile, dieci brevi notizie raccontano avvenimenti, fatti, iniziative, politiche che – per diverse ragioni – restano di solito nell’ombra della stampa. Tenere una finestra aperta sul mondo: in questa prospettiva, e in linea con le tematiche di Voci Globali, diamo spazio a quanto accade nel panorama internazionale.]
Diritti umani – Iran, bambini abusati e torturati nella repressione delle proteste
Le forze di sicurezza iraniane hanno commesso “orribili atti di tortura”, abusi, violenze fisiche, psicologiche e stupri nei confronti di bambini sospettati di sostenere il movimento di protesta, scoppiato nel Paese dopo la morte in custodia di Mahsa Amini. A denunciarlo, il 25 aprile, è Human Rights Watch, che – tra settembre 2022 e febbraio 2023 – ha condotto un’ampia indagine, documentando nuovi casi rispetto a quelli già segnalati. Negli ultimi 7 mesi, “i leader iraniani hanno scatenato le loro brutali forze di sicurezza persino contro i bambini. E non hanno esitato a esercitare il loro potere coertivo per metterli a tacere“, ha dichiarato Tara Sepehri Far, ricercatrice senior sull’Iran di HRW.
Africa – Burkina Faso, massacro di civili in un attacco armato nel nord del Paese
In una nota inviata il 24 aprile all’Agenzia di stampa francese AFP, il governo del Burkina Faso ha comunicato l’intenzione di adottare un nuovo approccio alla lotta contro il terrorismo, al fine di ridurre il numero di persone uccise nel Paese. L’annuncio arriva a seguito dell’ennesima strage di civili perpetrata, il 21 aprile, da un gruppo non ancora identificato, potenzialmente riconducibile ad Al-Qaeda, nel villaggio di Karma, nella provincia di Yatenga nel nord del Paese. Il gruppo di uomini con indosso uniformi militari ha attaccato la città, uccidendo almeno 60 civili. Si tratta dell’attacco più grave in Burkina Faso da quando il capitano Ibrahim Traoré ha preso il potere con il colpo di Stato del settembre 2022.
Politica internazionale – Gran Bretagna, Egitto, Emirati Arabi insieme per fermare il conflitto in Sudan
I ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Egitto ed Emirati Arabi Uniti hanno discusso, il 20 aprile, dell’immediata necessità di lavorare collettivamente per fermare il conflitto sudanese. “Lo spargimento di sangue in Sudan non può continuare. Il Regno Unito chiede la fine immediata dei combattimenti e un cessate il fuoco duraturo”, ha twittato il ministro britannico James Cleverly. Dal 15 aprile sono in atto violenti scontri tra le forze armate del generale Abdel-Fattah Al-Burhan – capo del Consiglio sovrano alla guida del Paese – e i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf) capeggiate dal numero due della Giunta. L’attrito tra i Generali nascerebbe dalla volontà di inquadrare nelle forze armate regolari gli uomini delle Rsf. E intanto la situazione continua a precipitare, mentre gli stranieri abbandonano il Paese.
Ambiente – Associazioni ambientaliste contro UE per inclusione gas e nucleare in tassonomia
Diverse associazioni ambientaliste europee hanno presentato, il 18 aprile, un ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro la decisione della Commissione UE di includere gas fossile ed energia nucleare nel regolamento sulla Tassonomia, con cui – nel marzo 2022 – è stato ampliato l’elenco degli investimenti considerati sostenibili. In particolare, ClientEarth, WWF, T&E, Bund sostengono che l’etichetta “verde” attribuita a gas e nucleare risulti contraria alle legge europea in materia climatica e agli obblighi internazionali fissati dall’accordo di Parigi. “Quando sento decisioni come la ridicola etichetta verde per il gas e il nucleare, mi viene da pensare che l’UE abbia sbagliato completamente le sue priorità”, ha dichiarato Vanni Destro, attivista italiano del delta del Po.
Giustizia sociale – La parità di genere nei sistemi agroalimentari aiuterebbe la crescita dell’economia
“Rimuovendo le disuguaglianze di genere nei sistemi agroalimentari e favorendo l’emancipazione femminile, il mondo farebbe passi da gigante nella lotta alla povertà e alla fame“. A scriverlo il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, nella prefazione del rapporto “The status of women in agrifood systems“- pubblicato il 13 aprile. Il documento, il primo di questo genere dal 2010, evidenzia che, a livello mondiale, i sistemi agroalimentari danno lavoro al 36% delle donne e al 38% degli uomini. Pur essendo i sistemi agroalimentari uno dei principali settori d’impiego delle donne in tutto il mondo, i loro ruoli tendono ancora a essere considerati marginali, le loro condizioni lavorative peggiori rispetto a quelle degli uomini, i salari inferiori.
Africa – Etiopia, dichiarato il coprifuoco notturno dopo l’inizio delle proteste
Il 10 aprile, le autorità delle città etiopi di Dessie e Debrebirhan – site nella regione di Amhara – hanno imposto il coprifuoco notturno come misura di protezione contro le violente proteste scoppiate per la decisione del Governo federale di sciogliere le Forze Armate Speciali Amhara (ASF). La milizia paramilitare dovrebbe invero confluire nell’esercito. Oltre ai manifestanti, anche molti leader politici si sono opposti, ritenendo che lo scioglimento delle Forze Speciali lascerebbe la regione di Amhara vulnerabile agli attacchi delle regioni vicine. Il primo ministro Abiy Ahmed continua però a sostenere che l’integrazione delle forze speciali regionali “è necessaria per garantire l’unità nazionale” in un Paese con una lunga storia di conflitto inter-etnico.
Politica internazionale – Prosegue il disgelo tra Iran e Arabia Saudita. Incontro a Pechino
I ministri degli Esteri di Arabia Saudita e Iran, il 6 aprile, si sono incontrati a Pechino, aggiungendo così un ulteriore tassello nel loro percorso di riavvicinamento. Il vertice segue l’accordo raggiunto dai due Paesi il mese scorso per ristabilire le proprie relazioni diplomatiche dopo sette anni di tensioni. La ripresa del dialogo tra Riyad e Teheran – frutto del lavoro di mediazione della Cina – contribuirà a promuovere “sicurezza e prosperità in Medio Oriente”, si legge nel comunicato congiunto diffuso dopo l’incontro. “Le due parti hanno concordato di sviluppare la loro cooperazione in tutti i settori, al fine di garantire stabilità nella regione“.
Giustizia sociale – Il Vaticano rigetta la “dottrina della scoperta”. L’ONU plaude
José Francisco Calí Tzay – Relatore Speciale ONU sui diritti dei popoli indigeni – ha accolto con grande favore la scelta della Chiesa cattolica di ripudiare la cosiddetta “dottrina della scoperta“. In una dichiarazione del 6 aprile ha, infatti, affermato: “la Santa Sede ha compiuto un passo importante verso la riconciliazione con i popoli indigeni“. Si ricorderà che il 30 marzo scorso, attraverso una nota congiunta dei Dicasteri per la cultura e l’educazione e per il servizio dello sviluppo umano integrale, la Santa Sede ha riconosciuto i propri errori in merito alla “dottrina della scoperta”, rilevando come la stessa abbia contribuito a produrre “i terribili effetti delle politiche di assimilazione” nonché “il dolore provato dalle popolazioni indigene”. E ha per questo, chiesto perdono.
Ambiente – L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di demenza
“L’esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato fine (PM2.5) può aumentare il rischio di sviluppare demenza”. È la conclusione di uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Harvard, pubblicato il 5 aprile sul British Medical Journal. Secondo gli autori principali della ricerca, “la relazione tra queste particelle microscopiche (PM2.5) con il cervello e la demenza è una cosa relativamente recente”. Tuttavia, a loro avviso, “se riuscissimo a ridurre l’esposizione a queste particelle, potremmo ridurre anche il peso della demenza”, malattia di cui soffrono oltre 57 milioni di individui in tutto il mondo. Un numero che “dovrebbe crescere a circa 153 milioni entro il 2050″.
Diritti umani – Kosovo, al via il processo contro l’ex presidente Thaçi per crimini internazionali
Quasi 25 anni dopo la fine della guerra in Kosovo, il 3 aprile, si è aperto all’Aja – presso le Camere specializzate del Kosovo – il processo contro l’ex presidente Hashim Thaçi e altri tre comandanti dell’ELK. Gli imputati sono stati incriminati per crimini di guerra e crimini contro l’umanità – tra cui quasi 100 uccisioni di persone di etnia serba, rom e albanese – commessi durante e dopo il conflitto del 1998-1999. La difesa di Thaçi ha sostenuto che i quattro uomini non sono criminali di guerra bensì combattenti per la libertà del Kosovo contro l’oppressione serba. “Oggi inizia una svolta nel lungo cammino verso la giustizia, la verità e la riparazione in favore di centinaia di vittime della guerra“, ha invece affermato Nils Muiznieks, direttore di Amnesty International per l’Europa.